The Witcher 3, la recensione della prima parte della serie su Netflix

La prima parte della terza stagione di The Witcher, che prende spunto dal libro Il Tempo della Guerra, arriva nel catalogo estivo di Netflix dal 29 giugno.

the witcher 3 recensione henry cavill
EE_05_04_2022CS4SA-201.dng

Il Continente è un posto sempre più pericoloso. I regni sono in combutta fra loro, nemici all’orizzonte ne minacciano la stabilità, già precaria, e prossima a una guerra secolare. The Witcher 3, il terzo capitolo della serie tratta dai romanzi di Andrzej Sapkowski, è pronto ad approfondire tutti gli aspetti preparatori inseriti nella seconda stagione, che si può dire di transito. La posta in gioco è sempre più alta: Ciri non è al sicuro da nessuna parte, il suo sangue ancestrale fa gola ed è il bottino ambito da tutti, essendo la chiave attraverso la quale possono essere spente le faide tra le razze che stanno deteriorando il Continente.

L’approccio a questa terza stagione però, soprattutto da parte dei fan incalliti dei libri nati dalla penna dell’autore polacco, è un po’ più aspro e meno entusiasmante. Seppur The Witcher 3 attinga dal volume Il Tempo della Guerra, una grande fetta di spettatori ha iniziato a lamentare nella stagione precedente un’infedeltà ai romanzi – quasi – inaccettabile da parte della showrunner Lauren Schimdt Hissrich, la quale – da quanto si apprende – ha davvero deciso di intraprendere una strada che si distacca molto dalla realtà conosciuta anche nel videogioco. Ad alimentare il malcontento è anche l’abbandono di Henry Cavill nel ruolo di Geralt di Rivia, che appende al chiodo spada e parrucca bianca.

Da quando l’attore ha annunciato di svestire i panni del witcher più amato e temuto del Continente nell’ottobre scorso, molte sono state le voci secondo le quali la ragione prima risiede proprio nell’incompatibilità fra la serie e i libri, essendo Cavill un grande cultore del mondo di Sapkowski e un sincero appassionato. Dalla prossima stagione, a dare pelle e carisma a Geralt sarà Liam Hemsworth, al quale l’attore passerà il testimone non con poco dispiacere. La prima parte di The Witcher 3 – che ricordiamo aver avuto delle riprese anche in Italia – debutta su Netflix nel catalogo di giugno, per poi concludersi a luglio.

The Witcher 3, la trama

Nel Continente i dissapori fra i regni sono ancora molti vividi e freschi, ma nel frattempo si cerca di coalizzarsi per possedere – letteralmente – Ciri (Freya Allan), la principessa erede al trono di Cintra, dal sangue ancestrale. Geralt (Henry Cavill) e Yennefer (Anya Chalotra) sono uniti per proteggerla e impedire che nessuno si avvicini a lei, in special modo Rience, un mago dal volto deturprato, che le dà la caccia da diverso tempo.

A muovere però le sue fila è qualcun altro, una figura molto più potente, che lo sfrutta per fare il lavoro sporco. Nel frattempo, ad Aretuza iniziano a scomparire delle novizie, e in uno dei viaggi dello strigo alla ricerca di Rience, Geralt scoprirà cosa si cela dietro la loro sparizione, mentre Yennefer cercherà di mettere insieme un conclave che possa unire il Nord, con l’obiettivo di restare uniti.

the witcher 3 cast
EE_28_06_2022B3CS61SA-97.dng

Geralt, Yennefer e Ciri: una famiglia

Dopo una seconda stagione incentrata prevalentemente su Ciri e sul suo allenamento a Kaer Morhen, The Witcher 3 si fa più corale, con un’attenzione ben distribuita su tutti i personaggi principali. Geralt, a cui è stato concesso un approfondimento sul suo passato, si sta abituando a quel ruolo di padre che alla fine della prima stagione aveva dovuto accogliere. Ciri prende sempre più consapevolezza di sé e di chi vuole diventare, mentre Yenner si assicura di impartirle tutte le lezioni di magia necessarie affinché lei possa spiccare il volo e potenziare i suoi poteri. Abbracciando quel ruolo di madre che ha tanto desiderato. Nei precedenti episodi eravamo stati abituati a vedere questi personaggi, pur legati dal destino, spesso separati. Ogni storyline seguiva un suo percorso parallelo e poche volte, nel corso della storia, era capitato di vederli uniti. Adesso, però, le loro linee narrative si intrecciano indissolubilmente, lasciando spazio a pochi momenti in cui non giocano insieme.

