La Bella e la Bestia: recensione del film con Léa Seydoux

La Bella e la Bestia

La fiaba francese de La Bella e la Bestia, resa famosa e immortale dalla Disney, torna ad affacciarsi sul grande schermo, in una rilettura romantica e gotica allo stesso tempo, opulenta (a dir poco) nella messa in scena tanto quanto è arida di sentimenti.

 

Siamo nell’800 in un luogo imprecisato della Francia. Un commerciante vedono molto ricco perde le sue navi ed è costretto a rifugiarsi in campagna con i suoi sei figli, nessuno dei quali sembra molto contento del cambiamento del tenore di vita affrontato. Di ritorno da un viaggio d’affari, che avrebbe dovuto risollevare le sorti della sua famiglia, il mercante trova rifugio in un castello dove riceve cure e cibo, oltre che gioielli, ricchezze e abiti preziosi, tutti doni che gli avevano chiesto le figlie.

Mentre si allontana indisturbato dal maniero, ricorda che Belle gli aveva chiesto solo una rosa, così si avvicina ad un enorme cespuglio di rose rosse e ne raccoglie una in piena fioritura. Il gesto scatenerà la furia di una Bestia, un mostro, padrone del castello, che esigerà una vita per una rosa. Maledicendo se stesso per il suo gesto, il vecchio mercante torna dai figli, ma quando racconta loro che deve tornare per essere prigioniero della Bestia, Belle si offre volontaria. Al castello la giovane fanciulla coraggiosa e dal grande cuore comincia a conoscere il padrone di casa: di giorno esplora il castello e il suo immenso giardino; di sera cena con la Bestia, della quale ha inizialmente timore; ma di notte i suoi sogni sono popolati da strane presenze, esseri magici che le rivelano la crudele e triste sorte del castellano. Il tempo aprirà il cuore di Belle, ma mille peripezie si frappongono tra lei e il suo amore, e solo dopo molti sforzi e tanta sofferenza, la fanciulla potrà finalmente spezzare l’incantesimo sul corpo e su cuore della Bestia.

Il film è diretto da Christophe Gans (Silent Hill e Il patto dei lupi), che già in passato ha dimostrato di tenere molto di più all’aspetto scenografico delle sue storie che a quello narrativo. La Bella e la Bestia infatti si distingue per una messa in scena prodigiosa, un set straordinario, dei costumi principeschi e delle atmosfere da sogno (e a volte da incubo), il tutto calibrato nel costruire un ambiente cinematografico perfetto per accogliere una storia d’amore tormentata e con un alto potenziale di sensualità, considerato che i due protagonisti sono Léa Seydoux e Vincent Cassel.

Tuttavia il racconto langue, la dinamiche che dovrebbero giustificare un innamoramento svaniscono e il film si limita ad essere solo una gran bella passeggiata in luoghi da fiaba. La storia si affolla di mille fronzoli, tante sotto-trame che tolgono tempo all’approfondimento di quella che poteva essere un’alchimia cinematografica davvero interessante: il ruvido e fascinoso Cassel, ‘contro’ la bellezza eterea ma intrigante della Seydoux. Consigliato ad un pubblico che ama farsi affascinare dalle atmosfere, La Bella e la Bestia convince solo a metà.

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