Giugno
1934: Paperino compare sugli schermi in “La gallinella saggia”. E
Napoli Comicon non poteva che celebrare un anniversario tanto
importante per il mondo del fumetto e del cinema di animazione,
dedicando l’1 pomeriggio un grande omaggio con le più significative
apparizioni cinematografiche della star disneyana nell’auditorium
del Teatro Mediterraneo affollato all’inverosimile. Durante il
programma condotto da Luca Boschi, direttore culturale della
manifestazione, tante le sorprese: Nunziante Valoroso ha mostrato
la copia del raro cortometraggio “The litterbug”, “Lo
sporcaccione”, in cui Paperino è l’americano medio anni Sessanta
politically uncorrect verso l’ambiente. Un film educativo a sfondo
sociale presentato con il doppiaggio d’epoca italiano con la voce
del celebre Pino “James
Bond” Locchi. Sul palco anche Andrea Ippoliti, selezionatore di
una preziosa serie di corti in originale, fra cui il secondo corto
in assoluto del celebre Donald Duck “Orphan’s benefit” del 1934, e
l’antinazista “Der Fuehrer’s face”, vincitore dell’Oscar nel 1942.
Il “disneylogo” Federico Fiecconi ha raccontato l’incontro nel 1984
a Hollywood con la celebre voce originale di Paperino, Clarence
Nash, portando in sala anche i saluti disegnati del suo successore,
l’italoamericano Tony Anselmo che da trent’anni è la voce ufficiale
del papero.
Il pomeriggio Disney è proseguito con un altro appuntamento che ha portato sullo schermo lo stesso Walt Disney in occasione del 50esimo anniversario di una delle attrazioni create personalmente per i suoi parchi dal mago di Burbank, “It’s a Small World”. Il celebre carosello di bambini nacque come padiglione UNICEF della Fiera di New York del 1964. Il pubblico di Napoli ha potuto ripercorrere nella presentazione di Federico Fiecconi la genesi dell’attrazione attraverso i rari documentari dell’epoca in cui si è visto Walt Disney presentare un “dietro le quinte” con i collaboratori che la realizzarono nell’arco di soli 12 mesi.
A firmare “It’s a Small World”, fatto raro per l’epoca, una coppia di artiste dal talento speciale: l’illustratrice e art director Mary Blair, che ideò tutte le scenografie e il design, e la costumista Alice Estes Davis, designer degli oltre 150 costumi con cui vestì i bambini al centro dell’attrazione. Un raro caso di creatività al femminile in una Disney in cui i creativi erano al 99% uomini, come lo stesso marito di Alice, il leggendario animatore Marc Davis, “imagineer” anch’egli firma dello show e poi responsabile dell’ideazione di tante altre attrazioni dei parchi Disney, su tutti i “Pirati dei Caraibi” e la “Casa Stregata”.
A Marc Davis e a Mary Blair proprio
in questi giorni sono dedicate due mostre in corso al The Walt
Disney Family Museum di San Francisco, che ha con Napoli Comicon un
filo diretto stabilito lo scorso anno dalla sua fondatrice Diane
Disney Miller, la figlia di Walt scomparsa pochi mesi fa e a cui è
stato dedicato l’incontro di oggi: “Magic, Color, Flair: The World
of Mary Blair”, curata dallo storico John Canemaker, e “Leading
Ladies and Femmes Fatales: The Art of Marc Davis”.