“Racconto il controcampo dell’immigrazione”, Matteo Garrone presenta Io Capitano a Venezia

Il film sarà in sala dal 7 settembre.

Io Capitano Matteo Garrone

Il regista Matteo Garrone arriva per la prima volta in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia per presentare il suo nuovo film, Io Capitano (qui la recensione), storia dell’avventuroso viaggio di Seydou (Seydou Sarr) e Moussa (Moustapha Fall), due giovani cugini che decidono segretamente di lasciare Dakar, capitale del Senegal, per raggiungere l’Europa, con l’obiettivo di poter inseguire il sogno di diventare celebrità nel campo della musica. Lasciandosi alle spalle le proprie famiglie, per i due ha così inizio un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare.

 

Io Capitano, una storia che arriva da lontano

“La storia mi è venuta in mente diversi anni fa, quando mi fu raccontato di questo adolescente che da solo aveva guidato un’imbarcazione con circa 250 persone a bordo. – racconta Matteo GarroneUna volta arrivato a destinazione, travolto dall’emozione di aver portato tutti in salvo ha iniziato a gridare “io capitano, io capitano”. Però mi sentivo in imbarazzo, da borghese, a pensare di raccontare quella storia e i suoi retroscena. Poi, qualche anno dopo, ho incontrato il ragazzo che quel finale lo ha vissuto, il cui nome è Fofanà, e quell’incontro mi ha riavvicinato a quel racconto, motivandomi a riprenderlo in mano”

“A quel punto abbiamo deciso di costruire questo film seguendo i canoni del racconto d’avventura e del viaggio dell’eroe e così spero sarà accessibile anche ai più giovani che potranno sensibilizzarsi all’argomento”, continua Garrone. “Bisogna infatti sapere che ci sono tanti tipi di immigrazione, quella raccontata in Io Capitano è legata al fatto che il 70% della popolazione africana è composta da giovani e questi giovani sono influenzati dalla globalizzazione occidentale, di cui penso sia importante raccontare gli effetti sulle popolazioni.” – afferma poi Matteo Garrone, aprendo la conferenza stampa.

“Hanno dunque il desiderio legittimo di voler accedere ad un futuro migliore, così come noi da giovani volevamo scoprire l’America. A noi però bastava prendere un aereo per arrivare lì, mentre loro devono affrontare un viaggio rischioso e potenzialmente mortale. Il film affronta quindi una parte di immigrazione di cui a volte si parla meno ma che esiste, ovvero quella dei giovani che vogliono scoprire il mondo e avere maggiori opportunità e che non per forza scappano da situazioni di guerra”, conclude il regista.

Io Capitano Matteo Garrone Mamadou Kouassi

La scrittura della sceneggiatura e la ricerca degli attori

Tra gli autori della sceneggiatura, oltre a Garrone, Massimo Gaudioso e Andrea Tagliaferri, vi è anche Massimo Ceccherini. Il regista ha dunque speso due parole per chiarire il ruolo avuto da quest’ultimo nella realizzazione del progetto. “Massimo mi ha aiutato molto nella scrittura di questo film, che è un racconto di avventure popolari. – spiega Garrone – Massimo viene dal popolo e quindi quando abbiamo scritto la sceneggiatura ha apportato la sua conoscenza di certe dinamiche che a me sono estranee. In sostanza, m ha aiutato a ricercare una purezza del racconto che si sposa con quella dei protagonisti”.

Fondamentale però è stato anche il lavoro di ricerca sul campo, necessario affinché si potesse raccontare la verità su ciò che avviene durante questo viaggio verso l’Europa. “Abbiamo fatto un grosso lavoro di documentazione, durato qualche anno, e poi per cercare di raccontare questa storia ci siamo affidati a chi queste vicende le ha vissute in prima persona. – racconta Garrone – È stato un lavoro assolutamente collettivo, reso possibile grazie a persone come Mamadou Kouassi, che mi hanno raccontato le loro storie al servizio delle quali io ho potuto mettere le mie conoscenze tecniche“.

La parola passa allora proprio a Kouassi, collaboratore alla sceneggiatura, che afferma: “ho vissuto l’esperienza di quel viaggio, delle prigioni libiche, della paura e degli orrori e tutto questo l’ho ritrovato in Io Capitano. Matteo ci porta davvero nel mondo dell’immigrazione e sono orgoglioso di aver potuto contribuire a dare voce a chi non ce l’ha. Sostanzialmente, raccontiamo la storia di ogni singolo immigrato che ha vissuto questa avventura. Partire vuol dire andare incontro alla morte, veramente questa è la realtà che si verifica ma scegliamo di affrontarla perché è giusto perseguire i propri diritti. Siamo obbligati, in un certo senso”.

Io Capitano Seydou Sarr Moustapha FallRiguardo gli interpreti dei due giovani protagonisti, Seydou Sarr e Moustapha Fall, Garrone racconta di averli cercati dappertutto, giungendo infine ad una consapevolezza inevitabile. “Abbiamo cercato gli attori giusti in tutta Europa, – racconta il regista – ma alla fine li abbiamo trovati in Senegal. Ci siamo infatti resi conto che lo sguardo di una persona di lì ha naturalmente una qualità diversa sull’argomento“. Parlando dei due protagonisti, Garrone riconosce infine che “qualcosa di Pinocchio c’è in questo film, che si sposa con la storia di questi ragazzi. Collodi cercava di mettere in guardia i piccoli dai pericoli del mondo circostante. I protagonisti qui inseguono il paese dei balocchi, tradendo i propri cari e poi finiscono con lo scontrarsi con una realtà molto dura, che richiama un po’ anche Gomorra“.

Io Capitano, dal 7 settembre al cinema

Garrone ha infine parlato di come abbia a lungo rimandato la realizzazione di questo film non sentendosi sicuro di avere il diritto di raccontarla, in quanto non avendo vissuto quel tipo di esperienza. La sua opinione è però poi cambiata nel tempo, arrivando ora a poter affermare che “il film nasce da un lavoro collettivo tra il mio sguardo e le loro testimonianze e da sempre credo che l’arte sia legata a delle contaminazioni, un artista non deve parlare solo di ciò che riguarda la sua vita, altrimenti l’arte si impoverirebbe. Penso sia giusto giudicare l’opera in base alla sua sincerità e non a chi l’ha fatta. L’opera rimane, noi no”.

Non si dovrà aspettare molto prima di poter vedere film che, dopo la prima proiezione pubblica a Venezia il 6 settembre, uscirà nelle sale italiane, con 203 copie, dal 7 settembre, distribuito da 01 Distribution. È stato inoltre confermato che il film non presenterà un doppiaggio italiano, una caratteristica a lungo valutata ed infine scelta per rispetto nei confronti dei protagonisti di questo racconto e ai loro interpreti, i quali meritano di essere sentiti esprimersi nella loro lingua natìa.

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