La guerra. Tutto gira intorno a questo, altrimenti non si chiamerebbe Danza dei Draghi. Quello che il finale della seconda stagione di House of the Dragon con l’episodio La regina che non fu ha voluto proporci è qualcosa di preparatorio. Sì. Siamo di nuovo a quel punto di partenza. Alla fase in cui vengono sistemate le pedine su mare e su terra, e nel caso di House of the Dragon anche in aria. Ma questo lo sapevamo già. La seconda stagione ha dato solo un assaggio di quello che potrebbe essere la Danza dei Draghi e la storia dei Targaryen e soprattutto di Aegon e Rhaenyra, storia talmente complessa che questa seconda stagione non poteva che essere preparatoria (ma neanche così tanto).
**Questa recensione contiene spoiler dell’episodio 8 di House of the Dragon 2 “La regina che non fu“**
Game of Thrones inizia con Daenerys, il suo viaggio da Essos a Westeros. Parallelamente House of the Dragon ci mostra l’opposto: un Aegon Targaryen che è costretto a nascondersi al di là del Mare Stretto per non venire ucciso e reclamare in seguito il suo trono. Questo ottavo episodio, La regina che non fu, chiude alcuni archi narrativi per aprire sicuramente molti altri. Vediamo per esempio Otto Hightower come prigioniero, quando invece pensavamo che la sua storia si fosse conclusa. Potrebbe trovarsi nella Fortezza Rossa e questo spiegherebbe il parallelismo finale con la figlia Alicent che lascia proprio la Fortezza Rossa dopo l’incontro con Rhaenyra. È anche l’episodio della riconciliazione tra Daemon e Rhaenyra: lui ripropone la sua fedeltà e si inginocchia. Ma perché lo fa?
Daemon ha la sua ultima visione ad Harrenall, sicuramente la più significativa. Vede per la volta le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco: vede la creazione dell’esercito di Non-Morti, il Corvo con Tre Occhi, la morte di Aemond e vede Il Principe che fu Promesso. House of the Dragon ribalta quanto successo in Game of Thrones dove si diceva che fosse Jon Snow (alias Aegon Targaryen) in Principe. Ma la visione di Daenerys, la Non-Bruciata, di spalle con i suoi tre draghi appena nati non lascia molti dubbi al caso. È lei il Principe che fu Promesso. In questa visione, Daemon vede anche Rhaenyra sul Trono di Spade ad Approdo del Re, e così si inginocchia. Ancora una volta, le scene con Emma D’Arcy e Matt Smith che parlano di valyriano, che conversano e si stuzzicano, creano una vera e propria scintilla: questo è mancato un po’ nella seconda stagione ma era necessario ai fini della trama.
La terza stagione di House of the Dragon: cosa succederà
Come abbiamo anticipato, La regina che non fu non è altro che un lungo tavolo preparatorio in attesa della terza – già confermata – stagione di House of the Dragon. La vera guerra dovrebbe iniziare adesso, e anche se in questa seconda stagione potrebbe aver mancato di azione, fuoco e sangue, la crescita di alcuni personaggi è innegabile e sarà un punto a loro favore durante la vera Danza dei Draghi. Abbiamo ottenuto una conclusione dell’arco narrativo di Rhaenyra e Daemon, si è conclusa la storia dei Semi di Drago e molte dinamiche di potere si sono spostate ad Approdo del Re con la ricerca della libertà da parte di Alicent, la presa di potere da parte di Aemond e la scelta di Re Aegon a lasciare la città. C’è anche da aggiungere un piccolo fattore: questa stagione si è conclusa con due episodi d’anticipo rispetto alla consueta programmazione di HBO. Gli autori hanno voluto spostare l’azione esclusivamente alla terza stagione (esempio la Battaglia del Golfo), lasciando alla seconda il compito di approfondire le dinamiche interne.
Tra le note sicuramente stonate di questo episodio c’è la storyline di Tyland Lannister con la Triarchia. Quei momenti sono carichi di umorismo e hanno come fine quello di avvicinare i Verdi alla Triarchia per ottenere le loro navi, ma quale parte della storia hanno dovuto sacrificare per inserire un combattimento nel fango? Se c’è una cosa che la terza stagione dovrà imparare dalla seconda è aumentare il numero di episodi per concedere una narrazione più fluida: Otto Hightower è andato via da Approdo del Re intorno al quarto episodio, perché non ci viene mostrato prima cosa gli è successo? Ora, mentre Max ci propone già un assaggio del prossimo spin-off di Game of Thrones, aspetteremo due anni per le epiche battaglie della Danza dei Draghi che ci furono promesse… e speriamo ne valga la pena.