Il Baracchino: recensione della miniserie animata di Prime Video

Disponibile dal 3 giugno sulla piattaforma.

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Cosa succede quando uno storico locale di stand-up comedy rischia la chiusura, e a tentare di salvarlo è un gruppo di comici improbabili quanto bizzarri? Il Baracchino, prima miniserie animata firmata dallo studio palermitano Megadrago, diretta da Salvo Di Paola e Nicolò Tuccì, racconta proprio questo: sei episodi che oscillano tra l’omaggio e la satira, tra l’arte e il delirio, con un’identità che sfugge alle etichette e una sorprendente coerenza interna.

La trama e il cast stellare di Il Bagaglino

Il Baracchino – Prime Video

La trama ruota attorno a Claudia (voce di Pilar Fogliati), idealista erede spirituale della zia comica Tatiana, decisa a salvare il locale di stand-up Il Baracchino dalla chiusura. Dall’altro lato, il proprietario Maurizio (doppiato da Lillo), unicorno scolorito, non vede alcun futuro né alcun talento, scoraggiato, più che incattivito, dalle difficoltà di fare da agente ai comici. E in effetti la squadra di Claudia è un’armata Brancaleone dell’umorismo: un piccione cinico e fumatore incallito (Luca, voce di Luca Ravenna), un Leonardo Da Vinci confuso e in cutout animation (Edoardo Ferrario), un alieno che ci tiene troppo a dire di essere umano (John Lumano, Daniele Tinti), la Morte stessa (Marco, interpretato da Stefano Rapone), e altre perle come Noemi Ciambell (Michela Giraud), la triceratopo Tricerita (Yoko Yamada) e Larry Tucano (l’irresistibile Pietro Sermonti). E poi c’è Donato, una ciambella con un buco anche nell’anima, doppiata da Frank Matano, e Gerri, tuttofare malinconico e tenerissimo a cui presta la voce lo stesso Di Paola.

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Il Baracchino punta tutto sul tono: ricerca un costante equilibrio tra assurdo e amarezza, tra turpiloquio e riflessione, con il quinto episodio che diventa una vera e propria seduta di elaborazione del lutto, con tanto di disclaimer iniziale (forse un po’ troppo). L’anima nera della stand-up affiora senza retorica puntando il dito con leggerezza sulle storture del nostro mondo. La serie spicca per l’apparente semplicità con cui amalgama il cinismo e la disperazione dei suoi protagonisti, che ne smaschera una sincerità disarmante. Di Paola, con background nell’animazione e nella stand-up, riesce a fondere due linguaggi solitamente distanti in un prodotto organico, che funziona sia sul piano visivo sia su quello drammaturgico.

Il Baracchino – Prime Video

Una serie tecnicamente molto ricca

Ma è sul piano tecnico che la serie diventa davvero interessante. Il bianco e nero dal sapore noir, lo stile da “backstage animato” e il mix di tecniche (CGI, stop motion, disegno a mano, cutout) danno vita a un universo ricco e coerente nella sua varietà. Ogni personaggio ha un proprio stile visivo, che ne potenzia l’identità comica e simbolica, e così l’animazione diventa linguaggio emotivo più che narrativo. In questo senso, Il Baracchino strizza l’occhio a produzioni dal profilo internazionale, come gli Spider-Verse, dove la molteplicità di stili aveva però una spiegazione drammaturgica e non era “soltanto” una rappresentazione del sé di ogni personaggio.

Con un cast vocale stellare, Il Baracchino è una delle sorprese più originali e coraggiose dell’animazione italiana recente: irriverente, grottesca, malinconica e appassionata, è una dichiarazione d’amore alla comicità nella sua forma più contemporanea e “di moda”.

Il Baracchino
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Sommario

Con un cast vocale stellare, Il Baracchino è una delle sorprese più originali e coraggiose dell’animazione italiana recente: irriverente, grottesca, malinconica e appassionata, è una dichiarazione d’amore alla comicità nella sua forma più contemporanea e “di moda”.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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