Una divesità che arricchisce

 

RICKY TOGNAZZI CON IL PADRE E LO STRANIERO AL FESTIVAL DEL CINEMA

“Il nostro film è un inno all’amicizia, che è un sentimento misterioso, tenace che può cambiare una vita, in questo caso si tratta di amicizia verso uno straniero, un arabo Walid (AmrWaked) che aiuta Diego (Alessandro Gassman) a maturare sia come individuo che come padre”.

Questo è il messaggio principale del film Il padre e lo straniero di Ricky Tognazzi, presentato in conferenza stampa al Festival del cinema di Roma, tratto dall’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo, adattato per lo schermo dallo stesso autore, insieme al regista, a Simona Izzo, Graziano Diana e con la collaborazione di Dino Giarruso.
Due padri, Diego e Walid, di due bambini disabili, il primo ha molte difficoltà a convivere con l’anormalità del figlio e proprio questo suo disagio lo porta ad allontanarsi dalla moglie Lisa (KsenyaRappoport). “Un dolore che divide – commenta Tognazzi – che crea un divario all’interno della famiglia”.
Ma l’amicizia con lo straniero mette tutto in discussione; Walid fa conoscere a Diego luoghi e sentimenti a lui sconosciuti, che lo aiutano a conoscersi e a comprendere che la felicità è solamente a un passo da lui.
“Avevo letto il romanzo prima che mi proponessero il film – racconta Gassman –e mi aveva colpito profondamente, quindi metterlo in scena è stata un’esperienza per me edificante. Inoltre gli sceneggiatori e il regista hanno saputo creare un racconto mai patetico, ma sconvolgente nella scioltezza con cui tratta alcuni temi così importanti. La conoscenza del diverso, dell’anormale, migliora la nostra esistenza”.
AmrWaked continua affermando quanto sia stato interessante ed educativo lavorare con bambini disabili, “Con loro è nato un amore incondizionato”.
Il film però si complica perché Walid scompare e l’amico Diego si accorge di essere seguito dai servizi segreti internazionali, ma non per questo decide di abbandonarlo, anzi lo cerca senza sosta, “la loro amicizia – spiega la co-sceneggiatrice Simona Izzo – è priva di pregiudizi, per questo Diego non abbandona l’amico, nonostante la probabilità che possa essere un terrorista”.
Una storia di amicizia, dopo Ultrà, La scorta e Canone inverso, che valorizza i protagonisti, li rende migliori, Diego diventerà padre e si riavvicinerà a sua moglie Lisa.
Una madre, Ksenia Rappoport, che si abbandona completamente alla sua creatura, giorno dopo giorno, “perché una madre nasce madre e muore madre, mentre un uomo ha bisogno di aiuto per diventare padre” afferma Simona Izzo.
È Giancarlo De Cataldo a spiegare il senso profondo del film e lo fa con parole dolci e appassionate: “I bambini disabili sono creature che non vanno verso il mondo, sono fermi in un presente eterno che non avrà futuro. E’ chi se ne occupa che ha il compito immane di portare il mondo verso questi bambini. Il protagonista di questo film, Diego, non ha un mondo da mostrare a suo figlio disabile, finché non incontra qualcuno che glielo fa conoscere.”
De Cataldo ci confessa di vivere in prima persona questa difficoltà, è infatti padre di una bambina affetta da una grave forma di disabilità, e offre così a noi una testimonianza che non può che arricchirci e renderci migliori.
Inevitabile è il riferimento alla protesta della prima sera del Festival sul redcarpet. De Cataldo ci regala ancora delle dichiarazioni importanti “Come sceneggiatore, scrittore, magistrato, cittadino italiano, sposo pienamente la protesta. Che continuino a chiamarci faziosi.La nostra è la fazione della bellezza dell’Italia”.
Il film è prodotto dalla Ager 3di Grazia Volpi insieme a Rai Cinema e sarà proiettato in anteprima stasera Fuori Concorso al Festival, dal 18 febbraio in sala con 01 distribution.

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