La primavera della mia vita, la recensione del film con Colapesce Dimartino

Zavvo Nicolosi alla sua opera prima dirige Colapesce Dimartino in un road movie che porta lo spettatore al centro di una Sicilia inedita.

La primavera della mia vita film recensione

La primavera della mia vita – “La vita è un susseguirsi di Gesù, tasse, rapporti deludenti. E poi muori.

 

Metti per caso un road movie in Sicilia dove tra folklore ed estetica alla Wes Anderson si colloca La primavera della mia vita. Il film con Colapesce Dimartino, reduci dal successo di Sanremo 2023 con la vittoria del premio Sala Stampa Lucio Dalla e il premio della critica Mia Martini con “Splash” – che compone anche la colonna sonora di questo film. Il duo canoro si è occupato anche dell sceneggiatura del film aiutato da Zavvo Nicolosi, regista alla sua opera prima. Un sorprendente road movie con molti inattesi special guest musicali: Madame, Roberto Vecchioni, Brunori Sas, ErlandØye e La Comitiva. Nel cast Stefania Rocca, la loro eccentrica agente, Corrado Fortuna, il meccanico con un’imprevedibile passione per i Doors, Demetra Bellina, la misteriosa Sofia, accompagneranno i due protagonisti in un viaggio surreale e poetico. Il film sarà distribuito in sala dal 20 al 23 febbraio per Vision Distribution.

La primavera della mia vita, la recensione

Quello che fanno Colapesce Dimartino alle parole è un regalo a tutto il pubblico. Prima con le loro canzoni portando sul palco tematiche complesse unendo una vibe dance anni ’70 e adesso con La primavera della mia vita. Il film di Zavvo Nicolosi – che dirige i videoclip del duo ma si trova alla prima volta dietro la macchina da presa di un film – si riconcilia molto con la natura in tutte le sue sfaccettature. In particolare, la natura nel film è centrale per raggiungere la riconciliazione interiore con noi stessi e con le persone a noi care. Colapesce Dimartino interpretano una versione più amplificata di loro stessi, Lorenzo e Antonio, in un road trip per la Sicilia mostrano le meraviglie del territorio grazie a delle inquadrature fisse e movimenti di macchina ridotti a zero.

La primavera della mia vita è la rappresentazione di una rinascita che si articola su tre livelli: la rinascita di Antonio e Lorenzo come singoli ma anche della loro ritrovata amicizia. I due, infatti, anche nel film sono amici che hanno iniziato la loro carriera canora insieme e a causa di visioni artistiche differenti litigano e si separano per tre anni. In questo periodo non hanno mai interagito: Lorenzo ha intrapreso una carriera a Milano, il classico siciliano che va al nord per trovare lavoro, Antonio ha subito un grave incidente ed ha trovato nell’Ordine dei Semeniti il ricongiungimento con se stesso. Il successo, infatti, è stata proprio la causa della rottura tra i due amici così diversi: uno intraprendente e l’altro dall’animo taciturno.

La primavera della mia vita film

La vita è un paradiso di bugie

Antonio ha una missione da compiere per conto dell’Ordine dei Semeniti per farlo ha bisogno della persona a cui vuole più bene: Lorenzo. Una bugia è il motore scatenante del film perché Lorenzo scoprirà la verità solo alla fine del viaggio. In La primavera della mia vita siamo, infatti, messi di fronte all’ultimo viaggio di Lorenzo e Antonio come amici e come individui. Nel corso del film i due dovranno affrontare una serie di prove per ricongiungersi e trovare la pace: la Grotta dei Giganti, l’Isola Cornuta e le pendici dell’Etna sono le tre tappe risolutorie della narrazione. Lo spettatore, invece, ammira estasiato le bellezze di questa Sicilia arida sotto il sole di un’estate che sembra non finire mai. Non mancano il folklore e i detti popolari, qualche tocco di denuncia a quei luoghi comuni con cui si narra il territorio siciliano da secoli.

