Alan Rickman: pubblicati i suoi diari, ecco cosa lo ha convinto a continuare a interpretare Piton

piton

Il giornale inglese The Guardian ha diffuso alcuni stralci del diario personale di Alan Rickman, l’amato interprete di Severus Piton nel franchise di Harry Potter, scomparso a causa di un tumore nel 2016. Adesso, grazie a queste pubblicazioni scopriamo alcuni segreti che l’attore appuntava sul suo diario, e tra questi anche il motivo che lo ha spinto ad accettare di continuare a interpretare il personaggio fino alla fine.

 

Durante le riprese del quarto film nel 2004, Rickman aveva scritto di sentirsi “stanco” dal suo ruolo. Tuttavia, quando è arrivato il momento di lavorare su Harry Potter e l’Ordine della Fenice, Rickman ha deciso di continuare a interpretarlo. Questo è successo dopo che gli è stato diagnosticato un cancro e il 30 gennaio 2006 ha scritto:

“Infine, sì a HP 5. La sensazione non è né su né giù. Il motivo che mi ha convinto è quello che dice: “Guardalo fino in fondo. È la tua storia.””

E chi ha letto e visto la saga, sa quanto è veramente la storia di Piton l’intera vicenda con protagonista il maghetto con gli occhiali tondi.

Nel diario ci sono però anche altre curiosità, come i commenti poco carini riguardo alla colonna sonora del film composta da John Williams. Ecco cosa scriveva nel 2001:

“4 novembre

PRIMA DI HARRY POTTER.

18:30 Il film dovrebbe essere visto solo su un grande schermo. Acquisisce una scala e una profondità che corrispondono all’orribile colonna sonora di John Williams. La festa dopo al Savoy è stata molto più divertente.”

Per quanto riguarda invece la toccante scena della morte del personaggio, Alan Rickman ha commentato:

“La morte di Piton. Quasi 10 anni dopo. Almeno dipende solo da due attori… David è vulnerabile e accattivante quando è eccitato. Ed è vicino a questa scena. È l’esempio assoluto di cosa può succedere quando una coppia di attori prende una scena dalla pagina e lavora con la storia, lo spazio e l’altro. La darsena [set] di Stuart Craig gli ha dato qualcosa di ironico ed eterno. Come ho detto a un certo punto a David, è tutto un po’ epico e giapponese.”

Non possiamo giurare sulla parte “giapponese” del commento di Alan Rickman, ma sull’epicità del momento certamente sì e sul fatto che, anche grazie ai romanzi, quel momento e quel personaggio rimarranno per sempre nella memoria collettiva.

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