Subscription economy: un nuovo paradigma per il consumo globale

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In questi ultimi anni l’economia degli abbonamenti, meglio nota come subscription economy, si è affermata come uno dei modelli più innovativi e influenti dell’era moderna. Basato sulla sottoscrizione ricorrente, questo modello nato dal digitale è passato anche ad altri settori, dalla mobilità ai beni di consumo passando per i servizi per la salute.

Si tratta di un paradigma di consumo che trae la sua forza da due leve fondamentali: la possibilità di disiscriversi quando si desidera e la facilità di fruirne con formule di pagamento agevolate. Delle conseguenze di questo nuovo sistema economico ne ha parlato approfonditamente Express VPN in un’indagine dalla quale ne emergono non solo le comodità ma anche i rischi e le conseguenze negative. Vediamo meglio di cosa si tratta.

La forza del modello in abbonamento

Il successo della subscription economy risiede nella sua capacità di rispondere ai bisogni di comodità, accessibilità e personalizzazione: i consumatori non acquistano più singoli prodotti o servizi, ma accedono a esperienze continue che si adattano alle loro esigenze.

Le aziende, dal canto loro, hanno trovato in questo modello un’opportunità per costruire relazioni più solide con i clienti. L’abbonamento, infatti, garantisce entrate costanti e prevedibili, quindi permette di collocare investimenti con maggiore contezza sui ritorni sperati.

C’è anche da considerare che la continuità del rapporto con il cliente permette di raccogliere dati preziosi, utili per perfezionare i servizi e aumentare la fedeltà. Il grande successo di questo modello, però, inizia a sollevare il bisogno di bilanciamento tra valore percepito e soddisfazione del cliente, elementi che le aziende sono tenute a monitorare continuamente.

L’espansione nei settori emergenti

Il modello degli abbonamenti è evoluto oltre i confini tradizionali, integrandosi in settori prima impensabili. La mobilità è uno di questi, nel quale sempre più aziende offrono auto in abbonamento, garantendo l’uso del veicolo oltre a manutenzione e assicurazione incluse.

Da questo cambiamento è emersa una nuova percezione della proprietà, la quale spinge sempre più consumatori verso un modello di utilizzo flessibile, sostenibili e, perché no, condiviso.

Lo stesso si è verificato nel mercato dei beni di consumo alimentari, dove tantissime aziende hanno trasformato il modo di fare acquisti, consegnando direttamente a casa dei clienti con formule su abbonamento ricorrente.

Anche nel settore della salute e del fitness sono arrivate app su abbonamento, le quali combinano hardware e servizi digitali a pagamento. L’offerta comprende programmi di allenamento personalizzati, tracciamento della salute e l’accesso a comunità virtuali provenienti dai wereable device. Questa integrazione di esperienze, fisiche e digitali, rappresenta una delle innovazioni importanti degli ultimi anni, perché ha contribuito ad estendere ulteriormente le possibilità offerte dalla subscription economy.

Impatti globali e dinamiche di mercato

Secondo Juniper Research, il valore globale della subscription economy ha raggiunto i 275 miliardi di dollari solo nel 2022, un segnale che evidenzia l’escalation di crescita di questo modello. E difatti, anche i mercati emergenti stanno, pian piano, adottando formule simili nei loro modelli di business.

Le aziende consolidate, oggi, si trovano a competere con start-up agili, che sfruttano la flessibilità degli abbonamenti per entrare in mercati saturi. E tra l’altro, nonostante il suo successo, la subscription economy non è priva di ostacoli.

Una delle principali problematiche è rappresentata dalla cosiddetta subscription fatigue, ovvero la sensazione di sovraccarico che molti utenti provano a causa del numero crescente di abbonamenti da gestire. Questo fenomeno, spesso accompagnato da costi accumulati nel tempo, comporta almeno due conseguenze negative: la perdita di valore percepito e l’abbandono dei servizi (churn rate).

A ciò si somma il sentimento di diffidenza dei consumatori, molti dei quali lamentano procedure eccessivamente complesse per disdire i servizi, una pratica che penalizza la reputazione delle aziende. E per finire, la necessità di mantenere un alto livello di qualità e innovazione, pone le aziende a interrogarsi di continuo su come soddisfare le aspettative dei clienti, le quali crescono di pari passo con sempre nuove esigenze.

Quanto durerà l’era degli abbonamenti?

Difficile rispondere a domande così ampie. Ciò che possiamo affermare è che per superare queste sfide, le aziende stanno sviluppando strategie sempre più focalizzate sul legame tra brand ed utente.

I pacchetti diventano più diversificati, mentre le opzioni di abbonamento flessibili, accolgono ulteriori nuovi modelli come i pay-per-use o stagionali e i pagamenti a rate senza interessi.

Per questo sono nate apposite app di gestione finanziaria, progettate per aiutare i consumatori a monitorare le spese ricorrenti. Nel lungo termine, quindi, la subscription economy sembra destinata a diventare il modello di riferimento per ulteriori nuovi canali di consumo globale.

Redazione
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