Non aprite quella porta è al centro di un contenzioso che sta coinvolgendo alcuni dei produttori hollywoodiani più importanti degli ultimi anni. Ma andiamo in ordine. I cambiamenti epocali nell’industria cinematografica post-pandemica sono innegabili e Hollywood sta cambiando rotta. L’era in cui si superava senza sforzo la barriera dei 500 milioni di dollari al botteghino globale con ogni blockbuster ad alto budget sembra svanita. Questo nuovo contesto sta spingendo molti studi a riconsiderare il loro programma, rendendo più difficile il via libera per molti costosi film estivi di successo.
In risposta a questa difficoltà, le produzioni si stanno rivolgendo con rinnovata attenzione a film horror più accessibili. Questo genere dimostra costantemente il suo valore, offrendo solidi ritorni al botteghino a fronte di un investimento ridotto. Il successo di questo approccio è già evidente, con un’ondata di franchise horror iconici che vengono rivitalizzati. Di recente abbiamo assistito a trionfali “requel” e a nuovi episodi che hanno dato nuova vita a serie come Final Destination, Scream e Saw.
E la rinascita dell’horror non accenna a fermarsi: progetti come So cosa hai fatto, Venerdì 13 e L’esorcista sono tutti attivamente in fase di sviluppo, preannunciando un futuro entusiasmante per il genere.
Ma in mezzo a questa rinascita, un classico dell’horror sta generando un’eccezionale quantità di entusiasmo, innescando una feroce guerra di offerte tra i principali studi cinematografici e le piattaforme di streaming. La proprietà intellettuale al centro di questa intensa competizione? Nientemeno che Non aprite quella porta.
Il classico slasher degli anni ’70 sta scatenando una vera e propria guerra di offerte al momento e sono coinvolti alcuni nomi molto interessanti, tra cui:
- Si dice che il co-creatore di Yellowstone, Taylor Sheridan, sia molto interessato, essendo originario del Texas.
- Oz Perkins (Longlegs, La scimmia) starebbe collaborando con Bryan Bertino (Gli sconosciuti) per un film prodotto da Neon.
- J.T. Mollner, regista del prossimo adattamento di “La lunga marcia” di Stephen King, sta collaborando con il produttore Roy Lee per una serie TV su A24.
- Separatamente, Lee ha anche un’offerta per un film su “Non aprite quella porta” su Netflix.
- Infine, Jordan Peele (Scappa – Get Out, Nope) e la sua Monkeypaw Productions si sono uniti al gruppo e puntano a produrre un film per Universal.
I diritti del franchise di Non aprite quella porta sono attualmente controllati da Exurbia Films, una società parzialmente posseduta da Kim Henkel, co-sceneggiatore dell’originale del 1974. Exurbia ha incaricato l’agenzia Verve di supervisionare un’accesa guerra di offerte per la proprietà. Le proposte formali da parte di studi e registi inizieranno il 9 giugno 2025. L’ultimo capitolo della serie Non aprite quella porta è l’omonimo film del 2022, diretto da David Blue Garcia. In uscita in esclusiva su Netflix il 18 febbraio 2022, il film si configura come una continuazione diretta dell’originale del 1974, riprendendo la storia cinquant’anni dopo.
Non aprite quella porta è incentrato su un gruppo di giovani cittadini che si recano in una remota cittadina del Texas con l’intenzione di rilanciarla, solo per risvegliare l’orrore a lungo sopito di Leatherface. Nonostante la sua distribuzione di alto profilo, il film è stato accolto negativamente, ottenendo un punteggio del 30% dalla critica su Rotten Tomatoes e solo il 25% dal pubblico, sulla base di oltre 1.000 valutazioni degli spettatori.