The Lost Dinosaurs recensione

The Lost DinosaursDue pescatori congolesi recuperano uno zaino contenente oltre 100 ore di registrazione che testimoniano la spedizione di un gruppo di criptozoologi scomparsi. È questo l’incipit di The Lost Dinosaurs di Sid Bennet, regista britannico non estraneo al fantasy d’avventura grazie alla miniserie tv Prehistoric Park. La storia è quella di un gruppo di esploratori della British Cryptozoological Society partiti alla volta dell’Africa sulle tracce della creatura mitologica Mokele Mbembe (l’equivalente africano del mostro di Loch Ness), accompagnati da una troupe e provvisti di micro-telecamere; in seguito ad un incidente ai danni dell’elicottero, i protagonisti si ritroveranno coinvolti loro malgrado in un’avventura a contatto con i luoghi ignoti e le creature preistoriche dell’oscura e misteriosa giungla congolese.

 

Servendosi dell’ormai ben nota tecnica del found footage, portata al successo nel mondo del cinema da pellicole assai più affascinanti e meglio riuscite come The Blair Witch Project, Cloverfield e il più recente The Bay, Sid Bennett realizza un film aggrovigliato, a metà tra il documentario e il classico d’avventura, che lascia lo spettatore alquanto perplesso, incapace di cogliere quali siano le reali intenzioni comunicative della vicenda.

The Lost Dinosaurs recensioneNon bastano qualche sequenza d’azione accattivante ed alcuni lievi picchi di tensione a rendere The Lost Dinosaurs un prodotto di qualità. Il difetto maggiore di questa pellicola decisamente troppo ambiziosa è quello di che voler sembrare, senza riuscirsi, la ricostruzione di un’avventura meravigliosa impreziosita dall’analisi del rapporto contrastante tra un padre e suo figlio. Mentre i dinosauri, che vengono presentati sia come aggressivi ma anche come creature docili, generano terrore ed eccitazione, gli eventi che costruiscono l’esplorazione si muovono parallelamente all’analisi dei rapporti del capo Jonathan Marchant (Richard Dillane) con suo figlio adolescente Luke (Matt Kane) e con il suo braccio destro, il collega e amico Charlie (Peter Brooke), personaggio al quale verrà destinato nello svolgersi degli avvenimenti uno sviluppo prevedibile e banale.

Tra aggressioni animali ed inseguimenti nella giungla, il film non riesce a donare abbastanza respiro a quest’altro lato della storia; i profili dei personaggi restano pertanto solo accennati e le loro dinamiche risultano paradossali ai fini della narrazione.

Considerato il low budget, gli effetti speciali creati dalla Jellyfish Pictures (premiata con il BAFTA) sono da ritenere sicuramente discreti, anche se siamo ben lontani dalla manignificenza a cui il maestro Spielberg ci ha abituati con il suo Jurassic Park. Per il resto, la regia eccessivamente caotica di Sid Bennet contribuisce a dimostrare che il found footage è un genere che va maneggiato con cura, specie se la posta in gioco è alta come il tema trattato in questo film: provare a far passare per verosimile ed attendibile l’esistenza di creature estinte 65 milioni di anni fa.

Una trama poco coinvolgente ed una sovrabbondanza di tematiche sviluppate in malo modo contribuiscono a rendere The Lost Dinosaurs  una pellicola che si dimenticherà nell’attimo stesso in cui scorreranno i titoli di coda.

L’uscita nei cinema italiani è fissata per il 18 luglio.

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