Tra meno di un mese,
l’11 ottobre, troveremo in sala Cogan – Killing Them
Softly, la terza opera scritta e diretta dal neozelandese
Andrew Dominik, basata sul romanzo poliziesco
“Cogan’s trade” di George V. Higgins. Questo
thriller, vicino al neo-noir, racconta di tre giovani ed
inesperti criminali che compiono una rapina ad una partita di poker
protetta dalla mafia, causando una crisi economica della
criminalità locale. I malavitosi derubati decidono così
d’ingaggiare un assassino professionista, Jackie Cogan, per
eliminare i colpevoli e ritrovare il denaro rubato.
Con l’aiuto dell’esperta direttrice del casting Francine Maisler (I soliti sospetti, L’arte di vincere, 50 e 50), il regista mette insieme un gruppo di attori, quasi tutti abitudinari del genere, per dare sicurezza al pubblico e compensare la sua poca (almeno per ora) esperienza dietro la macchina da presa. Innanzitutto troviamo Brad Pitt (Cogan), al quale Dominik aveva già affidato il ruolo da protagonista nell’acclamato L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford (2007), interpretazione premiata con la Coppa Volpi al 64° Festival di Venezia. Seguono: Ray Liotta (Quei Bravi Ragazzi, Crossing Over), il mafioso che organizza la partita di poker, Richard Jenkins (Mangia, Prega, Ama, Burn After Reading), l’autista, James Gandolfini (“I Soprano”, Romance & Cigarettes), un vecchio killer depresso e alcolizzato, Sam Shepard (Il rapporto Pelican), Ben Mendelson (Animal Kingdom) e Scoot McNairy (Monsters), i due rapinatori. Si occupano del montaggio e della fotografia, rispettivamente, Brian A. Kates (Taking chance – Il ritorno di un eroe, Shortbus – Dove tutto è permesso) e Greig Fraser (Bright Star, Biancaneve e il Cacciatore, Zero Dark Thirty).
Le scelte stilistiche e narrative con
cui viene raccontata questa vicenda, ambientata in una violenta e
cinica New Orleans durante il periodo dei dibattiti politici tra
Obama e Bush, dividono la critica: negli USA il film ha ricevuto
quasi ovunque giudizi positivi, a volte entusiastici; al Festival
di Cannes di quest’anno, nel quale era in concorso per la Palma
D’Oro, l’accoglienza è stata discreta; in Italia, invece, la
maggior parte delle recensioni salva poco e niente di quest’opera
definita il più del volte confusa, troppo ambiziosa, ridondante ed
estremamente verbosa. A quanto pare, nemmeno l’evidente ispirazione
ai criminali cool e logorroici di Tarantino e agli uomini
stupidi e buffi del cinema coheniano sono d’aiuto al risultato
finale. Tuttavia, in patria si ha fiducia in questo prodotto e nel
regista, il cui precedente film aveva ottenuto anche due nomination
agli Academy Awards. Fiducia provata da Brad Pitt,
che è tra i produttori con la sua Plan B Entertainment, e dalla The
Weinstein Company, che distribuisce il film negli USA; infatti, i
continui slittamenti della data di uscita americana di Killing
Them Softly (prima Settembre, poi Ottobre ed ora pare sia
definitivo il 30 Novembre) avevano lo scopo di garantire un
soddisfacente esordio al botteghino, senza entrare in gara con
altri film della TWC (The Master, L’orlo argenteo delle nuvole,
Django Unchained), e di piazzarlo meglio nella stagione dei
premi.
Viste le critiche contrastanti, la curiosità è molta. Purtroppo, però, bisogna aspettare ancora qualche mese per vedere dove arriverà questo ‘piccolo’ film (il budget è di soli 18 milioni di dollari circa) dalle grandi ambizioni.