Fra le penne più eleganti, acute e ironiche del periodo Regency spicca Jane Austen. Un’autrice che ha fatto del suo tessuto sociale – quotidiano, familiare e sentimentale – il suo pane quotidiano, diventando una delle figure letterarie più influenti dell’Ottocento. Non sorprende che le sue storie, costruite sull’osservazione dei rapporti umani, abbiano ispirato il cinema, che ancora oggi la racconta – con declinazioni sempre nuove – attraverso film e serie. L’ultimo esempio arriva dalla Francia: Jane Austen ha stravolto la mia vita, commedia romantica scritta e diretta da Laura Piani, con protagonista Camille Rutherford. Presentata al Toronto International Film Festival, la pellicola ha riscosso un discreto successo ed è pronta ad arrivare nelle sale italiane dal 18 settembre.
La trama di Jane Austen ha stravolto la mia vita
Agathe è una giovane libraia che lavora nella celebre Shakespeare and Company di Parigi, sulla Rive Gauche. Tra citazioni di Jane Austen e pile di romanzi, sogna di diventare scrittrice e pubblicare il suo primo libro che ha come protagonista un uomo nudo che trova sempre sul fondo un bicchiere cinese di un ristorante da lei frequentato. A sconvolgere la sua routine ci pensa Félix, collega e migliore amico, che senza dirle nulla invia il suo manoscritto a una residenza per scrittori in Inghilterra, la Jane Austen Regency. Quando Agathe riceve l’invito ufficiale, è riluttante: le sue insicurezze e gli attacchi di panico la tengono ancorata a una zona di conforto che non le appartiene più. Spinta da Félix, parte per l’Inghilterra e lì si troverà a fare i conti con se stessa e con un trauma mai superato: la perdita dei genitori, che le ha lasciato addosso il peso del silenzio e quel blocco dello scrittore che non riesce a sciogliere.
Agathe: fra Anne Elliot ed Elizabeth Bennet
Agathe è la tipica protagonista femminile di una commedia romantica. Ne incarna pienamente l’archetipo: sognatrice, un po’ disillusa, impacciata, in cerca di un amore che le faccia esplodere il cuore. Tutte caratteristiche qui ben dosate e bilanciate, che rendono il personaggio del film ricco di contraddizioni, e per questo affascinante. Come le eroine di Austen, Agathe riflette, discute, fa una disamina della società che la circonda. A volte si lascia travolgere dallo sconforto, altre reagisce con lucidità, dimostrando di saper cogliere le sfumature della vita e trasformarle in tappe di un percorso di crescita costante.
Pur riferendosi a se stessa come la Anne Elliot della sua storia – zitella in età adulta – Agathe ha molto in comune con Elizabeth Bennet: ironica, vivace, dotata di un’intelligenza brillante. Una ragazza che, pur segnata da profonde cicatrici, non smette di cercare una strada, o almeno di provarci, sostenuta dall’amicizia fedele di Félix. Nel suo percorso inciampa più volte, ma ogni caduta è occasione per rialzarsi. Il suo obiettivo è duplice: conquistare un’indipendenza emotiva che le consenta di svincolarsi dal trauma della morte dei genitori e dell’incidente in macchina, e trovare un amore che sia pieno, reciproco, mai ridotto a briciole.
Un cuore tenero per un racconto leggero
Jane Austen ha stravolto la mia vita convince nella sua semplicità, nella fotografia luminosa e verdeggiante che ricorda i quadri di Monet, Corot o Constable. Una resa visiva delicata, che accompagna lo spettatore in un mondo tinteggiato d’amore e di emancipazione, fatto di citazioni letterarie e atmosfere calde e accoglienti di un’Inghilterra che sembra sospesa nel tempo.
Non tutto scorre con la stessa intensità: la scrittura a volte scricchiola e vacilla, incastrando qua e là qualche parentesi superflua che non aggiunge sostanza al racconto. Ma è innegabile che il film si lasci assaporare per quello che è: un intreccio dal cuore tenero, pensato per parlare d’amore – e di libertà – senza prendersi troppo sul serio. Un piccolo comfort movie, che sa di profumo di pagine antiche e femminilità.
Jane Austen ha stravolto la mia vita
Sommario
Il film convince nella sua semplicità, nella fotografia luminosa e verdeggiante che ricorda i quadri di Monet, Corot o Constable. Una resa visiva delicata, che accompagna lo spettatore in un mondo tinteggiato d’amore e di emancipazione, fatto di citazioni letterarie.