Il duetto che trionfa

 

Il Duetto di Margherita Buy e Silvio Orlando, ormai uno degli appuntamenti più attesi nella sezione Extra della quinta kermesse capitolina, che ha visto negli anni passati, sul palco dell’Auditorium, confronti tra Muccino e Tornatore, Servillo e Verdone, Bertolucci e Bellocchio.

Prima di iniziare l’incontro, Silvio Orlando si è fatto portavoce del comunicato stampa da parte dell’Assemblea unitaria dell’Audiovisivo italiano che motiva le ragioni della recente mobilitazione. “Tutti a casa” è lo slogan principale della protesta che il Festival insieme agli addetti dell’audiovisivo italiano sta portando avanti proprio in questi giorni. Piena solidarietà dunque da parte dell’Orlando e della Buy.
Cosa avete pensato la prima volta che vi siete conosciuti? Chiede Mario Sesti ai due attori. “Quando ho partecipato al mio primo film con lei, io non ero nessuno e lei era già Margherita Buy. Il regista, Daniele Lucchetti, decise di farci baciare già alla nostra prima scena così per metterci a nostro agio, e Margherita dopo la scena si ritraeva con disgusto.” Dichiara l’attore Silvio Orlando.
“Infatti come essere umani, niente avrebbe potuto avvicinarci – continua Orlando – lei ha studiato all’accademia, io sono un autodidatta, invece è l’attrice con cui ho girato più film.”
Casualità quindi quella che ha unito due dei migliori attori del cinema italiano degli ultimi vent’anni. La Buy commenta “Silvio è un amico. È una persona che ti travolge per la sua intelligenza, sensibilità e sana cattiveria”,
La prima clip proiettata in sala è quella di Fuori dal mondo, film del 1999 di Giuseppe Piccioni in cui hanno recitato entrambi gli attori. Silvio Orlando ci racconta di come la Buy abbia voluto fortemente che in quella scena, mentre lei parlava di Dio e amore, lui si dovesse addormentare. “Mi piace l’idea di spezzare la serietà con momenti ironici, quasi ridicoli”, ci spiega la Buy, che in questo film è una ragazza giovane, ingenua che vuole farsi suora, ma instaura con quest’uomo, spento e passivo, un rapporto alquanto ambiguo.
La Stazione del 1990 di Sergio Rubini, segna l’ingresso nel cinema per l’attrice, film in cui sono già evidenti le sue capacità attoriali, il suo particolare modo di esprimere stati d’animo, sensazioni con una sola espressione. “Non so spiegare questa mia caratteristica, fa parte di me, perché mi piace più il non detto” ci confessa la Buy.
Caratteristica che accomuna i due attori che hanno il talento di comunicare energia, passione, dolore ma anche gioia, con un’unica espressione.
“Io penso sempre di non farcela prima di interpretare una parte, penso di non essere all’altezza, mi maledico ripetutamente di aver accettato la parte, soprattutto a teatro, preferirei morire pur di non entrare in scena.” Rivela l’attrice. Tutto confermato da Orlando il quale ci scherza su e afferma “Si deve stare sempre lì a cercare di calmarla, di aiutarla, poi finisce che arrivi in scena, impreparato, sfiancato e distrutto, così lei fa una bella figura e tu no”.
Silvio Orlando si definisce un gregario nel suo modo di rapportarsi al film e al regista, “sposo fino in fondo l’idea del regista che ritengo di straordinaria intelligenza. Io amo gli intellettuali, ma non mi ritengo tale, per questo non sarò mai un regista.”
Il Portaborse del 1991 di Daniele Lucchetti è il film che segna l’ingresso di Silvio Orlando nel cinema italiano, il quale commenta: “Questo film mi ha fatto diventare un attore civile. Il primo è stato Nanni Moretti (con Palombella rossa del 1989) a darmi la possibilità di provarmi come attore non comico, da quel momento in poi la mia carriera si è protratta ben aldilà delle mie aspettative”.
Silvio Orlando ha iniziato la sua carriera come attore comico, ma poi è riuscito a esprimere una matura capacità drammatica “il comico maschera i suoi disagi ma alla fine, svuotando la sua corazza, esce fuori una autentica essenza tragica”.
Di comico gli è rimasto il modo eccezionale di portare a suo vantaggio la natura di imbranato.  “Io porto tutti i miei difetti in scena, sono la mia carta d’identità”.
L’ultima clip è quella de Il Caimano del 2006 di Nanni Moretti in cui vi è una sequenza tragicomica che vede i due attori insieme e che mostra ancora una volta la loro grande capacità comunicativa nonostante le poche parole e la recitazione statica.
Ci sono dei personaggi che avete desiderio di interpretare? “Vorrei interpretare un thriller” ammette la Buy.
“Vorrei fare una biografia della famiglia De Filippo, sul rapporto tra Peppino ed Eduardo”.
Il regista con il quale vi piacerebbe lavorare?
Buy: “Non so, io sposo il progetto, non il regista”.
Orlando: “Vorrei lavorare con Paolo Sorrentino perché fa un tipo di cinema totalmente estraneo a quello cui sono abituato, un cinema della mente che mi obbligherebbe a migliorare ancora.”

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