È chiaro l’intento di mostrare lo strigo, la principessa e la maga come una famiglia coesa, che nonostante le differenze si ama e si rispetta, e che crea uno scudo di protezione per tutelarsi a vicenda. Un’evoluzione inevitabile e necessaria, che va a costruire ancor di più le loro singole personalità, plasmando d’altra parte un trio che assume un’identità sempre più forte e decisa. Una scelta saggia, questa, che colma soprattutto il vuoto della seconda stagione, in cui vedevamo una Yennefer ai margini e una Ciri che cercava un po’ troppo di reggere l’intero world-building sulle spalle. La nuova stagione, invece, porta a completamento un discorso iniziato in precedenza: la corazza dura e indistruttibile di Geralt ha lasciato il posto, come già avevamo inziato a vedere, ad un animo più morbido e premuroso. Il suo lato amorevole è nel pieno della fioritura, merito del poter stare insieme alle due donne.

Il lato materno di Yennefer, che è riuscita a conquistare con fatica, la rende ora più benevola, ma al contempo vulnerabile, e mostra tutte le sfaccettature di un personaggio complesso ma dall’incredibile storia. Ciri, invece, sta attraversando un bellissimo processo di crescita, mentre cerca di diventare la witcher che è destinata ad essere. Averli insieme e compatti non solo fa sì che la scrittura dei personaggi si arricchisca e solidifichi per svilupparsi, ma permette di avere una trama sempre più lineare, in cui perdersi di meno (come era accaduto in special modo nella prima stagione). La carne messa al fuoco è poca ma interessante e fertile, e non vengono aperte mille sub-trame a cui non si riesce per logica a stare dietro, se non appuntandosi delle note. Riuscendo comunque a ramificarsi per inglobare tutti i protagonisti fin’ora presentati, ma che si muovono e crescono per uno scopo comune, in cui l’aspetto politico diventa sempre più centrale e devoto al plot twist.

Maturità visiva

Oltre al costrutto narrativo che continua a funzionare e ingranare, The Witcher 3 ci tiene a confermare una maturità nella messa in scena e nell’estetica da apprezzare, e che si impone sempre più. Il Continente, grazie alla cura delle scenografie e dei costumi – che si avvicinano di parecchio a quelli del videogioco – pur essendo un universo fittizio, sembra reale, coerente e soprattutto credibile, merito di un lavoro minuzioso che non vuole lasciare spazio alle imperfezioni. Già in questa prima parte, contaminata da un tono sempre più cupo e dalle sfumature horror, si può notare l’operazione svolta sugli effetti visivi. La CGI, infatti, risulta curata e precisa, i mostri che innescano le action scene – sempre ben coreografate e mai eccesive per evitare l’indigestione – sono attendibili e dimostrano un’attenzione maggiore all’aspetto visivo. Che mai come negli high fantasy è importante per non scadere nella bruttezza del racconto.

A cambiare è invece la fotografia, questa volta al servizio degli eventi. C’è infatti un uso molto variegato delle tonalità, che passa da quelle calde a quelle fredde in relazione alle sequenze girate. La prevalenza, rispetto alla seconda stagione, è delle nuance calde, in primis perché in questa prima parte di The Witcher 3 molte scene sono girate negli interni e ad Aretuza, e in secondo luogo perché c’è una ricca fetta di momenti affettivi o romantici, in particolar modo fra Yennefer e Geralt, che finalmente possono perdonarsi e amarsi. In conclusione, la prima parte della terza stagione non lascia niente al caso, alterna il ritmo sincopato a quello disteso per poter respirare, e lascia che il pubblico assorba tutte le informazioni necessarie per un finale che, quasi certamente, sarà infarcito di sorprese, altri intrighi e colpi di scena.

- Pubblicità -
RASSEGNA PANORAMICA
Voto di Valeria Maiolino
Articolo precedenteTron: Ares, Evan Peters nel cast insieme a Jared Leto
Articolo successivoFilm in uscita al cinema: il ritorno di Indiana Jones
Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.
the-witcher-3La terza stagione, oltre a riprendere il discorso lasciato in sospeso in quella precedente, va ad approfondirne tutti gli aspetti, arricchendo la storia e i personaggi principali. La trama continua ad essere sempre più lineare ed è più avvincente rispetto alla seconda stagione preparatoria a questa. Il focus, questa volta, è la famiglia formata da Geralt, Ciri e Yennefer, che guadagnano il loro meritato spazio insieme.