
È pronto a debuttare nelle sale italiane Assassin’s Creed, l’atteso film tratto da una delle saghe videoludiche più conosciute – e giocate – al mondo, per la regia di Justin “Macbeth” Kurzel, si prepara a rivoluzionare – almeno, su carta – le aspettative mondiali nei confronti dei film tratti dai videogiochi, da sempre croce e delizia dei critici ma soprattutto degli incassi.
La trama di Assassin’s Creed
La trama si ispira agli universi e alle suggestioni già utilizzate dalla Ubisoft per la saga videoludica, ma con una sceneggiatura sviluppata a partire da un’idea completamente nuova: nell’Andalusia del 1492, i templari sono a caccia della Mela dell’Eden, prezioso manufatto che contiene il codice genetico del libero arbitrio ma soprattutto il seme della prima forma di ribellione. Ad una setta di ferventi credenti, gli Assassini, spetta l’arduo compito di difenderla e proteggerla, per evitare che cada nelle mani sbagliate. Tra questi c’è anche Aguilar de Nerha, antenato di Callum Lynch (entrambi interpretati da Michael Fassbender), un assassino che scampa alla pena di morte grazie all’intervento delle Abstergo Industries, una versione aggiornata della società segreta dei templari, che vuole utilizzarlo per rivivere i ricordi del suo antenato spagnolo grazie ad un sofisticato macchinario chiamato Animus: la finalità dell’amministratore delegato della società, Alan Rikkin (Jeremy Irons) è scoprire dov’è finita la Mela ed estinguere così il libero arbitrio della gente, grazie alle abilità tecniche e alla furia assassina che agita, sempre di più, Callum.
Assassin’s Creed tra passato e presente
Nonostante le alte aspettative, Assassin’s Creed non riesce a compiere il prestigio più grande: riconferma quella secolare tendenza degli adattamenti audiovisivi a voler assomigliare, ad ogni costo, alla loro versione videoludica, imitandone effetti, situazioni ed evocando sensazioni nello spettatore attonito: anche qui ci si ritrova coinvolti in prima persona negli inseguimenti di Aguilar sui tetti dell’Andalusia, sembra di respirare a fianco a Fassbender nelle scene di lotta corpo a corpo, perfetta sintesi coreografica, che vengono però sdoppiate tra passato e presente; se la linea narrativa ambientata nel XV secolo conserva quel giusto alone di mistero, esoterismo, esotismo e avventura che cattura l’attenzione media, è l’idea di riportare tutto in un asettico – e forzato – presente spento, grigio e dominato dalle macchine e dalla scienza a disorientare, rovinando il piacere del puro gusto retinico legato all’appagamento attraverso le immagini: le pennellate dark che Kurzel dissemina, qua e là, nel film rallentano il ritmo già vessato da una trama esile, una sceneggiatura priva di approfondimento introspettivo per quanto riguarda i personaggi principali che nemmeno le impeccabili presenze di Fassbender, Irons, Marion Cotillard, Brendan Gleeson e Charlotte Rampling riescono a risollevare.
Gli attori di Assassin’s Creed
La presenza scenica degli interpreti, così matura e impegnativa, si scontra con il meccanismo patinato e ammaliante da vuoto giocattolo costruito da Kurzel, che trova la sua forza proprio nel richiamo antico ed ammaliante delle sirene di uno dei giochi più amati e venduti al mondo, al di là del bene e del male, contro ogni volontà di rendere – più adulto e maturo – un genere che ostinatamente procede lungo la propria strada di incassi da capogiro e sequel annunciati.