Donald Trump e la verità sul cameo in Mamma, ho riperso l’aereo

Nel trentesimo anniversario di Mamma, ho perso l'aereo, il regista Chris Columbus ha svelato la verità dietro il cameo di Donald Trump nel sequel.

Chris Columbus, il regista di Mamma, ho perso l’aereo e del suo sequel del 1992, Mamma, ho riperso l’aereo, ha rivelato che Donald Trump ha chiesto con prepotenza di apparire nel sequel. Entrambi i film sono oggi considerati dei veri e propri cult, nonché tra i titoli più rivisti durante le festività natalizie. Un reboot del primo Mamma, ho perso l’aereo è attualmente in sviluppo alla Disney.

 

Dopo l’enorme successo del primo film nel 1990, Columbus trovò un modo per rendere ancora credibile e accattivante la storia di Kevin McCallister (Macaulay Culkin) e della sua disfunzionale famiglia. In effetti, tra i fan del primo film, c’è un gran numero di persone che ritiene che Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York sia addirittura migliore del predecessore. Nel sequel Kevin che si imbarca per errore sull’aereo sbagliato e, invece di unirsi alla sua famiglia per trascorrere il Natale in Florida, finisce da solo a New York City. Le cose vanno di male in peggio per il ragazzino quando scopre che i suoi vecchi nemici, i “Banditi del Rubinetto” (Joe Pesci e Daniel Stern), sono scappati di prigione e si trovano anche loro nella Grande Mela.

A parte la location offerta da una delle città più elettrizzanti del mondo, Mamma, ho riperso l’aereo contiene anche il cameo di una figura molto controversa: Donald Trump, infatti, appare nel film mentre Kevin vaga per la hall del Plaza Hotel, in cerca di indicazioni. Per alcuni, l’inclusione di Trump è soltanto un elemento puramente decorativo; per altri, è forse la cosa peggiore di un film considerato, in generale, fantastico. Indipendentemente da come si consideri quel cameo, parlando con Insider, il regista Chris Columbus ha rivelato che il 45º presidente degli Stati Uniti d’America ha letteralmente imposto la sua presenza nel sequel.

“Come la maggior parte dei luoghi di New York, paghi semplicemente una tassa e ti è permesso di girare in quel luogo. Ci siamo avvicinati al Plaza Hotel, che all’epoca era di proprietà di Trump, perché volevamo girare nella sua hall. Non abbiamo potuto ricostruire il Plaza in uno studio”, ha spiegato Columbus.

“Trump ha detto ok. Così, abbiamo pagato la quota, ma alla fine ha aggiunto: “L’unico modo per utilizzare il Plaza è farmi apparire nel film”. Così abbiamo deciso di inserirlo, e quando c’è stata la prima proiezione di prova è successa una cosa stranissima: la gente ha esultato quando ha visto Trump. Così ho detto al mio montatore: “Lascialo nel film. È un grande momento per il pubblico”. Al di là di questo, però, ha chiesto di essere nel film usando modi da prepotente.”

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