Il fine settimana appena trascorso ha proiettato Avengers: Endgame direttamente nel club del miliardo, quel gruppo di film che hanno superato la cifra al box office mondiale. Naturalmente il numero di dollari accumulati da film salirà ancora e ancora, visto che è appena all’inizio della sua corsa al botteghino, ma intanto sempre più persone lo hanno visto e sempre maggiori si fanno i dettagli riportati alla luce e messi sotto una lente d’ingrandimento per il pubblico.

 

Dopo il dettaglio del rumore metallico a fine film, al posto della scena post credits, e dopo le Easter Eggs, sembra importante porre all’attenzione dei fan Marvel un dettaglio che potrebbe essere sfuggito ai più, ma che merita un approfondimento.

Dopo che Thanos viene decapitato dalla furia cieca di Thor nel prologo, veniamo proiettati cinque anni dopo e vediamo in che modo i Vendicatori rimasti in vita cercano di scendere a patti con ciò che è accaduto. Vedova Nera proprio non riesce ad andare avanti, Tony Stark è diventato padre, rivedendo completamente le sue priorità, Bruce Banner ha trovato il modo di andare d’accordo con Hulk, Occhio di Falco si è trasformato nel temibile Ronin, mentre Thor è caduto in una specie di depressione che lo ha trasformato in un uomo grasso, alcolizzato e trasandato.

Steve Rogers, rasata via la barba da Nomad e messo di nuovo su il faccino da bravo ragazzo simbolo “dell’America buona”, si occuap di gruppi di sostegno per chi, come lui, ha perso amici e familiari a causa della Decimazione. In questa scena assistiamo al toccante cameo di Joe Russo, uno dei due registi che compare in tutti i film Marvel da lui co-diretti, che interpreta un uomo che piange la morte del suo compagno. Esatto, si tratta del primo personaggio apertamente gay nell’Universo Marvel.

Sappiamo che lo Studio è intenzionato a inserire un personaggio principale gay ne Gli Eterni e la presenza di un uomo che piange la scomparsa del suo compagno non ci “scandalizza” né ci sorprende più di tanto (certo, se ha scandalizzato qualche spettatore, ci dispiace per lui).

Quello che è degno di nota, e che sarebbe inutilmente buonista non sottolineare, è che come esempio di dolore per la perdita della persona amata, la Marvel abbia scelto proprio la storia di questa coppia: il dolore per la storia d’amore spazzata via dal gesto folle di Thanos è stato rappresentato così, non da una ragazza che ha perso il compagno, o da un marito che ha perso moglie e figli, ma da un uomo di mezza età che piange disperatamente la scomparsa del suo innamorato. Un simbolo per l’umanità intera, la rappresentazione dell’amore e del dolore, nella loro totale purezza e democrazia.

Si tratta di un segnale importante che la Disney, spesso additata come studio conservatore e integralista, lancia ai suoi spettatori, in un film indirizzato a un target di pubblico molto giovane, un messaggio pulito e dovuto, una scelta narrativa che ci sentiamo in dovere di portare all’attenzione degli spettatori ma che speriamo sia passata “inosservata” per la sua naturalezza.

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