Gli showrunner di The Last of Us, Craig Mazin e Neil Druckmann, hanno affrontato alcune delle questioni scottanti sollevate dal finale della prima stagione della loro acclamata serie drammatica della HBO, dal titolo “Look for the Light“; la puntata, che hanno firmato a quattro mani, è stata diretta da Ali Abbasi. I co-creatori hanno rivelato sulle pagine di THR alcuni dei loro pensieri sulla seconda stagione, in occasione di una conferenza stampa la scorsa settimana.
Rispetto alla decisione di Joel (Pedro Pascal) di giustiziare le Luci che volevano uccidere Ellie (Bella Ramsey) allo scopo di creare una potenziale cura per la pandemia: “Quando ami qualcosa incondizionatamente, la logica si spegne e fai cose davvero orribili per proteggere coloro che ami“, ha ammesso Mazin. “E ci sono un sacco di esempi in tutto il mondo in cui questo accade continuamente. Quindi per noi è stato un mettere insieme tutti gli elementi che avevamo e far vedere in ogni episodio un pezzetto di questa umanità, e questo si può tradurre in positivo, come nel caso della storia di Bill e Frank, o in negativo, come quando un uomo deve uccidere il proprio fratello perché si è trasformato. [Ci sono] sacrifici sempre più grandi che Joel deve fare per Ellie. Sono confuso al riguardo sul piano dell’aspetto morale del suo comportamento. Penso che sia una scelta difficile. Ci peso moltissimo. Penso che molte persone ci penseranno moltissimo a questo concetto.”
— Sulla rivelazione che Ellie probabilmente ha ricevuto la sua immunità perché sua madre, Anna, è stata morsa da un Clicker quando era incinta: “Suggerisce e fornisce alcune teorie sul motivo per cui Ellie è immune, anche se non rispondiamo in modo definitivo“, dice Druckmann. “Ma penso che la cosa più importante sia costruire la relazione tra Marlene (Merle Dandridge) e Anna, così quando arrivi alla fine e mettiamo Marlene contro Joel, i due personaggi hanno degli intenti filosofici opposti in merito a come affrontare la situazione, anche sapendo quanto Marlene fosse vicina ad Anna. E il desiderio di Anna morente, che lei si prendesse cura della bimba, penso che dia più peso e forse un senso più tragico al sacrificio che Marlene sta cercando di fare per il miglioramento dell’umanità“.
— Sull’identità del padre di Ellie: “In realtà non ho mai avuto curiosità per il padre di Ellie”, dice Mazin. “È meglio se nella mia mente esiste la figlia di Joel, e poi lui incontra Ellie e l’intero processo riguarda quanto sia difficile far entrare qualcun altro quando hai chiuso quella porta e l’hai inchiodata per sempre. Ma per Ellie, quella stanza non è mai stata occupata e Joel ci entra quasi immediatamente.”
— Sull’aver preso di nascosto un altro doppiatore dal gioco, Laura Bailey (Abby) di The Last of Us Part II, nei panni di una delle infermiere: “Laura e Neil sono grandi amici e glielo abbiamo semplicemente chiesto”, ricorda Mazin. “Ho portato Laura in un tour dei corridoi di questo ospedale e lei ha pianto solo guardandolo… È normale che le persone che provenivano dal mondo di gioco di Neil si sentissero come se stessero entrando in questo incredibile, incredibile adattamento VR“.
— Sul loro processo creativo che si avvicina alla seconda stagione: “Il nostro processo funziona“, dice Mazin. “Il nostro processo di concordare che non importa quanto siamo in disaccordo, troveremo un modo per essere d’accordo. Non c’è potere di veto qui. Nessuno ottiene ciò che vuole… penso che saremo un po’ più efficienti nel nostro processo, il che significa che avremo più tempo per fare alcune cose più complicate“.
— Sulla crescita di Ellie per la seconda stagione, che si svolge dopo un salto temporale pluriennale: “Sappiamo cosa faremo in termini di costume, trucco e capelli”, dice Mazin. “Ma ancora più importante, conosciamo lo spirito e l’anima dell’attrice. Adesso ha 19 anni, che è la stessa età di Ellie in The Last of Us Part II … sarà diverso. Sarà diverso proprio come è stata diversa questa stagione. A volte sarà radicalmente diversa… Non sarà esattamente come il gioco. Sarà lo show che io e Neil vogliamo fare”.