Ribelle – The Brave: intervista al regista e alla produttrice

L’attesissimo Ribelle – The Brave ha portato qui in Italia il regista del film, Mark Andrews, che insieme alla produttrice Katherine Sarafian, ha incontrato oggi la stampa.

 

-Merida è una principessa atipica , ribelle. Avevamo avuto altre principesse indipendenti e volitive, ma lei è davvero innovativa.

Mark Andrews: “Volevamo rompere il concetto della principessa tradizionale, della donna che è tale solo nel matrimonio o nella famiglia. La donna non deve per forza essere salvata, anzi! Merida si crea da sola i propri guai, e da sola ne esce”.

Katherine Sarafian: “Anche lei come principessa ha una storia d’amore, ma è una ragazzina e il suo amore è tutto per la famiglia. La sua priorità è scoprire se stessa, non il suo interesse romantico”.

-In genere la Pixar guarda sempre tanto all’animazione giapponese dello Studio Gibli. Ci sono dei riferimenti in questo caso?

K.S.: “Sono delle coincidenze: la trasformazione, l’eroina molto forte … la nostra storia si basa su leggende folk e antichi racconti. E’ una storia completamente originale”.

M.A.: “C’è un solo momento che registicamente ho preso da Porco Rosso dello Studio Gibli. Adoriamo la loro animazione e le loro storie, ma Ribelle è tutto opera nostra”.

-Eppure ci sono somiglianze con altri film Disney, pensiamo ad Ariel o a Koda fratello Orso, oppure a Qui Quo e Qua.

M.A.: “Sono coincidenze, non certo riferimenti voluti. Pensi ad Ariel semplicemente per i capelli rossi e il carattere forte, ma sono due cose diverse”.

K.S.: “Tutto nella storia ha un suo ruolo ben preciso. Merida ha i capelli rossi perché doveva stagliarsi contro il paesaggio verde della Scozia, i fratelli dovevano essere tre perché dovevano cooperare nella fuga dal castello. Ogni cosa ha un suo giusto posto nella sceneggiatura, non è stata introdotta solo per fare riferimenti ad altro”.

-La storia offre anche un messaggio importante del dialogo della figlia con la madre. E’ quello che auspicate?

M.A.: “Assolutamente si. Spesso vogliamo storie che ci facciano evadere ma alla fine della giornata noi siamo le storie che abbiamo incontrato sul nostro cammino. Il film insegna ad essere coraggiosi: per i genitori vuole dire trovare il coraggio di lasciar andare i propri figli; per i figli invece avere il coraggio di non allontanare i genitori”.

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