Fargo 5: recensione della serie di Noah Hawley

Con un nuovo ciclo di episodi, la serie è disponibile su NOW

-

Continuano i racconti antologici della serie Fargo, arrivata al quinto ciclo che riporta gli spettatori nel Midwest, tra Minnesota e North Dakota, nel 2019. La stagione, guidata da Juno Temple e Jon Hamm, sembra recuperare i canoni dei primi anni, riportando in primo piano una violenza annichilita dal mondo in cui infuria.

 

Fargo 5, la trama

Protagonista della storia è Dorothy ‘Dot’ Lyon, una classica casalinga del Midwest che, in occasione di un’assemblea scolastica, perde il controllo e viene arrestata dalla polizia. In quest’occasione, l’apparentemente dolce e indifesa Dot riesce però a uscire su cauzione, recuperata dall’incredulo marito Wayne (David Rysdahl), che non si capacita di come la minuta e dolce moglie si sia lasciata coinvolgere nei disordini scoppiati all’assemblea. Ci viene presentata poi anche la famiglia di Wayne, in particolar modo sua madre e suocera di Dot, Lorraine Lyon (Jennifer Jason Leigh), una donna ricca e potente, dalle idea continuamente repubblicane che sembra non approvare molto il matrimonio del figlio, nonostante ormai duri da diversi anni, con tanto di figlia quasi adolescente. Tutto sembra tornare alla normalità, fino a che Dot viene aggredita in casa e rapita da due brutti ceffi. Wayne, disperato e spaventato, chiama subito la polizia, e si rivolge a sua madre: è infatti convinto che presto verrà richiesto un riscatto e solo le tasche di mammina potranno aiutarlo a riavere a casa sua moglie.

- Pubblicità -
 
 

Ma ancora una volta, sorprendendo per primo lo spettatore, Dot riesce a scappare, rivelandosi un incrocio letale tra Commando e McGyver, e ritorna a casa, fingendo che nulla sia accaduto. Non troppo lontano da lì, Roy Tillman, sceriffo del North Dakota, incontra il rapitore di Dot, chiedendogli come mai non sia riuscito a riportargli sua… moglie. Accompagnato dal maldestro figlio Gator (Joe Keery), che ha un fortissimo desiderio di dimostrare il suo valore, Roy porterà avanti il suo proposito, mentre Dot, ormai allertata, è pronta a far riemergere tutti i segreti del suo passato misterioso.

Al timone c’è Noah Hawley

Fargo 5 porta la firma di Noah Hawley, che ricopre le vesti di showrunner, produttore esecutivo, sceneggiatore e regista di alcuni episodi. La sua presenza regala una grande coesione alla storia e contribuisce a renderla avvincente, soprattutto perché da un punto di vista tematico questo quinto ciclo appare leggermente meno ambizioso di quelli precedenti, seppure riesce comunque a costruire un’immagine di un’America che ci piacerebbe appartenesse al recente passato ma che invece è ancora estremamente attuale.

L’ambientazione nel 2019, un passato recentissimo, quindi ma un mondo completamente diverso che non aveva ancora conosciuto la pandemia moderna, proietta la storia in un contesto trumpiano che stabilisce immediatamente il tono e anche la caratterizzazione di alcun personaggi che si rivelano poi il vero e proprio cuore della storia. Juno Temple dimostra dei colori inediti, anche se non insospettati, dato che se pure ha raggiunto il successo globale di recente grazie a Ted Lasso, circola da davvero tanto tempo, nonostante la giovane età, e di esperienza ne ha moltissima. Quasi quanta quel consumato guascone di Jon Hamm che per il suo sceriffo Roy Tillman, un uomo senza legge se non la sua, mette in gioco non più il fascino a là Don Draper che lo ha reso maledettamente amabile, ma una fisicità ingombrante e sgradevole, un volto duro, un aspetto ottuso e allo stesso tempo dall’intelligenza sorprendente, estremamente minaccioso.

Fargo 5Fargo 5 brilla principalmente nella scrittura dei dialoghi, firmati come detto da Hawley, che si caratterizzano per l’umorismo che viene mescolato all’acume e alle formule sintattiche astruse che con scioltezza vengono pronunciate dagli interpreti, i quali aggiungono brio e saggezza. In questi scambi cadenzati e contorti, pervasi da un’atmosfera cupa e sospesa, che spesso si affaccia nei territori dell’assurdo, rintracciamo un ritorno alle origini, alla prima stagione e addirittura all’originale film dei Cohen che ha ispirato il progetto in primo luogo.

Il tono della stagione è bizzarro, stravagante, e sembra tener conto, in maniera tacita e sottile del caos che sarebbe arrivato di lì a pochi mesi, l’evento che avrebbe stravolto il mondo, e per certi versi Hawley racconta un cosmo allo sbando che è in attesa inconsapevole della catastrofe, sia nel mondo reale che in quello immaginato nello show. Questo equilibrio costante tra reale e iper-reale conduce la serie sul filo del caos, dove sembra trovare la sua perfetta dimensione esistenziale.

Sommario

Con un nuovo ciclo di episodi avvincenti e dal sapore inconfondibile, Fargo 5 si conferma un appuntamento di alto livello per gli amanti della serenità televisiva.
  • Per saperne di più su:
  • Fargo
Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

ALTRE STORIE

Con un nuovo ciclo di episodi avvincenti e dal sapore inconfondibile, Fargo 5 si conferma un appuntamento di alto livello per gli amanti della serenità televisiva.Fargo 5: recensione della serie di Noah Hawley