In un ristorante dal nome L’Astice fuggente la narrazione dedica la denuncia maggiore rispetto a questo tipo di narrazione. Infatti, durante il pranzo Lorenzo e Antonio assistono a una rapina per poi scoprire che in realtà è una messa in scena della proprietaria del ristorante, una nobildonna tedesca che ha acquistato il locale e fa vivere ai suoi commensali “una esperienza tipica Siciliana” grazie alla compagnia “Speedy Pizzo”. I due personaggi, in questa scena, così come in altre lasciano che sia il silenzio a parlare per loro, subendo passivamente queste scene senza commentare. Colapesce Dimartino sono molto bravi a far parlare i luoghi comuni pur non facendone la parte centrale del film. Poche volte la Sicilia ha subito una narrazione così diversa da quella stereotipata legata alla mafia.

Tagliare i rami secchi

Prima che arrivi la primavera è necessario fare un lavoro accurato per far crescere i rami dei nostri alberi più robusti. Ciò consente alla pianta di prendere vita e di progredire in una strada diversa rispetto a quella intrapresa. Così l’espressione metaforica di tagliare i rami secchi diventa il centro de La primavera della mia vita. Antonio ha voluto Lorenzo come Testimone di questo viaggio per aiutarlo a tagliare i rami secchi della sua vita e aiutarsi a sua volta a compiere il sacrificio finale che ci porta alla fine del film. Le tre prove, infatti, sono servite per questo scopo.

La prima, alla Grotta dei Giganti, ha messo alla prova l’amicizia di Lorenzo per Antonio. La seconda prova, invece, è servita a mettere in luce le difficoltà di Lorenzo a trovare stabilità nell’amore. La terza a trovare la risoluzione nel rapporto con il padre che lo ha abbandonato da piccolo. Lorenzo, dunque, taglia i suoi rami secchi grazie ad Antonio che a sua volta ha raggiuto la sua missione. Viene svelato il vero motivo di questo lungo viaggio de La primavera della mia vita: Lorenzo dovrà aiutare Antonio a ricongiungersi con la natura e rinascere l’albero. Secondo l’Ordine dei Semeniti questa era l’ultima prova da superare.

Mandorlo in fiore

La primavera della mia vita diventa una duplice metafora di rinascita. Antonio vive la sua primavera rinascendo come un meraviglio mandorlo in fiore, Lorenzo dal canto suo ha una rinascita interiore. Abbandona le questioni legate alla fama e al successo che hanno consumato in primis il rapporto con Antonio. Grazie al sacrificio di Antonio, finalmente Lorenzo ha scoperto se stesso e – una volta abbandonati i drammi del suo passato – riesce a crearsi una famiglia. Il film con le sue ispirazioni a registi di enorme portata come Wes Anderson e Wim Wenders riesce a portare sul grande schermo un piccolo spaccato di realtà che, in primis, hanno vissuto i due protagonisti. Lo fa in modo gentile e diretto, con ironia e con uno sguardo sempre attento a non cadere nel banale della rappresentazione di una terra schiava dello stereotipo che questa volta rinasce come un mandorlo in fiore.

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RASSEGNA PANORAMICA
Lidia Maltese
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Lidia Maltese
Laureata in Scienze della Comunicazione alla Sapienza, classe 95. La mia vita è una puntata di una serie tv comedy-drama che va in onda da 27 anni. Ho lo stesso ottimismo di Tony Soprano con l'umorismo di Dexter, però ho anche dei difetti.
la-primavera-della-mia-vita-2Il film con le sue ispirazioni a registi di enorme portata come Wes Anderson e Wim Wenders riesce a portare sul grande schermo un piccolo spaccato di realtà che, in primis, hanno vissuto i due protagonisti. Lo fa in modo gentile e diretto, con ironia e con uno sguardo sempre attento a non cadere nel banale della rappresentazione di una terra schiava dello stereotipo che questa volta rinasce come un mandorlo in fiore.