Bertrand Bonello presenta La Bête, inedito melodramma sci-fi

La Bete, una scena del film di Bertrand Bonello

Bertrand Bonello ha presentato quest’oggi in conferenza stampa il suo nuovo film, La Bête, melodramma sci-fi da una sceneggiatura scritta insieme a Guillaume Bréaud e Benjamin Charbit, liberamente ispirata al racconto di Henry James del 1903 La bestia nella giungla. Il film è interpretato da Léa Seydoux e George MacKay, con Guslagie Malanda e Dasha Nekrasova nei ruoli secondari. È stato presentato in anteprima mondiale in concorso ufficiale alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2023 e sarà distribuito nelle sale francesi da Ad Vitam il 28 febbraio 2024.

La trama del film è ambientata in un futuro prossimo in cui le emozioni sono diventate una minaccia, Gabrielle decide finalmente di purificare il suo DNA in una macchina che la immergerà nelle sue vite passate e la libererà da ogni sentimento forte. Incontra Louis e sente un forte legame, come se lo avesse sempre conosciuto. La storia si svolge in tre periodi distinti: 1910, 2014 e 2044.

Lo sci-fi di Bonello, tra amore e paura

La Bête costituisce la prima incursione del regista francese nel genere fantascientifico: “Avevo molti desideri per questo film, uno tra questi era che sarebbe dovuto essere un melodramma. Il libro di Henry James, che è stato per tantissimo tempo sulla mia scrivania, mi è sembrato il perfetto punto di partenza, che ho poi combinato con lo sci-fi, l’horror e altri generi. Ho pensato di dover portare all’estreme conseguenze i temi dell’amore e della paura, questa è stata la mia interpretazione e il modo in cui ho “tradito” il romanzo“. La fantascienza non fa davvero parte della mia cultura, è la prima volta che mi ci immergo come regista. Ho voluto trovare una via di mezzo tra i grandi temi dello sci-fi e l’apocalittico. Il mio film è ambientato nel futuro, ma un futuro vicinissimo, il nostro domani: è il 2044. Ho voluto eliminare delle cose del nostro presente: non c’è internet, non ci sono i cellulare, gli schermi, non ci sono le macchine: ho cercato una maniera personale di inventare un futuro“.

La struttura del film è complessa, come un gioco matematico, ma tutte le sequenze al suo interno sono molto semplici. Tutte le emozioni proposte sono molto semplici e basiche, anche quello che si dicono i personaggi, tutto è molto più semplice rispetto ai miei altri film“. “Ci sono due tipi di paura, paralizzante e che ti spinge a fare cose. Ma la paura ci fa sentire vivi, è la parte migliore dell’umanità. Ci fa voler agire, trovare delle soluzioni. Film sulla paura dell’amore. Quando c’è amore c’è paura: la paura di perdere, di qualcosa che finisca“.

La Bête: la minaccia dell’IA e il futuro del cinema

Bertrand Bonello ha anche affrontato il tema dell’IA, e quanto questa possa essere vista come opportunità o minaccia al contempo: “Quando ho iniziato a scrivere il copione, mai mi sarei aspettato che sarebbe stato così attinente alle attualiti discussioni sull’IA. Durante l’editing, abbiamo capito pienamente quanto spaventoso fosse quello che avevamo scritto”. è un mix di entrambe, sappiamo che potrebbe essere utilissima in alcuni ambiti, come quello medico. Ma è uno strumento, e gli strumenti diventano minaccia quando sono ormai più grandi di noi: è tutta una questione di etica e morale“.

La Bête parla di futuro e di presente, intrecciandoli costantemente. A questo proposito, il regista francese ha riflettuto sullo stato attuale del cinema e su come quest’arte cambierà, alla luce dei recenti avvenimenti che hanno interessato l’industria. “I capolavori della Settima Arte sono nati da momenti di crisi. Il cinema non morirà mai, il modo di vedere i film cambierà e non so come ma, se li vorremo vedere, ci sarà il modo. Ovviamente siamo tutti preoccupati, è sempre più difficile ottenere i fondi per far partire una produzione.  C’è stato un momento, soprattutto durante il covid, che il pubblico ha iniziato ad allontanarsi dal cinema e avvicinarsi alle serie. In questo momento ci sono dei problemi interni all’industria del cinema, non so cosa succederà, ma non penso che il cinema morirà“.

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