L’ultimo lupo recensione del film di Jean Jaques Annaud

Cina, anni ’60. Chen Zhen è uno studente che viene mandato nelle steppe mongole per insegnare il cinese alle popolazioni nomadi della zona. Visto inizialmente con diffidenza e circospezione da quelle persone, Chen comincerà a conoscerne e apprezzarne stile e mentalità, rimanendo affascinato da quella antica società organizzata secondo tradizioni millenarie. Le steppe della Mongolia però sono anche la terra del lupo, animale considerato quasi sacro dal pastore nomade ma già nel mirino dei cinici esponenti del governo cinese.

 

Sembra incredibile che la Cina sia andata a cercare proprio il regista di quel film per dirigere questo riadattamento de Il totem del lupo, il libro più letto in Cina dopo il libretto rosso di Mao e lo stesso Jean Jaques Annaud all’inizio avrà pensato ad uno scherzo.

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L’ultimo lupo si inserisce nell’ottica di una progressiva sensibilizzazione alla cura e alla protezione dell’ambiente. Come detto il film si basa su una storia vera raccontata anni fa da un autore sconosciuto e celatosi dietro ad uno pseudonimo, che in Cina ha avuto un successo incredibile. Annaud ha messo a disposizione tutta la sua arte e conoscenza da vecchio mestierante per confezionare un film tecnicamente straordinario, visivamente sbalorditivo. Una fotografia incredibile che ci permette di apprezzare a pieno i meravigliosi paesaggi della sconfinata steppa mongola, sequenze da mozzare il fiato e che raggiungono il loro apice quando ad essere protagonista è proprio lui, il lupo. l'ultimo lupoPrimi piani incredibili che ritraggono l’animale mentre scruta l’orizzonte con sguardo fiero oppure mentre digrigna i denti minaccioso pronto ad assalire la preda. Sembra che recitino i lupi di Annaud, non sono semplici elementi della storia, ne sono assoluti protagonisti attivi e indiscussi. Un film che generea suspence, emozioni forti, un film che commuove e intenerisce, che impressiona e sa anche far sorridere.

L’ultimo lupo vuole sottolineare quanto sia importante preservare e rispettare tradizioni millenarie, culture cui radici risalgono all’alba della civiltà e che ancora oggi possono insegnare all’uomo moderno come si debba e si possa coinvivere in perfetta armonia con l’ambiente che ci circonda, con l’ecosistema a cui facciamo parte. Un giovane uomo venuto dalla città senza conoscere la vita e che tra questi pastori, solo apparentemente primitivi, impara valori e principi come la fedeltà, il rispetto, l’amicizia e l’amore. A ben vedere il film di Annaud segue un canovaccio già visto e più volte percorso da altri in precedenza (come non pensare a Balla coi lupi) ma il suo L’ultimo lupo, come detto, si fa apprezzare soprattutto per la sua strepitosa eccellenza tecnica e visiva. Molto bravi gli attori, su tutti Schaofeng Feng nel ruolo del protagonista, che tra quei pastori non troverà solo se stesso ma anche l’amore, impersonato dalla bellissima Gasma (Ankhanyam Racchaam).

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