Succession 4×10: il mare dei fratelli Roy è pieno di squali

L'ultimo episodio della serie HBO in onda su Sky e disponibile in streaming su NOW

Succession 4x10 la spiegazione del finale

Succession 4×10, Roman Roy: “Noi non siamo niente. Queste sono solo putt**ate”

 

La famiglia, la vita ruota intorno a questo nucleo composto da legami di sangue. La famiglia, fonte di conflitto e di gioia. In Succession 4×10 la famiglia è importante: in realtà lo è dall’inizio della serie. Lo dicono i primi minuti di ogni episodio che dal 2018 a oggi, con l’ultimo episodio, dà inizio alle fantastiche avventure dei fratelli Roy: la sigla. Vediamo frammenti di una storia, un passato che non c’è più, in cui i quattro fratelli – Connor, Kendall, Shiv e Roman – giocano e aspettano solo che il padre li raggiunga mentre lui, invece, è sfuggente. Le cose in quarta stagione vanno diversamente: se prima della morte di Logan Roy i figli fanno per ottenere una vendetta, adesso vogliono solo una fetta della sua eredità. La chiave, però, del loro comportamento è la stessa: cercare di essere all’altezza del padre, cercare di compiacerlo e di renderlo fiero. Anche da morto.

È quello che per una vita cerca di fare Kendall: lo tradisce, cerca di raggirarlo e adesso vuole a tutti i costi bloccare l’accordo con la GoJo pur di sedersi a quella scrivania, da solo. Quando si è al potere si è sempre soli e “il fratello maggiore” cerca in tutti i modi di ottenere questo ruolo: “Questa è l’unica cosa che so fare altrimenti muoio”. A differenza di Kendall, Roman capisce già in Succession 4×09, con largo anticipo cosa succederà Lui, l’anima più fragile della famiglia, il figlio più piccolo. Per tutta la vita ha cercato di raggiungere la vetta, mentre i fratelli lo mandavano al tappeto di proposito. Mentre cercava in tutti i modi un briciolo dell’amore del padre, alla fine forse lo ottiene.

Ancora più diversa è Shiv. Determinata come il padre, ma l’unica figlia non potrà mai ottenere un posto di rilievo all’interno di questa enorme eredità di Logan Roy. Shiv, infatti, impara a fare un passo indietro, è bravissima a farlo. Si mette da parte, lo ha sempre fatto. Prima con il padre, poi con Tom e anche con Lukas Matsson. Non perché preferisce essere l’ombra alle spalle di un uomo potente ma perché sa che non può fare altro. Così ancora una volta Succession 4×10 sconvolge e rimescola il concetto di famiglia, dove una cena che vede i Roy tutti riuniti in un momento di placida convivialità familiare diventa un momento per stringere accordi, per suggellare alleanze. Ma il colpo di scena è dietro l’angolo: Shiv, Roman e Kendall scoprono il raggiro di Matsson: vuole escludere Shiv come CEO.

Credo che tocchi a me

Succession 4x10 Kieran Culkin, Sarah Snook, Jeremy Strong

In Succession 4×10 lo schema si ripete. Non è mai stata una battaglia tra i tre fratelli contro tutti: l’eredità di Logan Roy è sempre stato un problema di famiglia. È una corsa tra i tre fratelli, per vedere chi per primo riesce ad arrivare alla vetta, a questo surrogato di amore, cavilli burocratici e alleanze politiche. Quante volte abbiamo sentito questa frase pronunciata da Kendall: “Credo che tocchi a me”. Dopo Connor, il fratello maggiore tra i Roy ne fa una questione di vita o di morte. Cose se senza questo accordo, senza questa vittoria la sua vita sia relegata a una balaustra, un precipizio, dal quale guardare tutto dall’altro, magari entrarci dentro, buttarsi e vedere come va. Fin dalla prima stagione, fin dal primo attacco di cuore del padre che quasi lo mette ko, Kendall cerca in tutti i modi di sedersi a quella fott***ssima sedia.

È un ciclo che si ripete, ma nell’intermezzo ne sono successe di ogni. I figli sono cresciuti, hanno più consapevolezza, non più maturità però. È il problema che si poneva anche Logan durante la sua vita, a chi affidare l’eredità che per oltre vent’anni è stata tra le sue mani. Non doveva per forza essere una cosa di famiglia, ecco perché non trovando nessuno (e forse per stuzzicare i suoi figli) Logan si è affidato ai freddi fiordi svedesi per svendere la sua azienda. “Credo che tocchi a me”, Kendall ci crede ma trova ogni volta l’opposizione dei fratelli. Diventa una gara, un braccio di ferro a tre dove si ritorna al passato, a pezzi di memoria non molto confusi dove chi più va a ritroso nel tempo potrà ottenere il posto al vertice, nella vetta. “A me l’ha promesso a sette anni”, sempre Kendall. Tutti vittime, ancora una volta, di un giochino del grande e perverso Logan Roy.

