X-Men le origini – Wolverine: recensione del film con Hugh Jackman

X-Men le origini - Wolverine

“Voglio il sangue…” adrenalinico e a tratti malinconico X-Men le origini – Wolverine di Gavin Hood, perfettamente interpretato da Hugh Jackman, è uno dei film più attesi della stagione, e finalmente dal 29 maggio abbiamo potuto vederlo in tutto il suo ruvido splendore.

 

Una storia triste quella di Jimmy Logan, alias Wolverine, costretto all’esilio e alla fuga, in continua ricerca di se stesso e di una sua nemesi che potrà forse un giorno liberarlo dal suo senso di colpa. Una Nemesi che ben presto scoprirà essere sempre stata al suo fianco, impersonata Victor Creed/Sabretooth, suo simile ma completamente abbandonato ai suoi istinti, che Logan tenta costantemente di domare.

X-Men le origini – Wolverine – “Voglio il sangue…” adrenalinico e a tratti malinconico il Wolverine di Gavin Hood

Un lunga ricerca, interiore ed esteriore, che porterà Logan lontano dal Mondo, solo per rientrarvi bruscamente quando la sua tranquillità verrà compromessa dagli intrighi del villain di turno, il colonnello Striker, già visto in X2, principale fautore del mito che diventerà Wolverine, l’uomo bestia indistruttibile munito di scintillanti artigli di adamantio.

Difficile però parlare di controllo tra esplosioni colossali e scontri leggendari, doti sovrumane, brama di vendetta e di potere. E proprio così che X-Men le origini – Wolverine si presenta, un grande blockbuster di intrattenimento con un grande potenziale purtroppo inespresso per fare spazio al glamour di muscoli e frasi un po’ costruite.

Un Hugh Jackman in forma smagliante (anche troppo) da volto e voce ad un anti-eroe fondamentalmente buono, che ha sentimenti ed umanità ma che ha anche una forte dose di sensi ed istinto da animale, un anti-eroe indistruttibile in maniera indirettamente proporzionale alla sua anima lacerata dalle guerre, dalla sofferenza, dal rimorso, dalla voglia di fuggire ma quella ancora più grande di trovare un posto nel mondo. Un film che si pone a metà tra cine-fumettone e a film più ambizioso, una bella storia ma che non lascia traccia. Niente di serio insomma, ma allo stesso tempo niente di faceto, in piena corrispondenza con la dualità di un personaggio che Jackman interpreta con diligenza.

X-Men le origini - WolverineLa regia di Gavin Hood in X-Men le origini – Wolverine si fa sentire e funziona per il genere, cerca di conciliare il momento drammatico con quello più spettacolare che grazie a lui è spettacolarizzato. Interessante la cerchia di comprimari che si stringono intorno all’eroe di adamantio, spicca su tutti Victor Creed/ Sabretooth, interpretato da un ottimo Liev Schreiber, che qualche volta mette ko il collega artigliato non solo letteralmente ma anche sulla scena, ma belli sono i personaggi di Silver Fox (Lynn Collins) e dello scarmigliato Gambit (Taylor Kitsch), sicuramente il più coreografico ma anche meno credibile. Lavoro di routine invece per Danny Huston, alias Colonnello Striker, l’algida disumanità dell’uomo fa contrasto con le emozioni del mutante introducendo un tema che è caro agli X-Men e che è stato ampiamente dispiegato nella trilogia dedicata agli uomini straordinari (specialmente nel primo e secondo capitolo).

 

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Voto di Cinefilos.it
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
x-men-le-origini-wolverine“Voglio il sangue…” adrenalinico e a tratti malinconico X-Men le origini - Wolverine di Gavin Hood, perfettamente interpretato da Hugh Jackman, è uno dei film più attesi della stagione, e finalmente dal 29 maggio abbiamo potuto vederlo in tutto il suo ruvido splendore. Una storia...