Quentin Tarantino realizza i suoi sogni: a gennaio il suo western Django Unchained

Django-unchained-filmSin da bambino ha coltivato la passione per il cinema fino a diventare un esperto cinefilo prima e un regista poi. Non ha frequentato nessuna scuola di cinema: è stato un comune spettatore che ha appreso da autodidatta e ci ha restituito capolavori come Pulp Fiction, Kill Bill, Sin City e il più recente Bastardi senza gloria. Denominatori comuni della sua produzione cinematografica sono i dialoghi pregnanti (non a caso Tarantino ha ottenuto l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale in Pulp Fiction), la violenza, le scene disposte alla rinfusa.

 

Per Django Unchained il regista si è cimentato in un nuovo genere di cui però ha da sempre confessato di essere un fanatico: lo spaghetti western. Potevamo intuirlo dai suoi registi preferiti, tra cui figurano molti italiani che si sono dedicati al genere: Sergio Leone, Sergio Corbucci, Mario Brava, Elio G.Castellari.

Django Unchained è un omaggio e non un remake del Django di Sergio Corbucci del 1966. A quei tempi un aitante Franco Nero interpretava un reduce di guerra che cercava vendetta per l’assassinio della moglie, mentre era in atto una guerriglia tra i messicani rivoluzionari di Rodriguez e la fazione razzista di Jackson.

Django Unchained 01La trama rivisitata da Tarantino ci presenta Django (), uno schiavo acquistato da King Schulz () che lo vuole al suo fianco nel suo lavoro di cacciatore di taglie. L’obiettivo di Django rimane liberare la moglie Broomhilda (), prigioniera di Calvin Candie (), il malvagio proprietario della piantagione Candyland. Qui gli schiavi sono costretti a dare spettacolo lottando tra loro, allenati da Ace Woody () e sorvegliati da Stephen (), fedele schiavo di Candie.

Nella compagnia di attori scelta dal regista compare per la terza volta Samuel L. Jackson, dopo l’incredibile performance in Pulp Fiction (1994), la partecipazione a Jackie Brown (1997) e un cameo in Kill Bill vol. 2 (2004). Per Christoph Waltz si tratta invece della seconda volta accanto a Tarantino, dopo che la sua carriera internazionale è stata inaugurata grazie a Bastardi senza gloria, per cui ha ottenuto l’Oscar e il Golden Globe per il migliore attore non protagonista.

Sarà curioso, invece, vedere Leonardo DiCaprio vestire i panni di villain. Da anni l’attore, che vanta una vasta filmografia, ha sfiorato l’Oscar e questa sembra una buona occasione per fare un nuovo tentativo.

DiCaprio_DjangoAmbientato nel Sud degli Stati Uniti negli anni precedenti alla Guerra civile, nel film non poteva mancare la connotazione storica a cui il regista non poteva sottrarsi: tutto si gioca attorno alla schiavitù e al razzismo. A reggere l’intera impalcatura tematica c’è Jamie Foxx (Oscar come miglior attore per Ray) che, alla presentazione del film a New York, ha dichiarato di aver ammirato soprattutto la sceneggiatura.

 porta alla ribalta un genere che da tempo non si vedeva nella sale cinematografiche e lo fa avvalendosi di un cast stellare e imprimendo il suo marchio di fabbrica. Il suo è un esempio di come il cinema moderno per quanto possa essere innovativo, ha sempre qualcosa da imparare dai maestri del passato. Il 17 gennaio e dunque attesissimo da chi ha apprezzato la rivisitazione storica di Bastardi senza gloria o per chi è un fanatico del genere che tornerà al cinema assaporando un po’ di passato.

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