Dopo Barbarossa, un film su Marco D’Aviano

rutgerhauer

 

 Secondo indiscrezioni, la Rai ha autorizzato la produzione di un nuovo film dedicato ad un settentrionale contraddistintosi come difensore della cristianità in Europa. Dopo “Barbarossa” infatti, è la volta di un film su Marco D’Aviano, il frate che guidò i cristiani nell’eccidio dei musulmani l’11 settembre 1683 alle porte di Vienna.

Il Cda della Rai (con i voti contrari dell’opposizione e del Presidente Garinberti) ha autorizzato il finanziamento di 4,1 milioni di euro, più un altro milione proveniente da Rai Cinema. Il film, che vedremo anche in tv, uscirà prima al cinema ed avrà come titolo “11 settembre”.

Chi è Marco D’Aviano? Al secolo Carlo Domenico Cristofori, nacque nel comune friuliano di Aviano nel 1631; dopo aver proseguito gli studi di teologia e di filosofia, il 18 settembre 1655 venne ordinato presbitero a Chioggia e ottenne nel 1664 la patente di predicazione. Ricevette due incarichi come superiore nei conventi di Belluno (1672) e Oderzo (1674) per poi dedicarsi completamente all’attività di predicatore, attirando i fedeli grazie alle sue notevoli capacità oratorie. L’8 settembre 1676, invitato a predicare a Padova presso il monastero di San Prosdocimo, benedì Vincenza Francesconi, una religiosa da molti anni gravemente ammalata; la sua improvvisa guarigione, unita anche ad altri episodi analoghi avvenuti nello stesso periodo a Venezia, resero celebre frate Marco, cui vengono ormai attribuite doti taumaturgiche.

Guarì da una lunga malattia anche il duca Carlo V di Lorena, comandante dell’esercito dell’Imperatore del Sacro Romano Impero; la sua fama giunse così anche alle orecchie di Leopoldo I, che lo invitò a corte. Nel 1683 Papa Innocenzo XI affidò a Marco un incarico diplomatico molto delicato: ricreare la Lega Santa delle nazioni cristiane. Infatti, l’espansione dell’Impero Ottomano procedeva in Europa senza freni, con i turchi che avevano conquistato anche Belgrado. Vienna, dal canto suo, non aveva mai potenziato il suo confine orientale, che restava pericolosamente sguarnito. I turchi, dopo aver invaso l’Ungheria, avanzarono minacciosamente proprio verso la città austriaca provenendo da oriente.

L’unico sovrano ad aderire alla sua “chiamata alle armi” fu il re di Polonia, Giovanni III; lo stesso Luigi XIV, che pure si fregiava del titolo di “Re cristianissimo”, si tenne alla larga dall’alleanza, per meri calcoli espansionistici in caso di disfatta in tale missione dei regni confinanti, sperando quasi in una loro sconfitta.

L’assedio di Vienna era cominciato il 14 luglio 1683, e l’8 settembre le armate cristiane erano pronte a ingaggiare battaglia con i turchi. Essa durò fino al 12 settembre, quando poi i turchi si ritirarono con la vittoria della “Lega Santa” guidata dal Duca Carlo V di Lorena e Giovanni III.

Morì proprio a Vienna nel 1699, e per aver scongiurato un assoggettamento dell’Europa centrale ai turchi, nonché per altri miracoli a lui attribuiti, Marco d’Aviano è stato dichiarato beato il 27 aprile 2003.

I consiglieri Rai dell’opposizione hanno parlato di cifre del tutto fuori mercato, anche se il regista Renzo Martinelli, intervistato da “Il Giornale”, tiene a precisare che “solo” il 40% dei finanziamenti è coperto dalla Rai, mentre il 20% dalla tv pubblica polacca, il 10 dall’Austria e il restante dagli sponsor. La versione per la Tv sarà invece abbondantemente ripagata dalla pubblicità. Inoltre, svela fieramente, che il film è una grande coproduzione internazionale, perché vede la collaborazione di Italia, Polonia, Austria, con attori di Hollywood. Martinelli dice infine che Marco D’Aviano non è molto conosciuto e invece dovrebbe diventare un simbolo per l’Europa tanto quanto lo è Giovanna D’Arco; quindi per dare al film un maggiore impatto pensano di intitolarlo “11 settembre”. Mica fessi…

A volere fortemente il film è stata la Lega, che dunque, dopo l’esperienza di “Barbarossa” riprova a dare gloria ai settentrionali che hanno contribuito alla difesa delle radici cristiane in Europa; e lo fa affidandosi ancora una volta allo stesso regista, Renzo Martinelli. In realtà però, spera anche che “11 settembre” vada molto meglio, visto che, proposto nelle sale in autunno dell’anno scorso, “Barbarossa”, prodotto dalla Rai e finanziato anche dallo Stato come “opera di grande valore culturale”, è costato 30 milioni di euro, incassandone però, al suo primo week end al Cinema, meno di quattrocentomila euro. Ovvero, meno di un quinto dell’ incasso che al primo week end registrò Baarìa di Tornatore, per non parlare del film di Tarantino. E si sa che i dati d’incasso registrati nel primo weekend di uscita al Cinema, sanciscono (a torto o a ragione) la riuscita o meno di un film, dato che in genere l’affluenza nei giorni successivi tende sempre a scemare.

Un film, dunque, snobbato anche dagli stessi leghisti se si considera che nella Regione loro “nocciolo duro”, gli spettatori sono stati quasi 7 mila, per non parlare ovviamente del Sud (325 spettatori in Calabria). Pertanto, anche gli stessi antileghisti lo hanno snobbato, ritenendo che anziché andarlo a vedere ed eventualmente criticarlo, fosse meglio ignorarlo del tutto. D’altronde come si dice: “il miglior disprezzo è la non curanza”.

Vedremo come evolverà il progetto; ovviamente, invitandovi a farlo sulle pagine di Cine-filos.com.

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