È irlandese – del Nord – Kenneth Branagh (si legge senza la “G”, con l’ “H” aspirata), ma da piccolo si trasferisce coi suoi in Inghilterra e, per evitare di essere preso in giro dai compagni, comincia subito a perfezionare l’accento locale. Gli sarà tornato utile una volta cresciuto, quando ha deciso di rivoltare Shakespeare come un calzino, sul palco e sullo schermo, come interprete e come regista.
Basta scorrere il suo curriculum per notare che il Bardo è un po’ il suo chiodo fisso: Enrico V, La dodicesima notte, Molto rumore per nulla, Amleto, Pene d’amor perdute, Come vi piace, Otello, Riccardo III, Macbeth… E anche quando la connessione col grande drammaturgo non è immediata, sempre lì si va a parare, vedi Nel bel mezzo di un gelido inverno (1995, diretto e interpretato da Branagh), che narra di una compagnia di attori shakespeariani. Del resto, è proprio l’interpretazione di Derek Jacobi nelle vesti del malinconico Principe di Danimarca a convincere il giovanissimo Kenneth a intraprendere la strada della recitazione, e la prestigiosa Royal Shakespeare Company ne è ben lieta. Branagh diventa presto uno dei talenti più promettenti del Regno Unito, ma è anche un tipetto ambizioso e già nell’87 fonda la sua compagnia, la Renaissance Theatre Company, insieme a un collega di palcoscenico. Gli inizi non sono dei migliori (in molti lo accusano di megalomania), ma col tempo – e con la collaborazione di Jakobi e di Judi Dench – Kenneth arriva ad essere definito addirittura “il nuovo Olivier”. Dev’essere destino, perché nel 2012 sarà proprio lui a prestare il volto all’indimenticabile Laurence nel film Marylin, e nello stesso anno sarà insignito, come lui, del titolo di “Sir”. Sir Branagh non è solo Shakespeare, e al cinema si cimenta (da attore e/o regista) anche in altri progetti, assai variegati: da Frankenstein di Mary Shelley, a Celebrity, all’istituzione nazionale Harry Potter (il capitolo 2), al superblockbuster Thor. Certo, alcune pellicole le poteva pure evitare (Wild Wild West), ma nessuno è perfetto, e comunque Kenneth aggiunge sempre quel tocco di classe very British che non guasta.
Con quello sguardo canzonatorio ha conquistato prima la collega Emma Thompson (sua moglie dall’89 al ’95) e poi l’attuale signora Burton (ovvero Helena Bonham-Carter), finché nel 2003 non ha sposato la regista Lindsay Brunnock. Romeo ha trovato la sua Giulietta, o almeno glielo auguriamo. E gli auguriamo anche un buon compleanno. HAPPY BIRTHDAY KENNETH!