Sembra strano pensare che il nostro intero immaginario dell’infanzia sia dovuto ad una sola persona, e in parte è proprio così, se pensiamo che Glen Keane, animatore alla Disney fino al 2012, è autore di alcuni dei personaggi più famosi e amati della casa di Topolino. Da Ariel e Pocahontas, fino a Rapunzel, ecco i segreti nascosti dietro la nascita di questi personaggi classici, raccontati da colui che li ha creati.
Ariel
“Mi rapporto a lei molto di
più rispetto a ogni altro personaggio che ho creato. Amo i
personaggi che credono che l’impossibile sia possibile, che hanno
questo desiderio bruciante dentro di loro e che io animo. E qui c’è
questa ragazza, che respira acqua, che vive sott’acqua ma che
camminerà sulla terra e c’è questo ragazzo che rappresenta quel
mondo di cui lui vuole fare parte. Amo questa cosa (…)
Originariamente doveva disegnare Ursula nel film, poi ho sentito
Jodi Benson cantare ‘Part of Your World’ e ho detto DEVO disegnare
questo personaggio.
E quando ne ho parlato con la produzione, loro mi hanno detto che avevano scritto il personaggio per me, non per farmelo animare ma pensando al mio carattere. E così ho detto che avrei dovuto disegnarla. E così mi hanno chiesto se sapevo disegnare una ragazza carina, visto che avevo appena realizzato Ratigan, un gigante, un orso, una volpe e un segugio. E io ho risposto ‘Disegno mia moglie da quando siamo sposati, penso di poterlo fare’. E Linda somigliava molto a Ariel. Ho disegnato la faccia di Ariel basandomi su di lei. Ci sono altre persone che hanno influenzato l’aspetto di Ariel, ma principalmente è stata mia moglie Linda”.
Marahute l’aquila
“Non ho mai voluto
essere un animatore. Volevo essere un artista. Il mio portfolio fu
mandato all’indirizzo sbagliato della scuola d’arte e venni preso
nel corso di animazione. Volevo essere un pittore o uno scultore.
Ma ho scoperto che l’animazione è l’arte dei giorni nostri. Quando
arrivò il turno di Bianca e Bernie, non avevo mai disegnato un
uccello prima. Roy Disney conosceva un tizio, nell’Idaho, che aveva
sei aquile dorate e così solo volato in quel posto, e per osmosi ho
assorbito l’amore per quegli uccelli di questa persona“.
Dopo che nella scena finale de La Sirenetta venne usato il nuovo programma CAPS (Computer Animation Production System), Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri fu il primo film a essere realizzato completamente con quella tecnica. “Sono tornato a casa e ho cominciato a studiare la struttura ossea degli uccelli e ho scoperto che hanno la nostra stessa struttura. Hanno braccia e gomiti e tutto il resto. Ho fatto un po’ di anatomia comparata, con mia moglie stesa sul pavimento ad aiutarmi che sbatteva le braccia come fossero ali. Trasponendo queste cose nella bozza del disegno ho scoperto in maniera meravigliosa come fare cose che non sapevo fare“.
La Bestia
“Per
La Bella e la Bestia Jeffrey Katzenberg non mi permise
di incontrare Robby Benson, il doppiatore del personaggio, perché
Robby era una persona amabile e non voleva che disegnassi la Bestia
basandomi su di lui. Quindi l’ho disegnata basandomi su di me. Ho
un cattivo temperamento da piccolo. Gettavo cose per aria ed ero
impaziente (…) così quando arrivò il momento di animare questo
personaggio così impetuoso e viziato, sapevo come procedere. La
trasformazione del personaggio è stata spirituale esattamente come
è accaduto a me nella vita reale. Ho inserito questa esperienza nel
personaggio”.
Aladdin
“Per Aladdin,
cresciuto per strada, per lui non c’era modo di elevarsi dalla sua
condizione se non credere che fosse davvero possibile. Come per la
Bestia che davvero credeva che qualcuno avrebbe trovato dentro di
lui qualcosa che valesse la pena di amare. Aladdin è venuto fuori
con una straordinaria somiglianza con il suo doppiatore, Scott
Weinger.
A volte il personaggio, la voce del personaggio – quando incontri qualcuno o ci parli al telefono, ti fai in testa un’immagine. Ho scoperto che per me è utile non conoscere chi doppia il personaggio. La voce è così importante per il personaggio che preferisco non incontrare l’attore e chiedere loro di essere la voce dei miei disegni. Alla fine, quando il lavoro è compiuto, conosco le loro voci meglio di loro stessi. C’è questa cosa strana in cui credo, e cioè che il personaggio esista prima che io lo disegni perché esiste nelle mie esperienze”.
Pocahontas
“Pocahontas è stata una
magnifica sfida perché si trattava di un personaggio storico. Sono
andato a Jamestown e ricordo che camminavo per i boschi cercando di
immaginare, magari era in quel punto che John Smith aveva
incontrato Pocahontas.
Avevo letto tutto quello che lui aveva scritto su di lei e mentre ero lì due nativa americane mi fermarono. Mi chiesero se ero io l’animatore che avrebbe realizzato Pocahontas e mi dissero di essere discendenti della principessa. Erano bellissime, avevano un portamento regale. Scattai loro una foto e da qualche parte, in mezzo a loro, vidi la mia Pocahontas, e ho tenuto la loro foto sulla scrivania durante il processo creativo dei personaggio”.
Tarzan
“Mentre lavoravo a Tarzan,
vivevo a Parigi. Le mie animazioni del personaggio però sembravano
annoiate. Un giorno però seguii mio figlio Max al Trocadero a
guardare tutti questi sport estremi. Cominciai a pensare che Edgar
Rice Burrows descrive il personaggio come un piccolo uomo
selvaggio. E se il mio Tarzan avesse fatto surf tra gli alberi
invece di nuotare tra le liane? Così, basandomi anche su mio figlio
max sul suo skateboard, sono partito per l’Africa a studiare i
Gorilla. Ho studiato il paesaggio e ho visto che la foresta era
abbastanza piena di muschio da poterci scivolare sopra. La mia
animazione di Tarzan che surfa sui rami piacque a tutti!”.
Rapunzel
“Ho scoperto che ogni volta
che un computer incrocia il mio cammino, è una sfida per diventare
un artista migliore. Con Rapunzel originariamente dovevano animare
a mano, ma Michael Eisner mi chiese se ero in grado di portare
quello che amo del disegno a mano nella Computer Grafica. Poi
Eisner lasciò il film e arrivò Lasseter con cui
avevo fatto il mio primo test in CGI nel 1982 per Where the Wild
Things Are. Così fu bello lavorare di nuovo con lui. Dopo Rapunzel,
sentivo che c’era qualcosa da fare e così lasciai la Disney e poi
ho realizzato
Duet“.