La ballata di Stroszek: recensione del film di Werner Herzog

La ballata di Stroszek film

La ballata di Stroszek è il film del 1977 diretto da Werner Herzog con protagonisti Bruno S., Clemens Scheitz, Eva Mattes.

 

La ballata di Stroszek: trama

Bruno Stroszek è un ritardato che per vivere fa il musicista di strada in una cupa e inospitale Berlino. Uscito dal carcere dopo una breve reclusione per futili motivi, riallaccia un rapporto con Eva, prostituta maltrattata dal suo rozzo protettore. Il loro è uno scambio tra disperati: lei aiuta lui ad allontanarsi dall’alcol e lui le dà un riparo, diventando però oggetto di vessazioni da parte del protettore di lei e di un suo compare.

Stroszek è avvilito e viene incoraggiato dal vecchio vicino di casa, Scheitz ad andare lì e lasciare per sempre quella vitaccia. Così Bruno ed Eva lasciano Berlino e provano l’avventura insieme nel “nuovo mondo”.

Ma da ciò che si è non si può mai fuggire, neppure oltreoceano, e anche nel Wisconsin la sfortuna e le disgrazie riescono a trovarli.

La ballata di Stroszek, il film

La ballata di Stroszek (il cui titolo originale è semplicemente Stroszek) è un film del 1977 diretto da Werner Herzog, uno dei suoi rari film ambientati nella società moderna. Questa pellicola propone una storia malinconica e dal finale drammatico in cui Herzog non lascia il minimo spazio all’ottimismo e alla speranza. La sfortuna quindi non abbandona mai gli sfortunati, sembra dirci il regista, nemmeno nella terra della speranza, quell’America che a sua volta mostra un volto freddo, per niente diverso da quella Berlino che il povero Bruno e la sua compagna di sventure Eva avevano abbandonato carichi di belle attese.

Anche in questo film il regista tedesco da spazio agli animali, mostrandone le strambe esibizioni in alcuni giochi a gettone di un Luna park. Anche quegli animali, così maltrattati per divertire il pubblico, sembrano essere vittime di una vita che si prende gioco di loro e li tortura.

Bruno è interpretato da Bruno S., al suo secondo film con Herzog dopo L’enigma di Kaspar Hauser (1974), dove pure interpreta un ritardato trovatello che migliora gradualmente al contatto con la civiltà.Dietro la sua scelta per questo film c’è un curioso aneddoto, dal quale scaturisce la nascita del lungometraggio stesso. Herzog aveva deciso di affidare a Bruno il ruolo di protagonista in Woyzeck (altra storia di un ritardato schernito dalla società, realizzata nel 1979), ma pochi giorni prima dell’inizio delle riprese decise che il ruolo dovesse essere di Klaus Kinski. Lo comunicò a Bruno ma questi gli rispose che aveva già preso un periodo di permesso dall’acciaieria nella quale lavorava. Dispiaciuto Herzog allora scrisse, in soli 3 giorni e mezzo, la sceneggiatura di Stroszek modellando la figura del protagonista proprio su Bruno S., in maniera tale da confondere quasi le due identità.

L’appartamento berlinese di Stroszek e i suoi strumenti sono effettivamente quelli di Bruno, che li aveva comprati grazie al compenso per il film L’enigma di Kaspar Hauser. Anche il meccanico americano è effettivamente il meccanico di quell’officina. Questi accorgimenti, insieme al fatto che i personaggi hanno lo stesso nome degli attori, creano un particolare miscuglio tra realtà e invenzione, dando al film il sapore del documentario.

Pure il vecchio vicino Scheitz è un attore dilettante: trattasi di Clemens Scheitz, che ha recitato in altri tre film di Herzog in quegli anni: L’enigma di Kaspar Hauser (1974), Cuore di vetro (1976) e Nosferatu, principe della notte (1978).

Eva è invece l’unica protagonista interpretata da un’attrice professionista: Eva Mattes, che con Werner Herzog ha anche avuto una relazione sentimentale, dalla quale nel 1980 è nata una figlia: Hanna Mattes.

C’è anche una tragica leggenda che lega questo film al mondo della musica: si narra infatti che il cantante dei Joy Division, Ian Curtis, lo abbia visto prima di togliersi la vita.

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