Dopo aver sentito la voce
dei carnefici, ecco le voci, silenziose, dignitose e dimesse, delle
vittime. Joshua Oppenheimer ci riporta in Indonesia per
farci scoprire l’altra faccia del genocidio del 1965. In
The Act of Killing, magistrale racconto
del tragico evento per bocca degli aguzzini, il regista nominato
all’Oscar ci trasporta dall’altra parte e ci racconta le
testimonianze delle vittime di quella tremenda tragedia umana,
passata tristemente sotto silenzio. Il racconto di The
Look of Silence, si trasforma in un viaggio nel cuore
di una famiglia che ha vissuto sulla sua pelle la drammatica
esperienza. Dal punto di vista formale, il lavoro di Oppenheimer,
complementare al documentario precedente, è meno ambizioso ma forse
più denso.
Visivamente il film è fregiato di una fotografia luminosa e vivace, in contrapposizione con l’oscurità dell’umanità che viene tratteggiata nelle testimonianze dei sopravvissuti. I quadri boscosi in cui campeggiano queste piccole figure nobili e allo stesso tempo rattrappite dal tempo sembrano veri dipinti in cui l’essere umano soccombe sotto la florida bellezza di una natura accecante.
Il tono del racconto viene a tratti alleggerito da inserti di quotidiana familiarità che fanno sorridere ma testimoniano anche l’estrema delicatezza del regista stesso ad inserirsi in un discorso in realtà tanto complesso quanto appare semplice e limpido nei discorsi dei protagonisti.
The Look of Silence è stato presentato in concorso alla 71esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.