Arriverà in sala il
prossimo 20 ottobre distribuito da Lucky Red
Piuma, il terzo film di Roan
Johnson, selezionato in concorso alla settantatreesima
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Per
Johnson si tratta di un film in cui ha voluto
raccontare se stesso e le sue stesse paure, proiettandosi però
indietro nel tempo e raccontando di Cate e Ferro, due adolescenti
che si trovano a fare i conti con una gravidanza inaspettata.
“È stato il casting più difficile che abbia mai fatto – ha
dichiarato il regista e sceneggiatore – dopo 600-700 provini ho
pensato addirittura di cambiare le età dei protagonisti, perché era
difficilissimo trovare dei diciottenni all’altezza, in grado di
essere naturali. Una volta trovati Luigi Fedele e
Blu Yoshimi però è stato come un miracolo, ci
siamo trovati in sintonia. Il film è una commedia atipica perché
abbiamo girato con tanti piani sequenza, abbiamo fatto molte prove
ma in realtà c’è moltissimo di loro, dei protagonisti. Ho dato loro
estrema libertà di scelta.”
Piuma trailer del film di Roan Johnson in concorso a Venezia 73
Nonostante si tratti di una storia d’amore tra adolescenti, non si dice mai Ti Amo nel film, questo perché, secondo Johnson, si è cercato in fase di scrittura di uscire dai cliché. “Ho usato un linguaggio che si potesse avvicinare a quello dei coetanei dei protagonisti, infatti loro hanno aiutato tantissimo con i loro modi di dire. Non credo che nella vita vera si ci dica ‘ti amo’ tutti i giorni, ma sono più importanti le dichiarazioni di vicinanza, del prendersi cura dell’altro. Sono questi i veri modi per comunicare l’amore.”
Il film è senza dubbio erede, per formazione, della commedia all’italiana, ma allo stesso tempo guarda anche alla leggerezza intelligente della commedia indipendente internazionale. Per Roan Johnson, lo scopo era di osservare da vicino il processo di presa di coscienza, di assunzione delle proprie responsabilità che i giovani, costretti a vivere in un mondo caotico, sono costretti ad affrontare, spesso meglio degli adulti con cui vivono, a riprova che le nuove generazioni sono capaci anche di scelte e di coraggio.