Mercoledì 25 novembre, alle ore 21, presso il cinema My Cityplex Savoy di Roma (Via Bergamo 17/25, Roma), il cantautore, compositore e regista Franco Battiato sarà protagonista di una masterclass con il pubblico e la stampa. L’evento – che rientra nel programma di CityFest, il contenitore di eventi culturali della Fondazione Cinema per Roma presieduta daPiera Detassis – è realizzato in collaborazione conFilmauro, nell’ottica di una nuova collaborazione con il circuito romano My Cityplex.
Durante l’incontro – che sarà curato da Mario Sesti,responsabile dei progetti speciali di CityFest – gli spettatori potranno assistere a una clip omaggio con le più belle scene di film che utilizzano la musica di Battiato, mentre al termine sarà proiettato il film dell’artista siciliano, Attraversando il Bardo, per la prima volta in un cinema della Capitale. Frutto di una indagine personale che lo ha impegnato per più di tre mesi in un monastero tibetano a Katmandu, Attraversando il Bardo è un documentario che raccoglie testimonianze e riflessioni sulla vita dopo la morte: secondo il “Libro tibetano dei morti”, il Bardo è quel cammino che l’anima compie nell’intervallo di tempo tra la morte e la rinascita.
Franco Battiato converserà con Mario Sesti sul rapporto tra la sua passione per la letteratura mistica e la vocazione ad esprimersi con la musica e con il cinema, della sua esperienza tibetana e della sua singolare attività di autore di cinema a cavallo tra visione lirica e percorso di conoscenza, sguardo sperimentale e documentario.
L’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti previo ritiro di un coupon disponibile presso il cinema My Cityplex Savoy a partire da un’ora prima dell’inizio dell’evento.
ATTRAVERSANDO IL BARDO
Oltre alle
testimonianze di studiosi e di lama tibetani, il film mette
insieme, tra gli altri, i racconti incredibili di un “viaggiatore
astrale” che sostiene di essere capace di uscire dal proprio corpo
(e di aver ricontattato un suo bisnonno), di un noto fisico
quantistico e di un affermato terapeuta, i quali, nonostante le
loro convinzioni scientifiche, ritengono che le esperienze di
coloro che, sospesi tra la vita e la morte, ritornano in vita e
raccontano di aver avuto visione di se stessi dall’esterno, siano
una prova indiretta della verità delle credenze tibetane. La mente
non abbandona subito il corpo, e la storiografia tibetana racconta
di persone che hanno continuato a mantenere il proprio corpo
intatto anche dopo la loro morte per giorni e giorni proprio perché
la loro anima si trovava in quell’intervallo. Dal pensiero
cattolico (secondo il quale la morte è un nuovo orizzonte nel
quale Dio ci accoglierà con amore e gratitudine perché lo abbiamo
amato e servito) ai “3 veleni e alle 9 emozioni disturbanti” che ci
causano infelicità nella vita, dalle meditazioni del filosofo
Manlio Sgalambro all’intervista allo scienziato Jack Sarfatti, il
film, che posa uno sguardo struggente su alcuni luoghi suggestivi e
remoti della Sicilia (come le Cave di Cusa nel trapanese o
l’Altopiano dell’Argimusco) raccoglie una delicata polifonia di
voci e trasmette uno sguardo fragile e a tratti toccanti su
quell’esperienza di transizione che chiunque dovrà affrontare.