Viaggio in Paradiso: recensione del film

Viaggio in Paradiso

Arriva il debutto di Adrian Grunberg – in passato assistente alla regia di Mel Gibson – al suo esordio dietro la macchina da presa con Viaggio in Paradiso, co-sceneggiato proprio assieme al grande attore che è coinvolto anche in veste di attore e produttore con la sua Icon Production.

 

Viaggio in Paradiso è un interessante viaggio in una delle prigioni più anarchiche d’America. Conosciuta come la peggior prigione di tutto lo stato del Messico, soprannominata “l’Università del crimine”, ovvero un incubo di violenza, corruzione e sovraffollamento. “El Pueblito” era una vera e propria società dietro le sbarre, dove i detenuti avevano il pieno controllo, dove la droga veniva apertamente venduta dall’interno e chiunque poteva entrare o uscire, a patto di pagare le guardie.

Viaggio in Paradiso, tra azione e divertimento

Viaggio in Paradiso racconta la storia di Driver che sta cercando di passare il confine messicano a bordo di un’auto piena di soldi sporchi quando viene arrestato dalla polizia. Sa bene che per lui si aprono le porte di un carcere da incubo dove imparerà a sopravvivere anche grazie all’inaspettato aiuto di un bambino di nove anni che nasconde un terrificante segreto.

Viaggio in Paradiso diretto da Grunberg è un vero action-movie con tratti di commedia nera che nonostante una partenza poco originale riesce a rimettersi incorsa e ad affrontare la narrazione con originalità e brutale crudezza. La sceneggiatura è ben scritta e riesce a sorprendere lo spettatore ripetutamente, aiutata da una regia solida e ben tracciata.

La visione di Grunberg gode d’immediatezza e trasporta con sorprendente facilità lo spettatore in quell’inferno di prigione, dove l’anarchia e la povertà si scontrano con le manie di protagonisti di criminali senza scrupoli. A farne le spese è il protagonista Driver, anti-eroe che dimostra di possedere altre qualità oltre a quelle di ladro, magistralmente interpretato da un Mel Gibson che sullo schermo non perde colpi. L’attore, nonostante abbia pagato un prezzo mediatico molto alto di seguito alla separazione dell’ultima moglie, non ha perso il suo talento e riesce ad essere credibile permettendo così la buona riuscita del film.

Quando indossa i panni di action-man, Gibson è indiscutibilmente bravo, e forse il mondo dello spettacolo hollywoodiano dovrebbe ricordarsi di più i suoi meriti artistici che non le sue disavventure personali. Dopotutto non si può negare che Mel abbia dato un grande contributo alla storia del cinema recente, sia da attore che da regista. Con questo film dimostra anche un buon fiuto da produttore. Ulteriore nota positiva da segnalare è la presenza nel cast di Peter Stormare e Dean Norris, volti noti ai fan dei serial Prison Break e Breaking Bad.

 

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