Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, la recensione dei primi episodi della serie Disney+

Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo recensione

Dopo un’incursione al cinema divertente ma non sufficientemente ispirata, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo è pronto a riproporsi in formato audiovisive su Disney+, dal 20 dicembre, in tempo per le vacanze di Natale che terranno il target di riferimento della serie a casa, e quindi con sufficiente tempo da dedicare al semi-dio figlio di Poseidone. Gli otto episodi della prima stagione ci accompagneranno nel viaggio di Percy a caccia del “Ladro di Fulmini”, così come si intitola il primo volume della saga letteraria di Rick Riordan.

 

La trama di Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo

La serie ci porta dentro il mondo di Percy, che sembra come il nostro ma racchiude un grande segreto. Da sempre ragazzino sveglio ma distratto, Percy crede di avere qualcosa che non va, di essere sempre fuori posto. Ma quando da un mondo misterioso, mescolato con il nostro, cominciano ad arrivargli visioni di mostri e meraviglie, l’esigenza di risposte a questa sua “stranezza” si fa più pressante. Scopre così, da un racconto della madre, che lui è in realtà un semi-dio, figlio di una donna mortale e di una divinità, come quelle che venivano adorate nell’antica Grecia, quelle che lui stesso studia a scuola. Arrivato al Campo MezzoSangue, dove tutti i semi-dei vengono accolti e addestrati per diventare eroi, Percy scoprirà che anche trai semi-dei, lui è un’eccezione. Insieme a Annabeth (Leah Sava Jeffries) figlia della dea Atena, e Grover (Aryan Simhadri) un satiro che aspetta la sua occasione per mostrare il suo valore, il giovane eroe intraprenderà una missione per ristabilire l’ordine sul Monte Olimpo e salvare il mondo. Tuttavia, l’impresa dei nostri protagonisti non sarà semplice, perché tutti loro verranno messi alla prova per scoprire quali i loro limiti, le loro potenzialità, ma soprattutto il loro posto nel mondo.

Un buon lavoro di adattamento

Adattare un romanzo così amato, soprattutto negli Stati Uniti, non è impresa da poco. I film dei primi anni ’10 hanno infatti dimostrato che non sempre le migliori intenzioni bastano a realizzare un prodotto che possa rendere onore al materiale di partenza ma anche essere un’opera autonoma e di valore. Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo riesce in entrambi i compiti, rivelandosi, almeno per i primi quattro episodi, un prodotto che se da una parte rispetta il materiale originale, cogliendone soprattutto lo spirito, dall’altra è un ottimo punto di entrata alla mitologia di Riordan. Non sembra necessario aver letto i libri per capire la storia di Percy, e questo risultato è da attribuire principalmente al lavoro di adattamento e sceneggiatura, che si è avvalso della collaborazione dello stesso autore dei romanzi, partecipe attivamente a tutta la produzione.

Già a partire dalla scelta del cast, Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo dimostra carattere e intraprendenza. Walker Scobell, che abbiamo visato in The Adam Project, è un Percy perfettamente a suo agio nel ruolo: consapevole della sua particolarità, questo eroe non è affatto riluttante, ma desideroso di trovare il suo posto nel mondo, affidandosi anche molto a quelli che sono i suoi compagni di viaggio. Ogni personaggio ha un drive ben preciso che la storia e le vicende mettono in evidenza, permettendo quindi a ogni attore di dare tridimensionalità al proprio ruolo. La chimica tra Scobell, Leah Sava Jeffries e Aryan Simhadri è senza dubbio l’aspetto su cui l’intera serie fa maggiormente leva per catturare l’attenzione del pubblico.

I mondi che si compenetrano

Un altro aspetto interessante della storia inventata da Riordan, che la serie mette in scena perfettamente, è la facilità, la naturalezza con cui il mondo mitologico e quello reale si compenetrano, il modo in cui come il mondo antico e immaginario che soprattutto noi Europei conosciamo così bene, viene accolto nell’Era moderna.

A questo aspetto principalmente strutturale, Percy Jackson aggiunge una componente universale relativa ai temi che la storia tocca: il valore del coraggio, l’importanza della cooperazione e dell’amicizia, la scoperta di sé. Tutti ingredienti imprescindibili per un racconto di formazione che, in questo caso, si condisce non solo di mitologia greca antica, ma anche di ironia e un tocco di modernità nell’approccio che i tre protagonisti hanno alle loro vicissitudini. Se pure creature mitologiche o figli di divinità, sono pur sempre ragazzini del loro tempo, e come tali agiscono e interagiscono con il mondo intorno a loro. Forse questo aspetto, più di ogni altro, rende questi tre giovani aspiranti eroi molto più normali e vicini al pubblico di quanto fosse intenzionalmente previsto nelle pagine del romanzo, e come scelta di adattamento si rivela vincente.

Combinando avventura, amicizia, posta in gioco alta e “viaggio dell’eroe” nel senso più classico possibile, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo è un buon adattamento, ispirato e contemporaneo, che forse farà venire a qualche giovane spettatore la voglia di sfogliare qualche vecchio manuale di mitologia, e che sicuramente coinvolgerà il pubblico con una narrazione incalzante e solida e dei protagonisti irresistibili.

- Pubblicità -
RASSEGNA PANORAMICA
Chiara Guida
Articolo precedenteX-Files: Ryan Coogler svilupperà il reboot in serie tv per Disney
Articolo successivoRebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, recensione del film di Zack Snyder
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
percy-jackson-e-gli-dei-dellolimpoCombinando avventura, amicizia, posta in gioco alta e “viaggio dell’eroe” nel senso più classico possibile, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo è un buon adattamento, ispirato e contemporaneo, che forse farà venire a qualche giovane spettatore la voglia di sfogliare qualche vecchio manuale di mitologia, ma che sicuramente coinvolgerà il pubblico con una narrazione incalzante e solida e dei protagonisti irresistibili.