Disponibile su Netflix dal 20 novembre, Adorazione si presenta come un viaggio a capofitto nel mondo degli adolescenti, immersi in una provincia carica di segreti e contraddizioni, come tutte le province del mondo. Tratta dall’omonimo romanzo di Alice Urciuolo e diretta da Stefano Mordini, la serie, presentata in anteprima ad Alice nella Città durante la Festa del Cinema di Roma, è caratterizzata dal cast corale, volti per lo più sconosciuti, con tante promesse negli occhi. La storia è un intreccio di thriller, dramma e coming of age tra difficoltà, sogni infranti e un mistero, che poi diventa tragedia, a far detonare la storia.
Adorazione, un viaggio iniziatico in un’estate di fini e inizi
L’ambientazione estiva nella tranquilla Sabaudia, con il litorale pontino che si risveglia per la stagione balneare, fa da sfondo all’esplorazione della gioventù, promettendo un racconto ben diverso da quello che ci si aspetta. Conosciamo subito Elena e Vanessa, due amiche molto diverse ma legatissime da quell’amore totalizzante che solo l’adolescenza conosce. Elena, ribelle e inquieta, vive un senso di soffocamento che la spinge a sognare una fuga verso Roma. Vanessa, invece, è l’opposto: popolare, sicura di sé, con una vita apparentemente perfetta. La loro amicizia è il primo tassello di una trama che si complica rapidamente con la scomparsa improvvisa di Elena, un evento che scuote la comunità e porta a galla segreti nascosti.
La narrazione si trasforma rapidamente in un racconto corale che esplora le vite intrecciate di un gruppo di adolescenti e delle loro famiglie, tutte, in un modo o nell’altro, intaccate da Elena e dalla sua vivace diversità. Vera e Giorgio, i cugini di Elena con una situazione familiare difficile, ma anche Gianmarco e Enrico, fidanzati delle due protagoniste, si trovano anch’essi coinvolti in una spirale di bugie e verità nascoste che contribuisce a costruire un mosaico complesso e stratificato. Ogni personaggio, infatti, nasconde un pezzetto di un puzzle molto grande, una piccola parte di un’ampia storia che non riguarda solo la scomparsa della ragazza, ma anche il percorso di crescita, identità e conflitti di tutti i protagonisti. Da questo punto di vista, con esiti ovviamente molto diversi e molto meno alti, Adorazione ricorda Twin Peaks, nella misura in cui racconta la reazione di una comunità alla scomparsa di una ragazza, il dolore che quella scomparsa provoca, i segreti che hanno portato a quella triste vicenda, le conseguenze su chi la conosceva e anche su chi non aveva idea di chi fosse.
Un racconto corale tra segreti e fragilità
Senza riuscire a aggirare alcune ingenuità e cliché, Adorazione trova un buon equilibrio tra il racconto di formazione e il mistero da risolvere, un racconto ricco di voci. Trai volti più noti che compongono il nutrito cast annoveriamo Noemi (cantante al debutto come attrice), Ilenia Pastorelli, Barbara Chichiarelli (che vedremo presto in M) e Claudia Potenzasi. Tuttavia, sono i ragazzi a reggere il cuore emotivo della storia: Alice Lupparelli (Elena), Beatrice Puccilli (Vera), Giulio Brizzi (Giorgio) e gli altri giovani talenti trasmettono con autenticità la confusione, la sofferenza e la ricerca di un senso che caratterizzano l’adolescenza, pur rimanendo in difficoltà nelle situazioni in cui i sentimenti da passare diventano intimi e profondi.
Come una mappatura precisa di tutti quelli che possono essere i problemi, le paranoie e le difficoltà dell’adolescenza, Adorazione tocca quasi ogni possibile sfumatura del disagio giovanile, da quello “classico” legato all’amore e all’amicizia, all’accettazione del proprio corpo e ai rapporti conflittuali con i genitori, a quello deviato e pericoloso, come la violenza di genere, la droga, il bullismo.
I coetanei sono allo stesso tempo il principale scoglio contro cui sbattere ma anche fonte inesauribile di supporto e sostegno, nei modi maldestri che ognuno impara, sbagliando. I genitori invece sembrano tutti inadatti, non all’altezza della situazione, incapaci di inquadrare e capire i propri figli, anche loro presi dalle miserie quotidiane e ignari della vera natura delle cose.
Un mistero diluito nella quotidianità
L’aspetto più interessante di Adorazione è quello che immerge il mistero della scomparsa di Elena nella quotidianità, un susseguirsi lento e banale di giorni tutti uguali, uno scenario apatico che non offre certo il massimo ai giovani protagonisti e che fa da sfondo indifferente alle vicende che scivolano lungo un’estate che nessuno dei protagonisti dimenticherà mai. Proprio questa mescolanza tra thriller e vita di ogni giorno permette alle indagini per la scomparsa di Elena di portare alla luce non solo pezzetti di storia nascosta, ma anche i segreti dei giovani protagonisti e delle loro vite diversamente complicate. Ogni personaggio, ha qualcosa da nascondere, un segreto che contribuisce a costruire un mosaico sempre più complesso.
Una regia solida e cupa setta un tono molto serio per Adorazione
La regia di Stefano Mordini crea un’atmosfera cupa e pesante, nonostante gli scenari prevalentemente soleggiati e ariosi del litorale pontino, l’effetto restituito è quello di una provincia asfissiante, un luogo tanto familiare quanto opprimente. Con Fabri Fibra alla supervisione della colonna sonora, Adorazione svela la sua costruzione attenta e stratificata, anche se non sempre felice. Il risultato è quello di una semplificazione eccessiva di alcune dinamiche personali e relazionali, che si svelano quando i dialoghi si mostrano artefatti e la recitazione dei protagonisti non ancora sufficientemente matura. Sebbene l’ambizione di Adorazione sia quella di andare oltre il semplice intrattenimento, la serie Netflix si perde nei dettagli degli archi narrativi secondari, nei cliché e nelle ingenuità di chi per raccontare troppo, perde la concentrazione su ciò che è importante.
Adorazione
Sommario
A fronte di un buon equilibrio tra coming of age e thriller, la serie si perde in archi narrativi sbrigativi e una eccessiva semplificazione.