Potevi essere tu se non fossi stato così fragile, Roman. Potevi essere tu se non fossi stata una donna incinta, Shiv. Quindi il vincitore è chi ha – apparentemente – meno problemi. Il più – apparentemente – lucido tra i fratelli. Kendall si pone al vertice, con l’approvazione del fratello, ripercorrendo le orme del padre ma trovando – apparentemente – forza dai legami della sua famiglia. Così per la prima volta Succession 4×10 ci mostra un teatrino familiare insolito dove i tre fratelli sono d’accordo su chi prenderà – apparentemente – le redini della compagnia.

Il mare pieno di squali

Succession 4x10 Jeremy Strong, Sarah Snook, Kieran Culkin

Quasi un lungometraggio di un’ora e mezza questa Succession 4×10. Quando siamo alla fine del primo atto le cose si mettono bene per i tre fratelli. Forse, dopo tanto parlare, dopo il doppio gioco di Shiv e la caduta di Roman, trovano un modo per fermare l’accordo sigillando tutto con un bagno a mare. Un metaforico bagno a mare, perché la scrittura di questa serie così magistralmente composta, ci ricorda perché siamo qui, perché siamo arrivati a questo punto, in questo determinato momento. “Buttiamoci, facciamolo tutti insieme”, ma il mare è pieno di squali e Roman ne è terrorizzato: e allora come affrontare un semplice e metaforico bagno a mare: insieme come una famiglia. Sembra troppo romantico, perfino per Succession. Perfino per un finale di una serie che gioca al doppio gioco fin dal suo pilot.

Il mare è pieno di squali ma questi non vanno uccisi, non vanno recintati e bloccati sul nascere, bisogna nuotare insieme a loro. In Succession 4×10 i nostri squali solo Tom, Matsson e anche Gregg. Quest’ultimo più volte tirato in ballo dalle teorie dei fan in questo finale, avrà la sua resa dei conti e come durante una svendita al migliore offerente Tom farà l’offerta più alta, comprandolo. Non perché ci tenga a lui, ma per sottolineare il suo gioco di forza.

Il lavoro di squadra avvera i sogni

Succession 4x10 Matthew Macfadyen, Sarah Snook

Se il lavoro di squadra avvera i sogni mai come in Succession 4×10 vediamo che non è così. Mark Mylod, dirige ancora una volta dopo il precedente episodio una scrittura di Jesse Armstrong ed entrambi giocano al doppio gioco fino alla fine. Tutti vengono smascherati.

Roman vede per la prima volta le cose con lucidità, tutto quello che sta succedendo non conta nulla. I litigi, il doppio gioco, i tradimenti, le bugie, nulla in confronto alla vita. Come se avesse avuto una qualche rivelazione mistica al funerale del padre: sa di non essere pronto per la guida dell’azienda, sa che il fratello non è pronto ma pur di incoraggiarlo e ricevere un po’ di amore Roman avrebbe fatto carte false. Shiv, invece, sale sul carro dei vincitori, letteralmente. Si mette ancora una volta un passo indietro. Lascia che siano gli altri a festeggiare, non c’è posto per lei in questo mondo popolato da uomini che cercano continuamente un ideale di supremazia. In Succession 4×10 si oppone al voto e così facendo favorisce Tom, andando contro Kendall.

Succession 4x10 Kieran Culkin

Kendall viene messo di fronte al suo più grande shock e viene inchiodato dai fratelli, li supplica, li insulta, gli mette le mani addosso: si trasforma nella versione più brutale di Logan Roy, quello di cui Roman ha più paura ma quello che Shiv non teme. Kendall toglie la maschera e così come nella prima stagione esce sconfitto dalla stanza del board: l’accordo con la Gojo si farà e Tom diventerà CEO, ereditando quella sedia magica, la sedia di Logan Roy. Subisce ancora una volta quello shock: esce catatonico dalla stanza e il pubblico lo conosce, sa cosa vuol dire. Ha fallito su tutto: con sua moglie, con i suoi figli, con la sua carriera. La sua vita è stata un fallimento completo, e lo sa. È questo che l’ha spinto più volte sull’orlo del precipizio, letteralmente.

E così ci troviamo alle battute finali, in silenzio. Solo le onde del mare accompagnano le scene. C’è una balaustra, un parabordo, questa volta dell’Hudson. Kendall si avvicina, lo guarda, riflette. Poi, gli volta le spalle, si siede e forse per un attimo pensa a riposarsi, pensa “Forse non è poi così male, questa vita” e sospira, come più volte lo abbiamo visto fare durante questi episodi. Un sospiro mozzato, che non è mai del tutto liberatorio, non lo è neanche questo ultimo. E mentre lo fa sappiamo che sta per parlare.

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