Festival di Roma 2014: Gli angeli della rivoluzione recensione del film di Aleksej Fedorčenko

Gli Angeli della RivoluzioneLa sezione Cinema d’Oggi al Festival Internazionale del Film di Roma vede protagonista per la settima giornata l’ultimo film del celebre regista russo Aleksej Fedorčenko, che è arrivato a Roma anche in quanto destinatario del prestigioso riconoscimento Marc’Aurelio del Futuro.

 

Il regista mette in scena un racconto ambientato negli anni ’30 dello Stalinismo, durante il regime comunista, concentrando il suo racconto sullo sforzo compiuto dal regime allo scopo di unificare la cultura dell’Unione. Il punto di vista adottato dal regista è quello di cinque artisti dell’avanguardia che provano a farsi accettare dalle tribù del nord del Paese, ma le difficoltà di comunicazione e l’impossibilità di comunicare in una stessa lingua impediscono il compimento della missione.

Fedorčenko ci racconta una storia dal fortissimo impianto teatrale, sia come messa in scena che per quanto riguarda la rappresentazione di spettacoli teatrali all’interno del film. Questa rappresentazione diventa man mano più complessa in corrispondenza con l’addentrarsi del gruppo di artisti nell’universo culturale sconosciuto. Il film è un ritratto di un evento storico onesto e scevro di orpelli, nonostante qualche indugio in parentesi surreali.

Gli angeli della rivoluzione sono questi artisti, coloro che dedicano la loro vita a trasformare in effettiva la primordiale idea stalinista di uguaglianza. Fedorčenko si è ispirato, nella messa in scena e nel racconto, alle storie di Denis Osokin, vincitore del prestigioso premio letterario russo per giovani autori “Debut Prize”, scrittore del romanzo che ha ispirato “Ovsjanki” e sceneggiatore di Spose celesti dei Mari della pianura, altro film presentato al Festival di Roma nel 2012.

Trai protagonisti del film ci sono i due attori molto celebri in Russia Darya Ekamasova e Konstantin Balakirev insieme a Pavel Basov e Georgy Iobadze.

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