Tra il mondo e noi, la recensione della serie turca su Disney+

Diretta da Hulya Gezer, la storia segue le vicende della caporedattrice Ilkin, la cui relazione alla deriva con il compagno la conduce ad una vita di fragilità e paure

Tra il mondo e noi recensione serie

A dicembre del 2022 è approdata sulla piattaforma Disney+ Tra il mondo e noi, serie drammatico-sentimentale diretta dalla regista Hulya Gezer e scritta da Pinar Bulut. Conclusasi il 25 gennaio 2023, la storia ha come protagonista una delle attrici più famose nel panorama cinematografico turco, Demet Ozdemir, conosciuta e amata anche in Italia grazie al suo ruolo di Sanem in DayDreamer – Le ali del sogno.

 

Ozdemir, dopo il successo della soap opera che l’ha lanciata come stella nella serialità turca, ha svestito i panni della ingenua e sognatrice Sanem Aydin per potersi calare in ruoli più sfaccettati e drammatici, come quello di Zeynep nel drama Doğduğun Ev Kaderindir. Per questa nuova serie l’attrice ha dovuto ricoprire un ruolo complesso, quello della disillusa caporedattrice Ilkin, grazie alla quale Demet è tornata a mostrare le sue spiccate doti recitative. Tra il mondo e noi è prodotta da MF Yapim per The Walt Disney Company.

Tra il mondo e noi, la trama

Ilkin (Demet Ozdemir) è caporedattrice di una famosa rivista a Istanbul, fidanzata con un noto attore turco di nome Tolga (Bugra Gulsoy). La loro relazione però inizia a vacillare quando quest’ultimo entra in crisi con la produzione della sua nuova serie. A causa della incomunicabilità tra di loro, Ilkin, sotto suggerimento della sua amica nonché collega Burçin (Zerrin Tekindor), decide di creare un profilo falso per poter parlare con il suo compagno da perfetta sconosciuta.

Il rapporto che si instaura fra la fittizia Berlin (nome del profilo) e Tolga, finisce per degenerare, tanto da spingere Ilkin a dare un vero volto a questa donna inesistente. Il coinvolgimento di un’impiegata della rivista, Sinem (Hafsanur Sancaktutan), sarà la goccia che farà traboccare il vaso, capovolgendo all’improvviso la sfera sentimentale della giornalista a cui seguirà un crollo psicologico.

Turchia, allora sei brava!

Le produzioni turche, arrivate ad occupare il palinsesto delle reti italiane nel lontano 2016 con Cherry Season – La stagione del cuore, sono sempre apparse avvolte in una rigida atmosfera pudica agli occhi dei propri spettatori. Sembrava – e in realtà lo era – esserci una censura, motivo per il quale non erano concesse e contemplate né effusioni esplicite né tantomeno scene hardcore. Con il tempo però qualcosa nel sistema si è mosso e, complici gli investimenti delle grandi piattaforme di streaming, anche la Turchia ha cominciato ad aprirsi a prodotti di diverso tipo e registro. La serialità turca è riuscita così a compiere quel passo in avanti necessario per guadagnarsi una fetta di spazio nei servizi a pagamento, ottenendo anche un plauso per le proposte originali di cui oggi possiamo fruire.

Il velo, perciò, è caduto. Se prima erano le soap a riempire gran parte dell’offerta turca, adesso le serie disponibili sono di tutt’altro genere e tono, e le dinamiche al loro interno vengono presentate senza troppo filtri. Fra le novità del 2022 Tra il mondo e noi è quello che segue le nuove “linee guida” delle rinnovate produzioni turche, emancipandosi da operette di basso rilievo, portando su Disney+ una storia intensa e ben costruita. È Hulya Gezer a mettersi dietro la macchina da presa, strutturando una trama d’impatto emotivo e di bellezza formale.

Quel che colpisce subito l’occhio cinefilo è lo stile adottato dalla regista. Per seguire le dinamiche di Ilkin e Tolga, Gezer sceglie spesso lo split screen, arricchito con transizioni a tendina e dissolvenze, volte a separare visivamente i percorsi dei due protagonisti. Di entrambi i personaggi vengono così restituite le luci e le ombre e tale dicotomia è esaltata da una fotografia mista. Il bianco e nero racconta le sequenze di maggior pathos, enfatizzandone le emozioni e sottolineandone la solitudine; le immagini a colori, invece, fungono più da maschera metaforica, indossata da Ilkin e Tolga per interfacciarsi con il mondo esterno.

La trama progredisce senza interruzioni e il suo ritmo incalzante invoglia alla visione; unica pecca potrebbe essere il suo script, non proprio solido nella composizione di alcune parti, ma la cui ottima resa visiva arriva in soccorso per non lasciar navigare l’impianto drammaturgico negli abissi dell’inanità.

Perdere se stessi nell’oscurità

Il baricentro di Tra il mondo e noi è l’amore, ma non quello da favola. Il sentimento, nella storia fra Ilkin e Tolga, è trattato nella sua forma discinta e caduca, causa di un effetto che va oltre l’idilliaco romanticismo: la perdita di se stessi. È partendo dall’amore che Gezer incastra all’interno della narrazione un discorso più ampio, tanto contemporaneo quanto anacronistico. Amare qualcuno in modo errato conduce al disinnamoramento di se stessi e, di conseguenza, allo smarrimento. L’amore non è dunque il punto di arrivo, quanto piuttosto quello di partenza, da cui si ramificano le diverse tematiche quali fragilità psicologica, depressione e trauma, dispiegate in maniera omogenea fino alla risoluzione ultima.

È nell’impeccabile e audace recitazione di Demet Ozdemir che confluiscono tutti i contenuti di cui la serie si fa carico; Ozdemir riesce a frammentare lentamente e dolorosamente la sua Ilkin in numerosi beat strazianti, segmenti in cui lo sguardo spiritato e l’espressione angosciata irrompono sullo schermo stretto per riportare ogni singola sfaccettatura della donna. Ma è solo riducendo in mille pezzi il suo animo – nonché la sua vita – che Ilkin riesce a ricostruire la giusta versione di sé, pronta ad amare davvero se stessa.

Tra il mondo e noi si trasforma, in conclusione, in una bella parabola sulla forza delle donne, sul loro coraggio di rialzarsi nonostante le ferite e sulla determinazione nel chiedere aiuto; un invito a non lasciarsi mai abbattere né tantomeno ad avvilirsi per una relazione malsana; un monito ad amarsi sempre, anche quando allo specchio il trucco è sbavato, gli occhi sono stanchi e le lacrime solcano il viso. Perché, come la fenice, si può sempre rinascere dalle proprie ceneri.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto di Valeria Maiolino
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Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.
tra-il-mondo-e-noiHulya Gezer è riuscita a strutturare una storia di grande impatto, portando sul piccolo schermo l'immagine di una donna che, nonostante le sofferenze affrontate, riesce a rimboccarsi le maniche e costruire una nuova versione di se stessa. Grazie ad un montaggio dinamico e visivamente piacevole, la serie riesce a catturare una buona attenzione su di sé.