Annecy Animation Festival ha ospitato la premiere del primo episodio di Eyes of Wakanda, spin-off animato del franchise di Black Panther.
Il regista Todd Harris ha presentato l’episodio, intitolato “Into the Lion’s Den“, prima di una Q&A la mattina del 9 giugno. Harris, in precedenza story artist per la Marvel per Black Panther e il suo sequel Wakanda Forever, ha affermato che la serie segue un formato “antologico”.
L’episodio, il primo dei quattro, è ambientato nel 1260 a.C. e racconta la storia di un’agente segreta del Wakanda, un’ex Dora Milaje caduta in disgrazia di nome Noni (interpretata da Winnie Harlow), alle prese con un uomo chiamato “Lion” (Cress Williams).
Lion ha disertato dalla guardia del Wakanda per guidare una banda di pirati e ha rubato la tecnologia del Wakanda per fondare il proprio regno. Noni lo trova a Creta, dove la ciurma di pirati di Lion, composta da combattenti provenienti da tutto il mondo, sta saccheggiando e schiavizzando una città.
La serie è animata in stile 3D grafico dallo studio Axis Animation, ricca di character design esagerati ed effetti visivi 2D. La sequenza iniziale, come ha sottolineato con entusiasmo Harris, è disegnata a mano dagli artisti di AKA Studio. “C’era una versione della serie che aveva montaggi 2D”, spiega Harris. Ma a causa di limiti di tempo, questi sono stati mantenuti solo nella sequenza iniziale, per preservarne lo spirito. È anche un omaggio alle radici visive della serie, poiché Harris sottolinea che i disegni a carboncino sono la prima fase di un dipinto.
Il design, come afferma Harris, ha lo scopo di mettere in risalto le specificità culturali e mettere in primo piano la varietà di culture con cui i Wakandiani hanno interagito nel tempo, pur preservando l’aspetto fantascientifico stabilito nel film. Attribuisce inoltre principalmente l’aspetto “pittorico” a illustratori e pittori come Dean Cornwell ed Ernie Barnes, quest’ultimo fonte d’ispirazione per le proporzioni esagerate del personaggio.
Il team ha anche studiato l’arte contemporanea internazionale, partendo dal presente per individuare temi comuni che potessero essere ripresi e che evidenziassero l’influenza del Wakanda nel tempo, in quanto paese “esiste da migliaia di anni, più a lungo di chiunque altro”. La reazione del pubblico al primo episodio è stata generalmente positiva, con domande generali che sottolineavano il senso di autenticità culturale della serie.
A seguire, questa avventura è brevemente delineata la premessa generale della serie: un “viaggio attraverso i secoli” in quattro storie autoconclusive che seguono gli agenti del Wakanda mentre recuperano diversi manufatti rubati alla loro nazione. “È principalmente una storia di spionaggio”, ha detto Harris, continuando a descrivere ciascuno di questi episodi come uno studio sulla reazione di questi agenti al mondo reale, “equilibrando ciò che vedono con la loro agenda nazionalista”.
Ciascuno degli episodi da 30 minuti si svolgerà in periodi temporali diversi, seguendo diversi artefatti sottratti. Ma c’è una certa continuità, poiché l’impatto delle azioni del Leone si farà sentire apparentemente per tutto quel tempo. Harris ha anche anticipato la comparsa di alcuni personaggi Marvel familiari: “Ci sarà un Iron Fist qui, e non l’Iron Fist che vi aspettate”.
Ci sono altri tocchi familiari, come i richiami al Black Panther originale di Ryan Coogler nei dialoghi e nel design visivo, ma Harris osserva che “non è mai stato il mio obiettivo farne ‘un altro’, il mio obiettivo era creare qualcosa di nuovo”.
Il team ha raggiunto questo obiettivo efficacemente lavorando a ritroso dal presente, seguendo il principio generale di “qual è il tipo di cultura che costruisce un Black Panther?”. Questo è stato supportato da alcuni suggerimenti del team di production design che ha lavorato al lungometraggio, così come dal contributo del produttore esecutivo Ryan Coogler.
Harris descrive il paese immaginario, raffigurato per la prima volta nei fumetti Marvel, come se “Star Trek fosse stato catapultato nel cuore dell’Africa, ma era entusiasta di esplorare i principi che hanno permesso a una nazione del genere di preservarsi per così tanto tempo”. Eyes of Wakanda intende esplorare come la cultura e le tattiche dei Wakandani si evolvano con l’introduzione di nuovi personaggi in nuove epoche, ma anche la “stabilità” che ne è il cuore, poiché il Wakanda cerca di rimanere isolato e resistere alla “sovraespansione”. “La staticità è una cosa difficile, e il Wakanda, per definizione, è rimasto lo stesso”, afferma il regista. “Rimanere fermi controcorrente richiede energia: quindi cosa sono disposti a fare per rimanere tali, per non espandersi eccessivamente?”