Eternal – Odissea negli abissi, recensione del film di Ulaa Salim

Dal 26 giugno al cinema il nuovo film di Ulaa Salim, un viaggio tra le profondità dell’oceano e quelle dell’animo umano

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Con Eternal – Odissea negli abissi, il regista danese Ulaa Salim abbandona le tensioni politiche del suo debutto (Sons of Denmark) per tuffarsi – letteralmente – in un’ambiziosa parabola fantascientifica che intreccia disastro ecologico e rimpianti personali. Tuttavia, quello che sulla carta potrebbe sembrare un connubio originale tra l’immaginario catastrofico alla Nolan e il romanticismo malinconico da cinema d’autore scandinavo, si rivela presto un’opera sbilanciata, che confonde la profondità con la ripetizione e l’introspezione con l’enfasi.

Un’idea promettente, ma presto annegata

Il film si apre con un evento apocalittico: un terremoto in Islanda ha generato una frattura nel fondo dell’oceano, un’anomalia geologica che potrebbe destabilizzare il campo magnetico terrestre e condurre all’estinzione della vita. Elias, giovane brillante aspirante scienziato climatico, sogna di studiare da vicino il fenomeno e contribuire alla sua risoluzione. Ma proprio nel momento in cui incontra Anita, una cantante determinata a vivere il presente e inseguire la propria carriera artistica, Elias si trova a dover scegliere: restare e costruire una famiglia o partire per salvare il mondo.

Dopo una prima parte efficace, che mette in scena con misura e sensibilità l’incontro e la separazione dei due protagonisti, il film si perde in un lungo flash-forward. Anni dopo, Elias – ormai divenuto capitano di un sottomarino scientifico – è pronto a scendere nelle profondità oceaniche per raggiungere la famigerata frattura. Ma lì qualcosa si spezza: visioni di un passato alternativo iniziano a tormentarlo. Una moglie. Un figlio. Una vita mai vissuta. E il film si avvita su se stesso, tra dimensioni parallele, simbolismi insistiti e ritorni ossessivi su un’unica domanda: e se avessi scelto diversamente?

La forma affascina, ma il contenuto zoppica

Dal punto di vista visivo, Eternal ha sicuramente delle qualità. Le scene subacquee, girate con un occhio attento all’estetica, evocano suggestioni à la 2001: Odissea nello spazio e The Abyss di James Cameron. I cambi di formato, le lenti grandangolari, i movimenti ipnotici della macchina da presa creano un’atmosfera sospesa, in cui realtà e allucinazione si confondono. Tuttavia, questa confezione curata non riesce a compensare una narrazione che gira a vuoto.

La sceneggiatura, infatti, è afflitta da una ripetitività strutturale che smorza ogni slancio emotivo. Elias continua a rivedere Anita, a immaginare la vita che avrebbe potuto avere, a struggersi per una decisione ormai passata, ma ogni ritorno è privo di una reale evoluzione narrativa o psicologica.

Frame dallo sci-fi Eternal - Odissea negli abissi
Frame dallo sci-fi Eternal – Odissea negli abissi – Cortesia di Wanted Cinema

Sci-fi concettuale o melò travestito?

Eternal – Odissea negli abissi si propone come fantascienza a basso impatto spettacolare e alto tasso emotivo, un po’ come Interstellar ma con meno rigore scientifico e più retorica sentimentale. Tuttavia, proprio la componente sci-fi risulta la più debole: non c’è alcuna coerenza nelle regole dell’universo narrativo, la frattura oceanica è usata come pura metafora dell’anima spezzata, e i fenomeni paranormali – visioni, flash di altre vite, apparizioni – non vengono mai spiegati né giustificati.

In questo senso, l’opera sembra più vicina alla scuola del videoclip che a quella della fantascienza d’autore. Non a caso, Nanna Øland Fabricius, che interpreta Anita da adulta, è nota anche come cantante pop con il nome d’arte “Oh Land”, e alcune sequenze sembrano costruite più per evocare una certa estetica indie che per veicolare un racconto solido.

Un dramma d’amore che scivola nel narcisismo

Anche la storia d’amore centrale fatica a reggersi in piedi. Il rapporto tra Elias e Anita, pur partendo da premesse coinvolgenti (due giovani con sogni opposti ma ugualmente forti), si trasforma in una narrazione a senso unico. Elias prende decisioni drastiche, poi si pente, poi rivendica – anche con una certa arroganza – il diritto di far parte della vita del figlio che non sapeva di avere. Il film sembra non interrogarsi mai davvero sul punto di vista di Anita, relegandola a figura evocativa, quasi fantasmatica, e privandola della complessità che meriterebbe.

In questo senso, nonostante l’intento poetico e riflessivo, Eternal – Odissea negli abissi finisce per tradire la sua stessa premessa: invece di proporre una meditazione sul libero arbitrio e sulle conseguenze delle scelte, ci restituisce una parabola unidirezionale, dove tutto ruota attorno al tormento interiore del protagonista maschile.

Un’opera visivamente curata, ma troppo confusa

Distribuito in Italia da Wanted Cinema dal 26 giugno 2025, Eternal – Odissea negli abissi si presenta come un film autoriale, sofisticato, destinato a un pubblico attento e sensibile. Eppure, sotto l’eleganza della messa in scena si nasconde una struttura traballante, che non riesce a tenere insieme i tanti generi e registri che tenta di mescolare. Chi è in cerca di un’opera riflessiva e simbolica, potrebbe trovarvi qualcosa di stimolante. Ma chi si aspetta una narrazione solida, una vera tensione drammatica e un uso coerente del linguaggio fantascientifico, rischia di uscire dalla sala con più domande che emozioni.

Eternal – Odissea negli abissi
2.5

Sommario

Il secondo film di Ulaa Salim esplora le fratture interiori e planetarie in un racconto ambizioso ma disordinato. Fantascienza, melodramma e filosofia si intrecciano in un’opera visivamente affascinante ma narrativamente debole.

Agnese Albertini
Agnese Albertini
Nata nel 1999, Agnese Albertini è redattrice e critica cinematografica per i siti CinemaSerieTv.it, ScreenWorld.it e Cinefilos.it. Nel 2022 ha conseguito la laurea triennale in Lingue e Letterature straniere presso l'Università di Bologna e, parallelamente, ha iniziato il suo percorso nell'ambito del giornalismo web, dedicandosi sia alla stesura di articoli di vario tipo e news che alla creazione di contenuti per i social e ad interviste in lingua inglese. Collaboratrice del canale youtube Antonio Cianci Il RaccattaFilm, con cui conduce varie rubriche e live streaming, è ospite ricorrente della rubrica Settima Arte di RTL 102.5 News.

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