Blade Runner è il film culto del 1982 diretto da Ridley Scott e con protagonisti nel cast di Harrison Ford, Rutger Hauer, Sean Young, Daryl Hannah, Edward James Olmos, M. Emmet Walsh.
- Anno: 1982
- Regia: Ridley Scott
- Cast: Harrison Ford, Rutger Hauer, Sean Young, Daryl Hannah, Edward James Olmos, M. Emmet Walsh.
Trama: Los
Angeles, 2019. I “replicanti”, organismi intellettualmente analoghi
agli esseri umani ma dotati di una forza fisica superiore, vengono
usati come schiavi nelle colonie extra-mondo. Quattro di loro,
appartenenti al modello più evoluto Nexus 6, giungono illegalmente
sulla Terra, ribellandosi alla Tyrell Corporation, la compagnia che
li ha prodotti, nel tentativo di posticipare la loro data di
termine (fissata a 4 anni dopo la “nascita”). L’agente di polizia
Rick Deckard (ottima la prova di Harrison Ford), è richiamato in
servizio da Bryant (M. Emmet Walsh), capitano dell’unità speciale
Blade Runner che si occupa di “ritirare” i
replicanti scappati dalle colonie.
Dopo aver effettuato il test di riconoscimento su Rachel (Sean Young), ultimo esperimento della Tyrell capace di provare emozioni e di immagazzinare ricordi innestati, Deckard rintraccia la replicante Zhora nel camerino del locale in cui lavora come spogliarellista, e la uccide. Informato da Bryant e dal collega Gaff della necessità di ritirare anche Rachel, verrà salvato proprio da questa mentre è attaccato dal secondo replicante Leon. Il poliziotto decide così di aiutare Rachel, ormai consapevole della propria natura, nascondendola a casa sua.
Dopo il duplice omicidio del capo dei ribelli Roy (uno straordinario Rutger Hauer), che fa fuori il padre-inventore Tyrell e il progettista genetico J.F. Sebastian, Deckard porta a termine la missione uccidendo Pris (Daryl Hannah). Assisterà impotente alla fine naturale di Roy, venuto per ucciderlo e vendicarsi così della morte della compagna, ma che all’ultimo decide di risparmiarlo. Memorabile il breve monologo finale di Hauer (“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…”), ormai inseritosi nell’immaginario collettivo cinematografico e non.
Analisi:
Liberamente tratto dal “Cacciatore di androidi” di Philip
K. Dick e sceneggiato da Fencher e Peoples, a 30 anni
dalla sua uscita il film di
Ridley Scott resta forse la migliore prova del
genere fantascientifico. Le scenografie noir, abile realizzazione
di Syd Mead, sono lo sfondo perfetto di un’amara quanto
pessimistica riflessione sulla società del futuro, perennemente
inglobata in un buio innaturale. La quasi totale assenza di luce e
l’incessante scrosciare della pioggia rimandano infatti ad un mondo
privo di speranza, in cui l’oppressione ed un regime poliziesco
hanno sostituito la convivenza pacifica tra specie.
Ottima anche la colonna sonora, firmata da Vangelis (nome d’arte del greco Evangelus Odysseas Papathanassious), tra cui spicca “Blade Runner Blues” e “Tears in rain”, e gli effetti speciali di Trumbull, Yuricich e Dryer. Questi sono parte integrante dell’apparato narrativo, in cui s’inseriscono con una tale fluidità che quasi non li si nota.
Hauer è semplicemente perfetto nel ruolo del replicante freddo, calcolatore, vendicativo, ma che nell’epilogo agisce animato da un amore incondizionato per la vita – un elemento che tende, in qualche modo, a smussare i confini tra umano e macchina, mettendo in dubbio la superiorità morale del primo.
È del ’93 l’uscita della versione “originale” del film – Blade Runner. The director’s cut, con finale modificato e l’aggiunta di alcune brevi sequenze (tra cui quella rivelatrice del sogno dell’unicorno, che rimanda alla natura di replicante di Deckard).