Ragazze elettriche recensione serie tv
Crediti: Katie Yu/Prime Video

La rivoluzione è in arrivo su Prime Video dal 31 marzo e le protagoniste saranno le Ragazze elettriche uscite dalla penna della scrittrice britannica Naomi Alderman. Questa nuova serie è basata sull’omonimo romanzo distopico fantascientifico, un vero caso editoriale, vincitore del Baileys Women’s Prize 2017. L’autrice del libro cuce un racconto corale che permette di mostrare i principali personaggi nei vari stati in giro per i continenti che ci guidano tra nuovi scenari sociali e politici.

 

Questa è anche la scelta fatta dalla showrunner Raelle Tucker che ha lavorato con una writer’s room tutta al femminile che include Claire Wilson, Sarah Quintrell, Whit Anderson, Stacy Osei-Kuffour, Rebecca Levene, Raelle Tucker, Sue Chung, Brennan Peters e Michelle Hsu. Dietro alla macchina da presa, dei nove episodi prodotti da Amazon Studios e SISTER già casa di produzione della plupremiata miniserie Chernobyl, ci sono solo registe donne tra cui Ugla Hauksdóttir, Lisa Gunning , Neasa Hardiman , Logan Kibens e Shannon Murphy.

La trama dei primi tre episodi

Ragazze elettriche si immerge in un presente alternativo, permettendoci di immaginare il nostro mondo dal suo percorso attuale più o meno allo stesso modo di The Handmaid’s Tale. Il primo e il secondo episodio prendono il tempo necessario per introdurre con pazienza i sei personaggi principali, rendendoli in modo netto e facendoceli conoscere in ogni loro sfaccettatura. In Nordamerica viene presentata Allie (Halle Bush) una ragazza afroamericana adottatata da una famiglia del posto e vittima di abusi sessuali da parte dal padre adottivo, sempre accompagnata da una voce interiore nella sua testa, che l’aiuta a sopravvivere. In Inghilterra a Londra vive Roxy (Ria Zmitrowicz) la figlia di Bernie Monke (Eddie Marsen) un ricco mafioso londinese.

Ragazze elettriche Toni Collete
Crediti: Katie Yu/Prime Video

Intanto a Seattle troviamo la teenager Jos (Auli’i Cravalho) alle prese con le prime cotte tra i banchi per un compagno di classe e i litigi con i genitori. Purtroppo sua madre non è una donna qualunque ma la sindaca della città Margot Cleary-Lopez (Toni Collette) e il padre Rob (John Leguizamo) è un medico. L’unica voce maschile è quella di Tunde (Toheeb Jimoh) un reporter della Nigeria che pubblica su internet video incredibili con protagoniste delle giovani donne africane che diventano ovviamente subito virali. A chiudere il cerchio delle sei storyline, in giro per il mondo, c’è Tatiana Moskalev (Zrinka Cvitesic) un ex prodigio della ginnastica artistica da come viene spiegato in alcuni flashback del suo passato, e ora la “moglie trofeo” di un ditattore dell’Europa dell’Est che vive nel lusso di un fastoso palazzo che in realtà è la sua prigione, intanto il suo popolo è affamato e molto povero.

Nel terzo episodio di Ragazze elettriche finalmente si muovono le trame e si inizia a conoscere il fenomeno che ha colpito le ragazze. L’orfana Allie, che ora si fa chiamare Eve, incontra ragazze simili a lei e viene accolta in un convento gestito da delle suore. Intanto l’FBI già allarmato degli strani fenomeni, indaga e lo stesso lo fanno anche i media che sono curiosi e il blogger Tunde viene contattato direttamente dalla CNN per raccontare la storia delle “nuove streghe”. La novità sta proprio che questo strano virus colpisce durante il periodo dello sviluppo come una misteriosa mutazione genetica ma succede solo nel corpo delle giovani donne. La scena finale è decisamente quella che fa sperare alla rivoluzione al grido del “Girls Power” dove tutti esseri umani di sesso femminile sono consapevoli che è in arrivo un cambiamento radicale. Ma la domanda che sorge alla fine di questi tre episodi sarà meglio o peggio il futuro che incombe?

Ragazze elettriche Toni Collete John LeguizamoLa rivoluzione in mano alle Ragazze elettriche

La frase che subito rimane in mente come un po’ il “Nolite te bastardes carborundorum in The Handmaid’s Tale è quella detta dalla sindaca Margot che fa “Every revolution begins with a spark”. Delle parole che sono ancora così attuali, basti pensare all’immagini che passano ogni giorno al telegiornale come le rivolte dei giovani e delle donne in Iran contro un potere influenzato da una religione di stampo patriarcale o semplicemente quelle manifestazioni femministe occidentali in cui si punta sulla parità dei sessi, la questione di genere e il diritto sicuro all’aborto. Anche il tema che tutti noi abbiamo vissuto negli ultimi tre anni, come la diffusione improvvisa e selvaggia di Covid rende ancora più facile immaginare qualcosa, che si tratti di un virus o un organo che si è evoluto, che esce dal nulla. Certe scene della serie sembrano state girate negli ospedali quando la Pandemia era al suo massimo di contaminazione.

Ragazze elettriche – in originale The Power – presenta una visione al femminile, già dalla scelta di sceneggiatrici e registe, di un mondo distopico e che punta fin dalle prime scene sul messaggio che c’è in atto una rivoluzione anche nella serialità. Questa serie vuole essere una storia sulle donne che hanno il libero arbitrio, che si sentono sicure e fiduciose in un futuro femminista.

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RASSEGNA PANORAMICA
Simona Tavola
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ragazze-elettriche-serie-prime-videoRagazze elettriche - in originale The Power - si vuole insinuare tra le uscite seriali più chiacchierate dell'anno che hanno già mostrato un mondo simile al nostro ma che è stato sconvolto e cambiato da un virus, ad esempio come in The Last of Us. Questa serie però punta sull'onda del nuovo femminismo dove il potere e il futuro è in mano solo alle donne. Una serie ambiziosa con un grande cast tra cui spicca Toni Collette nel ruolo della sindaca di Seattle.