Il Mondo fino in fondo: recensione del film con Filippo Scicchitano (II)

Il Mondo fino in fondo film recensione

Alessandro Lunardelli esordisce con Il Mondo fino in fondo,  un film on the road, realizzando un viaggio dell’anima alla scoperta dei desideri e delle paure di due fratelli italiani, talmente diversi tra loro da essere ormai come due rette parallele, che guardano nella stessa direzione ma non si incontrano mai.

 

Ne Il Mondo fino in fondo Davide (Filippo Scicchitano) è un adolescente di Agro, piccolo paese industriale del nord est italiano. Il ragazzo è gay, e non sa come comunicarlo al padre (industriale disinteressato ai figli) e tantomeno al fratello maggiore Loris (Luca Marinelli). Loris ha quasi trent’anni, è cresciuto in fretta rinunciando alla propria adolescenza per seguire le orme paterne, lavorando nella fabbrica di famiglia, cercando di sistemare il fratello e sposando Veronica (Camilla Filippi) donna dalla quale aspetta pure un figlio. Una trasferta dell’Inter (squadra del cuore di Loris) diventa il pretesto per fare un viaggio insieme, i due fratelli, verso Barcellona. Ed è proprio in Spagna che Davide conosce Andy (Cesare Serra), giovane ecologista cileno, del quale si innamora a prima vista, decidendo di seguirlo fino in Cile. Ma qui, le cose non vanno come Davide aveva previsto, e Loris decide di andare a cercarlo; entrambi hanno finalmente l’occasione di dare una svolta definitiva alle loro vite.

Il mondo fino in fondo recensione 2Il Mondo fino in fondo è un road movie dal sapore leggero e fresco; il regista sceglie la Patagonia come paesaggio, un luogo intrepido e dalla maestosa bellezza, come supporto per il viaggio interiore, emotivo ed umano, di due fratelli diversi tra loro e distanti, ma forse non troppo diversi l’uno dall’altro: Davide è giovane, e al contrario di Loris ha ancora l’opportunità di cambiare la propria vita e di indirizzarla dove vuole; Loris, al contrario, ormai è incastrato in una situazione dalla quale non può fuggire, ma attraverso un percorso di consapevolezza può imparare ad accettarla e a vivere in un modo diverso. Ma la vera domanda sollevata è un’altra: riusciranno queste due anime in cerca di loro stesse a ritrovarsi da qualche parte, perfino alla fine del mondo, perfino nella selvaggia Patagonia? E riusciranno, infine, umanamente cambiati, a tornare da dove sono partiti, ripercorrendo i loro passi verso Agro e verso il limitato orizzonte della provincia?

Il regista usa un linguaggio audiovisivo pulito e limpido: il paesaggio è compenetrato al tema del viaggio, è l’altro grande protagonista del film oltra alla coppia Scicchitano – Marinelli, giovani, promettenti e affiatati, che tratteggiano delicatamente il ritratto di due fratelli diversi ma forse più simili del previsto, due anime ingabbiate in una realtà che forse non gli appartiene fino in fondo e dalla quale vogliono evadere ad ogni costo, per continuare a seguire i loro sogni e per continuare ad assaporare il sapore proibito ed inebriante della libertà.

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Ludovica Ottaviani
Ex bambina prodigio come Shirley Temple, col tempo si è guastata con la crescita e ha perso i boccoli biondi, sostituiti dall'immancabile pixie/ bob alternativo castano rossiccio. Ventiquattro anni, di cui una decina abbondanti passati a scrivere e ad imbrattare sudate carte. Collabora felicemente con Cinefilos.it dal 2011, facendo ciò che ama di più: parlare di cinema e assistere ai buffet delle anteprime. Passa senza sosta dal cinema, al teatro, alla narrativa. Logorroica, cinica ed ironica, continuerà a fare danni, almeno finché non si ritirerà su uno sperduto atollo della Florida a pescare aragoste, bere rum e fumare sigari come Hemingway, magari in compagnia di Michael Fassbender e Jake Gyllenhaal.