jennifer aniston

In passato, Harvey Weinstein ha attaccato pesantemente (con parole che definire agghiaccianti è un mero eufemismo) Jennifer Aniston. A rivelarlo sono stati una serie di documenti giudiziari non ancora sigillati: il tutto risale al 2017, quando un giornalista contattò l’ex produttore cinematografico per scrivere un articolo.

 

“Jennifer Aniston dovrebbe essere uccisa”, ha scritto Weinstein in una e-mail datata 31 ottobre 2017, in risposta ad un giornalista che lo aveva contattato per un commento a proposito di un’accusa che sosteneva che il produttore avrebbe avuto nei confronti dell’attrice dei comportamenti inappropriati.

La mail è stata esaminata da Variety – che ha riportata la sconcertante notizia – nel pomeriggio dello scorso martedì presso il tribunale penale di New York City, quando circa 1.000 pagine di documenti giudiziari non erano ancora stati sigillati, quindi resi pubblici prima della condanna di Wenstein a 23 anni di prigione della giornata di mercoledì.

Nell’ottobre del 2017, il National Enquirer chiese un commento all’allora rappresentate di Weinstein, Sallie Hofmeister, un’esperta in crisis management che l’ex produttore aveva assunto poco dopo che le prime accuse di aggressioni e molestie sessuali ai suoi danni erano scoppiate sul New York Times e sul New Yorker.

All’epoca, il giornalista scrisse: “Il National Enquirer intende pubblicare una storia secondo la quale Jennifer Aniston è stata aggredita sessualmente da Harvey Weinstein”. Secondo il rappresentate dell’attrice, le accuse non sono vere.

“Le affermazioni del National Enquirer sono false. Jennifer non è stata né molestata né aggredita da Harvey”, ha detto a Variety il rappresentante della Aniston, Stephen Huvane, in una mail lo scorso martedì pomeriggio.

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L’e-mail di Harvey Weinstein su Jennifer Aniston fa parte di una serie di documenti di circa 1.000 pagine che sono stati svelati in occasione del procedimento penale di Weinstein questa settimana. I documenti rivelano anche gran parte delle disperate richieste di aiuto dell’ex produttore a seguito delle prime accuse che hanno poi determinato la fine della sua carriera e dato vita al movimento #MeToo.

I documenti includono e-mail su e-mail, inclusi messaggi che Weinstein ha inviato ad agenti di potere presso la CAA e il WME, ai dirigenti di rete della NBCUniversal e a leader e politici miliardari come Michael Bloomberg e Jeff Bezos. 

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