L’uscita della serie It: Welcome to Derry (qui la nostra recensione) ha spinto molti spettatori a chiedersi se la serie sia tratta da un libro vero e proprio. Per i “Constant Readers” di Stephen King la domanda può sembrare superflua, ma è comunque legittima. La serie, infatti, funge da prequel di It e segue il maggiore Leroy Hanlon, un pilota dell’aeronautica statunitense che si trasferisce con la famiglia a Derry per lavorare a un progetto governativo segreto.
Ben presto, però, l’uomo scopre che nella cittadina c’è qualcosa di profondamente corrotto. I bambini del luogo iniziano a sparire, e Derry si ritrova ancora una volta in balia della presenza maligna che da sempre vive sotto la superficie: Pennywise il Clown. La serie è piena di riferimenti all’universo di King e di rimandi all’opera originale, ma molti si chiedono se sia effettivamente basata su un libro prequel o se si tratti di un’espansione autonoma della storia.
Non esiste un libro intitolato Welcome to Derry, ma la serie nasce da elementi presenti in It
La risposta alla domanda se Welcome to Derry sia tratto da un libro è sì… ma anche no. La serie prende spunto da dettagli e accenni che King aveva solo suggerito nel romanzo originale.
Nel libro It, King inserisce cinque interludi scritti dal bibliotecario e storico locale Mike Hanlon, in cui vengono raccontati eventi del passato di Derry, collegati ai cicli di violenza e scomparsa che coincidono con le manifestazioni di Pennywise nel corso dei secoli.
Tuttavia, non esiste alcun romanzo intitolato Welcome to Derry scritto da King, né un prequel ufficiale come nel caso di Jerusalem’s Lot per ’Salem’s Lot. La serie nasce quindi dal desiderio di espandere quei frammenti di storia accennati da King e mai sviluppati.
Il regista Andy Muschietti, che aveva già diretto i due film di It, ha spiegato a King di voler riempire i vuoti e svelare gli enigmi lasciati volutamente irrisolti nel romanzo. In questo modo, Welcome to Derry costruisce una “storia nascosta”, complementare al libro ma non direttamente tratta da esso.
Un esempio: la storia del Black Spot e di Dick Hallorann
Nel romanzo originale, King menziona brevemente il Black Spot, un locale di Derry frequentato da militari afroamericani durante gli anni della segregazione. Il locale venne incendiato da suprematisti bianchi – probabilmente influenzati da Pennywise – ma Dick Hallorann, il cuoco con la “luccicanza” de Shining, riuscì a salvare alcune persone, tra cui Will Hanlon, padre di Mike.
Questo episodio, solo accennato nel libro, viene ampliato nella serie, che potrà così esplorare il passato militare di Hallorann e il suo legame con Derry. È uno dei molti “filoni narrativi” che It suggeriva ma non approfondiva, e che ora vengono portati sullo schermo.
Una nuova linea temporale: la serie segue i film, non il libro
Un aspetto importante da chiarire è che It: Welcome to Derry non segue la cronologia del romanzo, ma quella stabilita dai film di Muschietti. Nel libro di King, il Club dei Perdenti affronta Pennywise da bambini nel 1958 e poi di nuovo da adulti nel 1985. I film, invece, aggiornano tutto di trent’anni: la prima parte è ambientata nel 1989, e IT – Parte 2 nel 2016.
La nuova serie, quindi, si colloca prima degli eventi del primo film, durante l’ultimo ciclo di Pennywise precedente a quello dei protagonisti originali. L’azione si svolge nel 1962, in piena Guerra Fredda, due anni prima dell’escalation in Vietnam, nel pieno del movimento per i diritti civili e poco prima dell’assassinio di JFK. Questo contesto storico fornisce un terreno fertile per esplorare le tensioni sociali e razziali dell’epoca, oltre all’orrore soprannaturale che infesta Derry.
Le modifiche al canone di King
Stephen King non ha mai considerato la propria opera come un universo “fisso”: nel corso degli anni ha spesso modificato, ampliato o contraddetto i dettagli delle sue storie. Con l’evoluzione del ciclo della Torre Nera, che collega gran parte del suo multiverso letterario, la coerenza interna è diventata ancora più flessibile.
Muschietti ha quindi piena libertà di reinterpretare la mitologia di It. Nei film, ad esempio, il rituale per sconfiggere Pennywise non deriva più da un racconto himalayano (come nel romanzo), ma dalle tradizioni dei nativi americani di Derry. Welcome to Derry approfondirà ulteriormente questa componente indigena, cercando di trattarla con maggiore rispetto e complessità rispetto a quanto fatto in IT – Parte 2.
Altri cambiamenti, tuttavia, potrebbero creare piccole discrepanze con l’opera originale. Ad esempio, nel primo episodio della serie viene suggerito che Teddy, un personaggio secondario, sia lo zio di Stanley Uris, uno dei futuri membri del Club dei Perdenti. Il destino tragico di Teddy, però, non viene mai menzionato nel romanzo, cosa che in teoria creerebbe un’incongruenza.
Tuttavia, questa dimenticanza si inserisce perfettamente nello spirito di Derry, una città che rimuove o distorce i propri orrori per sopravvivere psicologicamente. È quindi plausibile che Stanley, da adulto, non conosca o non ricordi pienamente la verità sulla propria famiglia. In questo senso, la serie arricchisce anche la sua tragica scelta finale di suicidarsi pur di non affrontare di nuovo Pennywise.
L’importanza dello
spirito della storia
Alla fine, ciò che conta davvero non è la perfetta coerenza del canone, ma lo spirito della storia. King stesso ha sempre privilegiato la forza tematica e simbolica delle sue opere rispetto ai dettagli cronologici.
Se It: Welcome to Derry riuscirà a catturare l’orrore viscerale e la corruzione morale che infestano la cittadina, le inevitabili modifiche rispetto al libro saranno secondarie. L’universo di It è sempre stato fluido, mutevole, fatto di paure archetipiche più che di date precise.
La serie rappresenta dunque un’occasione per espandere il mito di Derry, per dare voce alle storie marginali – come quella dei militari neri, dei nativi americani o delle famiglie segnate dal male – e per esplorare ancora più a fondo le radici del terrore che Stephen King aveva solo intravisto nel suo romanzo.
It: Welcome to Derry non è un adattamento diretto, ma un’espansione creativa del mondo di It: una serie che prende i frammenti lasciati da King e li trasforma in un racconto autonomo, fedele non tanto ai fatti, quanto all’anima inquieta di Derry e al male ciclico che vi abita.

L’importanza dello
spirito della storia