Bottoms: recensione del film di Prime Video

Teen movie tutto al femminile, il film è disponibile dal 21 novembre in piattaforma.

Bottoms Prime Video

Le pellicole adolescenziali hanno da sempre catturato molto l’attenzione del pubblico: fin dai primi esempi di teen movie come Grease o The breakfast club, i giovani spettatori come anche gli adulti amano ritornare anche solo per qualche ora all’adolescenza (per come viene rappresentata nei film!). Sulla scia di questi titoli, Bottoms è allora un nuovo esempio di teen movie che si adatta ai cambiamenti stessi della società. Diretta da Emma Seligman (Shiva baby), la pellicola ospita un cast formato da una nuova generazione di giovani attori: Rachel Sennot (The idol) qui interpreta Pj, mentre Ayo Edebiri (The bear) è nei panni di Josie. Altre figure interessanti nel cast sono le due modelle Havana Rose Liu e Kaia Gerber, figlia della nota ex top model Cindy Crawford.

 

Bottoms: il nuovo fight club

Pj e Josie sono il classico duo di personaggi poco considerati nel liceo ed entrambe sono innamorate delle due ragazze più popolari della scuola, Isabel e Brittany. Isabel ha però una relazione con il capitano della squadra di football della scuola, la figura attorno la quale si sviluppa praticamente tutta la vita scolastica: Jeff. Dopo una lite tra i due, Isabel sale in macchina di Josie e colpisce – seppur leggermente – Jeff messosi davanti per non farle partire. Pj e Josie, convocate dal preside per aver “gravemente ferito” Jeff, si giustificano dicendo di aver creato un club di autodifesa per ragazze. Così danno inizio a quello che ha tutta l’aria di essere un fight club: molte ragazze della scuola aderiranno, tra cui anche Isabel e Brittany.

Questo permetterà a tutte di sentirsi più forti e sviluppare un forte legame di amicizia (per alcune anche oltre l’amicizia!). Ma il club non sembra essere ben voluto da tutti: in una scuola in cui il centro di tutto è la squadra di football, un club femminista di autodifesa così popolare non può essere ben accetto. Tim, spalla di Jeff, inizia ad indagare sul club, sul suo scopo e sulla sua nascita, rivelando pubblicamente la verità e generando non poco scompiglio.

Bottoms recensione

Un teen movie LGBT+ friendly

La prima cosa che salta subito all’occhio in Bottoms è la presenza di due protagoniste dichiaratamente lesbiche che vivono tranquillamente la propria omosessualità. Pur non trattandosi del primo esempio di personaggi gay in nel genere adolescenziale (si pensi alla serie Glee o al film Tuo, Simon), qui  si hanno delle particolarità. Prima di tutto, Pj e Josie sono perfettamente a loro agio con loro stesse: la loro omosessualità non è un qualcosa che loro stanno scoprendo nella fase adolescenziale, non viene messa in dubbio da nessuno e viene semplicemente accettata da tutti. È pur vero che al ritorno a scuola Pj e Josie trovano le scritte Faggot #1 e #2 sui loro armadietti (dispregiativo in inglese per omosessuale), ma ciò dipende dal fatto che all’inizio le due sono viste come le “sfigate” della scuola.

Un liceo fallocentrico e maschilista

Fin dalle prime scene è dunque da subito chiara la realtà della Rockbridge Fall high school: tutta l’attività scolastica ruota solamente attorno alla squadra maschile di football e più precisamente attorno a Jeff. Questo è un atteggiamento sistemico, individuato non solo nei giocatori di football, ma anche dallo stesso preside, che contribuisce al verificarsi di ingiustizie all’interno del liceo, quelle stesse ingiustizie da cui le protagoniste cercheranno di difendersi.

Bottoms Rachel Sennot Ayo Edebiri

Bottoms: la lotta alla violenza di genere

Un aspetto interessante del film è dunque che, pur mantenendo un’atmosfera comica e leggera, affronta tematiche di grande spessore, soprattutto nella società attuale. Il corso di autodifesa dimostra a tutte le donne che possono avere una potenza anche fisica pari agli uomini, o comunque una forza d’animo ed un coraggio che compensano l’assenza di muscoli. In Bottoms le ragazze riescono a combattere tra loro e contro dei ragazzi grandi e muscolosi nelle scene finali.

Ma non è solo questo a ricordare a tutte la propria forza. Il fight club diventa un luogo per tutte di sorellanza e solidarietà, questa esperienza le ha rese più forti e sicure di sé. Inoltre, le ragazze hanno anche la possibilità di condividere l’una con l’altra i propri problemi, traumi o casi di violenza. Sentiamo una delle ragazze parlare del proprio stalker, che minaccia continuamente di ucciderla, e di come la polizia non faccia nulla: si limita ad affermare che finché non ci prova veramente loro non possono intervenire.

Già ritornando all’inizio della pellicola si trova un esempio della moderna cultura di colpevolizzazione della donna: quando Pj e Josie vengono convocate dal preside questo afferma “perché non vi date una svegliata ed imparate a difendervi da sole senza investire qualcuno?”. Si tratta ovviamente di una situazione comica, non essendoci stata nessuna effettiva violenza o incidente, ma già questo fa comprendere quanta importanza viene data a Jeff e quanta poca alle ragazze, la cui versione delle vicende non viene neanche considerata e la colpa viene fatta ricadere interamente su di loro, colpevolizzandole. Bottoms, dunque, punta a scardinare queste basi per impostarne di nuove, fondate sulla lotta alla violenza di genere.

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