Quest’anno il regista Carlo Mazzacurati è presente a Venezia con tre film: dal suo esordio, Notte italiana, programmato nella sezione “Settimana della Critica” al documentario Sei Venezia al film in concorso La passione, mostrato il 4 settembre. Quella di Mazzacurati è una passione laica e folcloristica. Come dichiara il regista stesso: “la sacra rappresentazione racconta la caduta e la resurrezione, che è qualcosa cui siamo sottoposti nell’arco della nostra vita molte volte, quando perdiamo il lavoro, quando perdiamo un nostro caro” quando perdiamo l’“ispirazione”.
È questo ciò che succede al
protagonista del film, Gianni Dubois (Silvio Orlando).
Passati cinquant’anni, essere un regista emergente diventa un
problema e Gianni Dubois che non fa un film da anni si trova nella
difficile posizione di dover mantenere ora le promesse che (forse)
aveva incarnato agli esordi. Ora che gli viene affidata la
possibilità di dirigere una giovane stella della tv non riesce a
farsi venire in mente un’idea.
Il regista in crisi decide così di cercare l’ispirazione nella sua
casa in Toscana, ma lì una perdita d’acqua finisce col rovinare un
affresco del Cinquecento situato nella chiesa adiacente, scatenando
imprevedibili conseguenze. Per evitare una denuncia, infatti,
Gianni si trova a dover accettare la bizzarra proposta del sindaco
del paese: dirigere la sacra rappresentazione del venerdì.
Così ha inizio una settimana tragicomica nella Toscana più profonda
nel tentativo di mettere in piedi una specie di Via Crucis, tra
apostoli, crocifissioni, e un pessimo e vanitosissimo attore locale
nella parte di Cristo (Corrado Guzzanti). Lo aiuterà Ramiro
(Giuseppe Battiston), un ex galeotto appassionato di teatro, pieno
di buona volontà.
Le avventure di quest’ “armata Brancaleone” sono narrate
attraverso un curioso ma sintomatico miscuglio di realismo e
parodia proprio di un Italia in cui, citando sempre Mazzacurati:
“si ride per non piangere e a volte si piange, per non ridere”.
Le vicende tra echi pasoliniani e felliniani (La ricotta o 8 e
mezzo) sono legate ad una fatto realmente accaduto al regista. Un
episodio che, dopo essere restato a lungo un racconto per gli
amici, e nutritosi di sempre nuove “balle per renderlo più
accattivante” è infine diventato un film. Del resto, però, “Non
bisognerebbe svelare tanto ciò che si fa in cucina quando si
preparara un piatto” afferma il regista ponendo le distanze tra il
prodotto realizzato e gli aneddoti e le fonti d’ispirazione
autobiografiche della vicenda, mitigando la forte autoriflessività
dell’argomento che oltre al capolavoro felliniano sembra strizzare
l’occhio alla serie televisiva Boris, complice forse la presenza di
un Guzzanti in vesti mistiche e di una spietata parodia delle
starlette televisive qui affidata all’interpretazione di Cristiana
Capotondi.
Il film uscirà nelle sale il 24 settembre.