Ghost Rider è il film del 2007 diretto da Mark Steven Johnson e con protagonisti Nicolas Cage, Eva Mendes, Peter Fonda, Wes Bentley, Sam Elliott, Donal Logue, Brett Cullen, Matt Long (Johnny Blaze giovane), Raquel Alessi (Roxanne Simpson giovane)
Ghost Rider, la trama: Barton Blaze e il figlio Johnny si esibiscono in spericolati numeri motociclistici in un parco divertimenti. Johnny, stanco di quella vita, ha progettato una fuga romantica con la fidanzatina Roxanne. I suoi progetti vengono stravolti dalla scoperta del cancro del padre e l’incontro con un uomo misterioso che gli propone un patto: la sua anima in cambio della guarigione di Barton.
Inconsapevolmente Johnny accetta un inganno dato che suo padre rimane vittima di un incidente. Da questo momento in poi il giovane rinuncia ai suoi affetti nell’attesa che Mefistofele ritorni a riscuotere quanto gli spetta.
Passano gli anni e Johnny diventa famoso per le sue estreme esibizioni, fin quando Mefistofele torna nella sua vita per convincerlo che la maledizione sparirà se recupererà il contratto di San Venganza, sottrattogli tempo addietro. A voler appropriarsene sarà anche il demone Blackheart, figlio di Mefistofele, aiutato da altri demoni servitori che non esiteranno a colpire il punto debole di Johnny.
Ghost Rider, l’analisi
Dopo Daredevil, Mark Steven Johnson tenta ancora una volta di sfogare la sua vena creativa essendo, come lui stesso ha affermato, un fan dei fumetti. E, ancora una volta, il risultato non è dei migliori. Il regista ha pensato di riscrivere la sceneggiatura di David S. Goyer, che aveva maggiore esperienza nel campo per aver sceneggiato alcuni fumetti tra cui lo stesso Ghost Rider. Il risultato sono dialoghi imbarazzanti che delineano situazioni inutili, incapaci di reggere la scena.
Neanche la scenografia gioca a suo favore: Ghost Rider è l’adepto del male incarnato in Mefistofele e per il suo stesso aspetto, evoca atmosfere lugubri, che fanno una breve, anche se ben riuscita, comparsa nel film. Quando pensiamo al personaggio di Ghost Rider evochiamo un “centauro”, con la sua fida Hellcycle, che infuoca letteralmente le strade della città, vestito in nera pelle e tempestato qua e là da borchie appuntite. Era proprio questo look una delle caratteristiche che hanno affascinato i lettori del fumetto nato dalle menti di Gary Friedrich, Roy Thomas e Dick Ayers nel 1967. Probabilmente da un look così aggressivo ed innovativo ci si aspettava che la sua trasposizione cinematografica implicasse un’azione violenta e persistente, non un’azione svelta ed accennata come si è poi rivelata.
Il cast di attori non aiuta a migliorare la pellicola. Nicolas Cage interpreta un infantile Johnny Blaze, più vicino ad una crisi di mezz’età che ad un vero e proprio motociclista. L’attore tenta di affascinare il pubblico con una mal riuscita espressione da duro ed un fisico tonico, ma appare inadatto all’interpretazione di questo ruolo. Altrettanto irrilevante è stata la presenza di Eva Mendes che, nonostante mostri le proprie grazie, non è in grado di “bucare lo schermo”. Blackheart, spogliato del look del fumetto, viene interpretato da Wes Bentley ma si riduce all’immagine distorta di un ragazzino con la sua gang di scagnozzi che freme per recare un torto al padre.
Sam Elliott e Peter Fonda tentano di migliorare il livello recitativo del film. Il primo interpreta Mefistofele, le cui cupe e significative apparizioni sono relativamente poche in un’ora e un quarto di film: la sua fama poteva essere sfruttata maggiormente. A portare un vento di western è Sam Elliott, anche se rimane inspiegabile la sua partecipazione a questa pellicola dopo l’Hulk di Ang Lee. Ghost Rider è un pop corn movie che pecca nell’intrattenimento e lascia l’amaro in bocca per effetti speciali spesso poco sfruttati e ridotti all’osso. Per il calibro del fumetto è un film che ha osato poco. Decisamente poco.