The Founder: recensione del film con Michael Keaton

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Per la regia di John Lee Hancock e con una sceneggiatura di Robert Siegel, arriva al cinema la storia di The Founder, un idea fortemente voluta e curata sin dai primi stadi dal produttore Don Handfield, con protagonista Michael Keaton.

 

Per alcuni sono due collinette, per altri due gobbe o, ad intuito, una grande M, ma il logo di McDonald’s in realtà rappresenta due archi dorati. Tutti conosciamo la grande catena di fast food ma in pochi conoscono la storia dietro la nascita del vero e proprio impero che ha fatto di patatine e hamburger il pasto più amato, consumato, spesso criticato ma a volte anche economico del mondo.

The Founder, come è nato McDonald’s

Keaton è Ray Kroc, un venditore che si scontra con proprietari di drive-in molto lenti e attaccati alla tradizione senza riuscire a vendere il suo rivoluzionario Multimixers: quando un ordine per ben sei frullatori arriva dalla piccola città di San Bernardino in California, Kroc incuriosito decide di partire per andare a vedere questa fiorente attività.

Lì trova il chiosco dei fratelli McDonald (Nick Offerman e John Carroll Lynch) con fuori una fila formate da famiglie felici, un servizio veloce ed efficiente e una qualità del cibo deliziosa. Qual’è il loro segreto? Un nuovo metodo di lavoro in cucina, una sorta di catena di montaggio ben studiata che permette di velocizzare la preparazione, un menù ridottissimo e il walk-up, ovvero non più macchine parcheggiate in attesa del proprio ordine ma persone in fila alla cassa. Kroc capisce subito il potenziale di questo sistema e dopo aver esposto l’idea anche alla paziente moglie Ethel (Laura Dern) decide di proporre (anzi supplicare) ai fratelli di importare il loro metodo rivoluzionario nel Midwest, caratterizzando i ristoranti con due archi dorati (da un idea di Dick McDonald) e garantendo in prima persona per il controllo della qualità, valore importantissimo per loro.

Così Kroc, in poco tempo, riesce ad aprire diversi fast-food, facendosi finanziare da affiliati e affidando la gestione a persone di fiducia. Ma ad un certo punto, con l’aumentare del successo dei ristoranti, i conti per lui non tornavano e alla fine a lui spettava una fetta troppo piccola di un impero in forte espansione che lui aveva a tutti gli effetti “fondato”. Così, grazie all’aiuto del consigliere finanziario Harry Sonneborn (B.J. Novak) e della nuova moglie (Linda Cardellini), donna con il suo stesso spirito di iniziativa, riesce a fare dei cambiamenti per prendere il controllo sopra ai fratelli…

the founderDecisamente interessante l’idea dietro a questo biopic sulla figura totalmente sconosciuta di Ray Kroc, un volto che in modo chiaro e preciso riesce a rappresentare la “nascita” del capitalismo in America. Nella prima parte del film si ha l’impressione che l’operazione di Handfield e co. fosse quella di riabilitare il nome di McDonald’s, di certo non in perdita ma sempre più preso di mira per la pessima qualità del cibo, per i dubbi processi di preparazione, conservazione e provenienza delle proprio materie prime, una catena sempre più odiata da una popolazione che sta iniziando a scegliere l’opzione più salutare. La magia dei panini dei fratelli McDonald’s nel loro chioschetto di San Bernardino, fa decisamente venire l’acquolina in bocca inizialmente, ma poi, di pari passo con la presa di potere di Kroc sui due fratelli, anche la qualità e le scelte prese per favorire maggiore guadagno ed espansione, fanno capire come si è arrivati a ciò che rappresenta questo fast-food per molti oggi.

Impossibile non applaudire l’interpretazione di Michael Keaton, che è riuscito ad entrare nei panni di Kroc in tutte le sue sfumature, dalle più oneste alle più perfide, confermandosi il protagonista indiscusso di The Founder, spesso oscurando chi gli sta intorno sulla scena. Come era accaduto per Saving Mr.Banks, John Lee Hancock ci riesce a trasportare senza problemi nella vita degli anni ’50, con una cura dei dettagli quasi maniacale e grazie a scelte interessanti di montaggio riesce a raccontarci questa storia,  senza l’happy ending del film Disneyano, ma con quello stesso tipo di malinconia.

Detto questo però Hancock e Siegel lasciano totale libertà allo spettatore di farsi una propria idea sulla storia, non condannando né osannando Kroc o la famosa catena di hamburger.

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Serena Concato
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Serena Concato
Faccio parte della famiglia di Cinefilos dal 2013 per cui scrivo, intervisto e recensisco. Mi appassiona tutto lo star system, dai red carpet ai gossip, fino a sapere vita, morte e miracoli delle celebrities! Amo viaggiare e il mio desiderio più grande è trasferirmi a LA!
the-founder-recensioneHancock e Siegel lasciano totale libertà allo spettatore di farsi una propria idea sulla storia, non condannando né osannando Kroc o la famosa catena di hamburger.