David Fincher su Joker e sulla rappresentazione della malattia mentale al cinema

Il regista David Fincher ha recentemente elogiato gli sforzi di Todd Phillips per realizzare Joker, ma forse i suoi commenti sono stati fraintesi...

David Fincher ha espresso i suoi pensieri contrastanti in merito a Joker: a quanto pare, il regista vuole che si sappia che il ritratto offerta da Todd Phillips in merito alla malattia mentale è alquanto “problematico”. Fincher, che aveva affrontato la questione nel suo Fight Club, è attualmente impegnato con la promozione del suo prossimo film, l’attesissimo Mank, e proprio di recente aveva denunciato l’ossessione di Hollywood nei confronti dei film di supereroi e dei titoli “Oscar bait”, categorie in cui il Joker di Phillips sembra rientrare perfettamente.

 

L’uscita di Joker lo scorso anno è stata accompagnata da numerose polemiche, dal momento che erano in molti ad essere preoccupati per il potenziale messaggio del film. Alla fine, tutte quelle polemiche si sono rivelate nient’altro che un fuoco di paglia: Joker è stato accolto molto bene sia dalla critica sia dal pubblico, nonostante il ritratto della malattia mentale offerta attraverso il personaggio di Arthur Fleck interpretato da Joaquin Phoenix abbia comunque lasciato perplesse alcuni spettatori. Sebbene la patologia del protagonista sia basata su una vera malattia mentale, il film – in base a certe critiche – perpetua nel suo insieme moltissimi stereotipi sui malati di mente, in particolare su quanto siano “pericolosi”.

In una recente intervista con The Telegraph, il regista David Fincher ha condiviso i suoi pensieri su Joker, sottolineando quanto possa rappresentare un rischio affrontare al cinema argomenti del genere (basti pensare all’accoglienza negativa che ricevette all’inizio il suo Fight Club) e che, proprio per questo, rispetta lo sforzo fatto da Phillips con il suo film. Tuttavia, il regista non ha risparmiato una sottolie critica alla sceneggiatura. “Credo che nessuno avrebbe guardato quel materiale e pensato: ‘Sì, prendiamo il Travis Bickle di Taxi Driver e il Rupert Pupkin di Re per una Notte e uniamoli. Poi intrappoliamolo in un tradimento nei confronti dei malati di mente, e portiamolo al cinema per un miliardo di dollari “.

Joker possibile grazie a Il Cavaliere Oscuro, secondo David Fincher

Finche ha poi aggiunto: “Gli studios non fanno nulla che non garantisca loro un ritorno da un miliardo di dollari, perché temono fin troppo i rischi. Nessuno avrebbe mai pensato che Joker sarebbe diventato un enorme successo se Il Cavaliere Oscuro non avesse avuto il successo che ha avuto”. Ad aver scatenato le reazioni più disparate è stata l’espressione utilizzata da Fincher “a betrayal of the mentally ill”, ossia “un tradimento nei confronti dei malati di mente”; tuttavia, sono in molti ad aver difeso Fincher, sostenendo che la parola “betrayal” si riferisca in realtà alla trama di Joker, quindi al contesto in cui viene calato il protagonista, ossia all’interno di una società che tende ad emarginare le persone con problemi mentali.

Qualunque sia il caso, nel corso della medesima intervista Fincher ha paragonato l’accoglienza di Joker a quella ricevuta da Fight Club nel 1999. “In seguito all’uscita del film, il punto di vista generale tra i vari studi era: ‘Le nostre carriere sono finite’. Il fatto che mi abbiamo fatto girare quel film nel 1999 è ancora, a mio avviso, un miracolo”, ha osservato Fincher.

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